Lega-Fdi-Fi, dopo i ballottaggi clima da resa dei conti: sovranisti sotto accusa, nodi Colle e No vax

Lega-Fdi-Fi, dopo i ballottaggi clima da resa dei conti: sovranisti sotto accusa, nodi Colle e No vax
Lega-Fdi-Fi, dopo i ballottaggi clima da resa dei conti: sovranisti sotto accusa, nodi Colle e No vax
di Mario Landi
Lunedì 18 Ottobre 2021, 20:19
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Dopo questi ballottaggi da incubo scatta dentro il centrodestra un clima da resa dei conti. Le crepe che per mesi hanno diviso la coalizione si sono allargate, mettendo a rischio la stessa tenuta dell'alleanza. In un'atmosfera da "tutti contro tutti", in discussione la leadership con Giorgia Meloni che chiede più «coordinamento». «In questo momento nessuno può comandare tutti», attacca la presidente di Fratelli d'Italia. Ma la spaccatura nella coalizione si evidenzia anche e soprattutto sulla linea politica.

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Sovranisti, le critiche di Forza Italia

Forza Italia è durissima contro il fronte sovranista, accusato di essere stato più vicino agli estremisti no-green pass che al premier Mario Draghi, finito per essere «regalato» - ragionano gli azzurri al centrosinistra.

Di non aver capito che l'emergenza post Covid ha cambiato radicalmente la mentalità dell'elettorato. Da qui - secondo gli azzurri - la ragione dell'astensionismo di massa, che ha penalizzato soprattutto il voto dei candidati sindaco della coalizione. Ma il fronte sovranista, l'asse Lega-FdI non ci sta a essere messo all'angolo e fa capire che dietro questa diserzione dalle urne non ci può essere solo l'indignazione dei moderati. La radice di questo disagio, ragionano, deve essere molto più profonda, e sta, ad esempio, nel difficile rapporto tra il centro e le periferie dei città più grandi. Nella Lega, c'è chi fa notare che anche l'ala 'governativà del partito, quella che fa capo a Giancarlo Giorgetti, non si sia salvata dalla slavina. Si pensi al flop del candidato di Torino e il voto a Varese.

 

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Sullo sfondo la partita del Colle

A caldo, dopo lo schiaffo che è venuto dalle elezioni, l'ordine di scuderia oggi è però evitare strappi, non usare parole eccessive, ancora più dolorose. Tuttavia già da domani i leader di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia dovranno riprendere il filo del discorso. E farlo presto, in vista della partita per il Quirinale. Meloni ha già chiesto un vertice entro questa settimana per rimettere in carreggiata la coalizione. Ma i primi segnali di un'autocritica feroce sono già emersi nei minuti dopo lo spoglio elettorale. La prima parola d'ordine è mai più candidati civici: proprio la presidente di FdI che spinse a tambur battente Enrico Michetti, il suo 'Mr Wolf', lo ha detto chiaramente: «Abbiamo scelto profili meno noti che avremmo dovuto anche scegliere prima: alle prossime amministrative consiglio profili politici. Quando ci sono campagne così aggressive, da lotta nel fango, non aiuta avere chi vorrebbe parlare al livello professionistico dei problemi».

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Il caso Michetti a Roma

Certamente Forza Italia sarà d'accordo. Sono noti i malumori azzurri su Michetti all'epoca della sua scelta. Ma al di là dei nomi, il problema dei problemi è come far capire all'elettorato perché i tre partiti sono uniti sul futuro governo, ma hanno atteggiamenti molto diversi, a tratti opposti, nei confronti del governo attuale. Sempre Meloni lo sottolinea, parlando chiaramente di un elettorato «disorientato». Non è facile capire cosa fa stare insieme un partito ultra-draghiano, come Forza Italia, uno che sta orgogliosamente all'opposizione del governo, come FdI, e nel mezzo, la Lega, dentro l'esecutivo, ma spesso fortemente critico, si pensi alla richiesta di dimissioni del ministro dell'Interno, Lamorgese.

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