Mara Carfagna lascia Forza Italia: «No a salti nel buio, dal 20 luglio il Rubicone è stato varcato»

La ministra per il Sud allude al suo prossimo addio a FI: si aggiunge a quello di Mariastella Gelmini e Renato Brunetta

Nella foto la ministra per il Sud Mara Carfagna
Nella foto la ministra per il Sud Mara Carfagna
Martedì 26 Luglio 2022, 09:05 - Ultimo agg. 23 Febbraio, 22:16
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In principio fu la ministra per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini. Poi, il titolare del discastero della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. L'emorragia di fuorisciti da Forza Italia non si ferma e oggi include un altro nome di peso, quello di Mara Carfagna, la ministra per il sud. 

Che in un'intervista a Repubblica non anticipa l'addio - perché «tirerà le somme a breve» - ma bolla coma «irresponsabile» la scelta del partitio del Cav di togliere il sostegno al Governo di Mario Draghi.

Una soluzione, quello dell' «abbraccio al sovranismo», che la ministra ha cercato di scongiura per anni ma che ora metta a  rischio la collocazione europeista, occidentale e liberale di FI. Poi la rivelazione: «Neppure consultati sulla crisi del governo di salvezza nazionale che noi stessi avevamo voluto».

E infine, la stoccata finale che lascia presagire l'addio: «Ora mi chiedo: ha un senso proseguire una battaglia interna?». Per Mara Carfagna, infatti, sembrano non esserci dubbi: «Dal 20 luglio il Rubicone è stato varcato» nonostante lei sia rimasta «di fronte a un bivio tra sottomettermi a una visione che non è la mia e rispettare quella in cui ho sempre creduto, non ho avuto alcun dubbio». In questo momento - conclude la priorità è «mettere in sicurezza il Paese, non esporlo a salti nel buio».

 

Chi è Mara Carfagna 

Show girl e politica di spicco. Mara Carfagna ha varcato i riflettori nel 1997, dapprima come Miss Cinema all’edizione del 1997 di Miss Italia. Poi la Tv, dove nella stagione 1997-1998 conduce Domenica in insieme a Fabrizio Frizzi. Seguirà la partecipazione, dal 2000 al 2004,  a La domenica del villaggio. Infine, nel periodo 2004-2006, la conduzione di Piazza grande con Giancarlo Magalli e Fiordaliso. Poi il salto in politica  quando nel 2006 viene eletta alla Camera dei Deputati nella lista di Forza Italia. Dagli scranni al dicastero, dal 2008 al 201,  la Carfagna è stata ministra per le Pari Opportunità nel Governo Berlusconi IV ed è la principale promotrice della legge che istituisce il reato di stalking. Infine, nel 2019, la scelta del Cavaliere ricade su di lei e su Giovanni Toti che verranno nominati come coordinatori di Forza Italia, con il compito di coordinare l’organizzazione del partito.

L'indizio sui social 

Ancora ieri, in un'altra intervista, la senatrice FI, Licia Ronzulli, assicurava che Carfagna, diversamente da Maristella Gelmini e Renato Brunetta, sarebbe rimasta dentro Forza Italia. Eppure,  l'indicazione che di lì a poco si sarebbe potuto consumare lo strappo è apparsa chiara per chi segue i social della ministra. Che proprio ieri ha aggiornato l'immagine di copertina del suo profilo Facebook e Twitter. Nella nuova immagine il suo nome che campeggia sui colori rosa e azzurro, quelli dell’associazione “Voce libera” cui ha dato vita nel dicembre 2019.

L'approdo in Azione 

Passato e presente, ma anche progetti per il futuro. Nella sua lunga intervista, la ministra ha risposto  alla proposta di Carlo Calenda, che si era augurato il suo approdo nel fronte repubblicano: «Credo  - ha detto Carfagna - che l’esperienza del governo di salvezza nazionale, una esperienza davvero patriottica fondata su una visione concreta dei problemi e degli impegni internazionali dell’Italia, meriti un secondo tempo. Ci serve più europeismo e più credibilità verso ogni nostro alleato». Dunque, ancora una cauta allusione, quella della possibile entrata in Azione, ma che acquisisce valore all'indomani dell'addio di Mariastella Gelmini, che in un post su Twitter ieri ha detto di condividere il programma e le idee del partito dell'ex titolare del Mise avanzando la possibilità di un prossimo incontro. 

La replica di Salvini 

Se ancora il partito tace sulla decisione della ministra, a rispondere per primo al suo j'accuse è stato il leader del Carroccio, Matteo Salvini. «Mi stupisce -  ha detto il segretario della Lega ai microfoni di Rtl 102.5 questa mattina - che la gente che fino ieri ha governato con il centrodestra, poi va con la sinistra». «Io - ha poi aggiunto -  ho la stessa tessera di partito da 30 anni, quelli che cambiano partito dalla sera alla mattina non rispettano gli elettori».

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