Manovra, Mattarella: «No a ostruzionismi che portano paralisi»

Manovra, Mattarella: «No a ostruzionismi che portano paralisi»
Lunedì 17 Dicembre 2018, 17:36
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«Un vuoto politico che paralizzasse in questo momento il vecchio continente e gli impedisse di svolgere un utile ruolo nelle relazioni internazionali, siano politiche, economico-finanziarie, commerciali, creerebbe un forte squilibrio, mettendo a repentaglio l'orizzonte di progresso dell'intero pianeta». Così il presidente Sergio Mattarella parlando al corpo diplomatico al Quirinale.

«L'architettura istituzionale e funzionale dell'Unione - continua - necessita certamente di completamenti, miglioramenti e adattamenti: di questo processo l'Italia intende continuare a essere protagonista. L'importante è che a prevalere non siano cartelli di blocco uniti soltanto da atteggiamenti ostruzionistici, della cui azione l'unico risultato diverrebbe la paralisi».

«Talvolta si odono critiche rivolte all'inefficacia delle regole dell'ordine multilaterale. Queste possono essere utilmente aggiornate o sostituite ma non rimosse: l'appartenenza alla comunità internazionale non può essere parziale o a intermittenza. La fine del ventesimo e l'inizio del ventunesimo secolo - spiega ancora il Capo dello Stato - ci ha visto spesso impegnati in sfide localizzate, in qualche modo 'arginabili' attraverso azioni puntuali e mirate.
Il presente e il futuro, al contrario, ci pongono di fronte a sfide trasversali e a interrogativi di amplissima portata, alcuni di improcrastinabile urgenza come, ad esempio, i cambiamenti climatici. Essi potrebbero trasformare radicalmente il rapporto fra l'umanità e il pianeta e dunque non è possibile accontentarsi di timide intese. Occorrono, invece, scelte coraggiose e condivise, scelte autenticamente multilaterali, che segnino un percorso da seguire fedelmente, per il bene di tutti».


«Le sfide di oggi sono diverse rispetto a quelle di ieri - aggiunge il presidente Mattarella - ma i loro effetti, pervasivi e dirompenti, si misurano ormai su una scala autenticamente globale. Essi non potranno essere gestiti se non a partire da quel sistema e da quel metodo - basato sul dialogo, sul confronto e sulla ricerca del compromesso - che abbiamo sviluppato a partire dal secondo dopo-guerra e che risponde a esigenze non sopite della vita delle relazioni internazionali». 
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