Salvini alza la posta: «Basta sangue all'Ue, anticipiamo la manovra». Conte preoccupato

Salvini alza la posta: «Basta sangue all'Ue, anticipiamo la manovra». Conte preoccupato
Salvini alza la posta: «Basta sangue all'Ue, anticipiamo la manovra». Conte preoccupato
Sabato 22 Giugno 2019, 18:41 - Ultimo agg. 23 Giugno, 01:20
4 Minuti di Lettura

Anticipare la manovra economica all'estate. Matteo Salvini rilancia la sua sfida all'Unione europea. E propone a Giuseppe Conte e Luigi Di Maio di lavorare subito a quello «shock fiscale» che ritiene sia l'unica soluzione per «non dare il sangue all'Europa». La mossa non è concordata: fino a sera non risultano contatti con i partner di governo. E il rilancio, in piena trattativa sulla procedura d'infrazione, suona ai vertici del governo e nel M5s più come una forzatura, che fa crescere tra i pentastellati il sospetto che il vero obiettivo sia far saltare l'esecutivo.

​Salvini: «A Roma due rom in carcere nonostante la gravidanza, ai loro figli penseranno i mariti»

Perché la linea di Bruxelles è assai dura: senza correzioni cospicue, questa volta la procedura scatta. Salvini sembra non curarsene. Conte, che in mattinata si reca in visita al Gran Sasso, torna da Bruxelles con un messaggio di prudenza e grande preoccupazione. Definisce la situazione «molto complicata» ma si dice «fiducioso» in un «approccio costruttivo di tutte le parti che siedono intorno al tavolo» per «evitare una procedura d'infrazione che farebbe male all'Italia». «L'interesse dell'Italia è l'interesse dell'Europa», avverte il premier, che in vista della Commissione Ue del 2 luglio è pronto a fare «qualsiasi cosa serva» (come Draghi fece per l'Euro), anche mischiare i tavoli e condizionare il voto italiano sulle nomine Ue al via libera ai conti del nostro Paese. Ma è in casa che Conte gioca la partita più difficile.

Elisa Isoardi: «Roma sembra Jurassic Park: i gabbiani sono condor»

Mercoledì in Consiglio dei ministri Giovanni Tria porterà la legge di assestamento di bilancio, cui si dovrebbe accompagnare la proposta di destinare le risorse avanzate da quota 100 e reddito di cittadinanza al taglio del deficit. Ma è qui che il meccanismo si inceppa. Perché una norma che cambiasse la destinazione di quelle risorse potrebbe essere additata come una «manovrina». E anche perché, nel vertice politico che il premier e i suoi vice potrebbero avere martedì, Salvini alzerà la posta. Ancora. I Cinque stelle - che lasciano alla Lega il boccino della manovra e non vogliono fornirle pretesti per rompere - si dicono pronti a sostenere un taglio delle tasse in deficit. Di Maio, a testimoniare la persistente tensione attacca Salvini per aver usato i voli di Stato in campagna elettorale, dichiara che chiederà all'Ue «flessibilità per abbassare il cuneo fiscale».

Fisco, Salvini: «Abbassare le tasse dovere di chi sta al governo»

Ma neanche questo basta. Salvini chiede di più: tutto, subito. Fa il «ministro totale», il leghista. Tanto da convocare al Viminale a luglio, quasi fosse ministro del Lavoro e dell'Economia, Maurizio Landini e i sindacati con «altri rappresentanti del commercio, dell'impresa e dell'agricoltura per ragionare insieme sulla prossima manovra». In settimana conta anche di incassare il via libera in Consiglio dei ministri alle intese sull'Autonomia («Manderò una copia a Landini», dice di fronte alle critiche del sindacalista sul Sud). Ma è sulle tasse che Salvini mette la posta più grande. «All'Unione europea gli italiani stanno regalando decine di miliardi (e sangue) da anni, adesso basta. La Lega vuole anticipare la manovra all'estate, non c'è tempo da perdere», ribadisce rilanciando una proposta avanzata venerdì ma caduta sostanzialmente nel vuoto.

«L'Ue non ci faccia la morale, giù le tasse con buonsenso». Il ragionamento leghista è questo: se anche si destinassero i tre miliardi di risparmi da reddito e quota 100 al taglio del deficit, il problema sarebbe solo rinviato all'autunno, quando non solo si dovrebbero trovare i 23 miliardi per evitare l'aumento dell'Iva ma l'Ue per il prossimo anno ci chiederebbe una correzione dei conti ancora più cospicua.

Piuttosto, si chieda all'Ue di rinviare la sua decisione sulla procedura d'infrazione a dopo l'estate. E intanto si lavori già alla manovra complessiva, con misure «shock», «trumpiane». Un progetto che, per tempi e risorse da trovare (oltre 40 miliardi) appare tutt'altro che semplice. Tanto che, a taccuini chiusi, c'è chi avanza il sospetto più grande: che il fine ultimo sia trascinare il Paese fuori dall'Euro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA