Gli italiani hanno reagito con forza e sdegno dimostrando che quanto è successo a Roma, con gli scontri di piazza e l'assalto alla sede della Cgil, non appartiene al Paese ma riguarda frange estremiste che vanno perseguite. Questo in estrema sintesi il messaggio che Sergio Mattarella ha recapitato alla Germania attraverso un colloquio con il presidente Frank-Walter Steinmeier incontrato oggi a Berlino a palazzo di Bellevue. Una lettura fatta non a caldo, dopo ore e ore di riflessione ed informazioni raccolte, che il presidente della Repubblica ha girato alla Germania dove le immagini dell'assalto alla Cgil hanno scioccato e provocato turbamento.
Mattarella, incontro a Berlino con Steinmeier
E proprio di turbamento ha parlato il capo dello Stato nella sua prima giornata berlinese con «l'amico» Steinmeier, presidente con il quale ha costruito negli anni un solidissimo rapporto personale ed una piena sintonia politica. «Il turbamento è stato forte, la preoccupazione no.
Una rassicurazione doverosa, quella di Mattarella, ad un Paese amico che si sta interrogando sul proprio futuro,sulle dinamiche europee e sulle alleanze da rafforzare all'interno dell'Unione europea. Il presidente della Repubblica da tempi non sospetti si è speso per frenare un «anti-germanismo» radicato nella coscienza di una larga fetta dell'opinione pubblica italiana. Un sentimento che era addirittura cresciuto negli anni, giungendo all'apice ai tempi del rigorismo europeo incarnato dal potente ministro delle Finanze Schauble con il quale aveva dovuto fare i conti lo stesso Draghi da Francoforte quando sedeva sulla poltrona di Governatore della Bce. Per questo anche oggi Sergio Mattarella ha insistito molto sul rapporto speciale che lega Roma a Berlino. «L'amicizia tra Italia Germania è fondamentale non solo per le relazioni bilaterali ma anche per tutta l'Unione Europea», ha confermato ancora una volta a Steinmeier. Bisogna andare avanti insieme, quindi. Anche sul complicato cammino della Transizione ecologica che non sarà nè facile nè senza costi: bisogna allora «convincere e presentare orizzonti ai cittadini» perchè «nessun Paese può farcela da solo».