Salvini, punta i piedi e chiede per sé il Viminale (e la Lega indica altri 3 ministeri chiave) Spettro tempi lunghi per il governo

L'obiettivo del Carroccio è quello di ottenere, dopo decenni di battaglie, la piena autonomia amministrativa per le regioni del Nord

Matteo Salvini, pieno mandato dal Consiglio federale Lega. Si insiste su Viminale, Turismo e Riforme
Matteo Salvini, pieno mandato dal Consiglio federale Lega. Si insiste su Viminale, Turismo e Riforme
di Fausto Caruso
Martedì 4 Ottobre 2022, 17:17 - Ultimo agg. 5 Ottobre, 06:34
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«Avanti tutta» è questo il motto che potrebbe riassumere il Consiglio Federale della Lega tenutosi oggi negli uffici della Camera dei Deputati. L'obiettivo del Carroccio è quello di ottenere, dopo decenni di battaglie, la piena autonomia amministrativa per le regioni del Nord. In quest'ottica il consiglio, con una nota conclusiva approvata all'unanimità, ha ribadito il «pieno mandato a Salvini», che vede dunque la sua posizione consolidata dopo che il risultato elettorale ne aveva messo in dubbio la permanaenza alla segretaria. Il leader del Carroccio può così dimostrare di aver rotto in parte quell'«Assedio a Salvini» con cui titolava oggi il quotidiano La Repubblica, mostrato ai partecipanti dal segretario prima di iniziare i lavori. «Contro di me c'è un brutto clima», ha dichiarato. «Questa situazione di crescente tensione, con un paese in grave crisi, rischia di alimentare odio e violenza politica».

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Dopo l'appoggio a Salvini, la nota del consiglio si sofferma poi sui temi più urgenti che il nuovo governo dovrà affrontare, come il caro bollette, per poi rilanciare gli altri temi su cui la Lega ha puntato forte in campagna elettorale: la flat tax al 15% estesa a tutti i redditi fino a 100mila euro e Quota 41 al posto della Legge Fornero per permettere ai lavoratori di anticipare la data della pensione.

 

I nodi da sciogliere

La nota della Lega ignora totalmente il monito lanciato ieri dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi che aveva dichiarato esplicitamente: «Il sistema economico italiano non può permettersi la flat tax e Quota 41».

Ma il Carroccio tira dritto e punta sulla revisione del reddito di cittadinanza e il taglio della burocrazia per recuperare le risorse necessarie.

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Nel mezzo delle discussioni per la formazione del nuovo governo non poteva mancare un capitolo dedicato ai ministri che il partito punta ad accaparrarsi. Dalla riunione è uscita anche un docmuneto ufficiale che il segretario potrà portare con sè al momento di negoziare con Giorgia Meloni. Non contiene una lista di nomi, ma di dicasteri: il Carroccio vuole per sè il ministero dell'Agricoltura (che qualcuno Salvini all'evento di Coldiretti ha ventilato di chiamare della Sovranità Alimentare), Infrastrutture, Riforme e Autonomia e gli Interni. Su quest'ultimo è emerso l'unico nome di cui si è discusso in riunione. Oltre a pieno mandato, a Salvini veine ribadito l'appoggio di tutto il partito nella sua richiesta di tornare al Viminale. Sarà questo lo scoglio più duro da superare nelle trattive con l'alleata Giorgia, che nel suo governo di alto profilo non prevede il ritorno del capitano agli Interni. Salvini non intende fare sconti su questo punto ed è pronto ad andare anche allo scontro frontale, con il rischio che questo allunghi molto i tempi per la formazione del nuovo governo. Delle trattative prolungate spegnerebbero ogni speranza che il nuovo esecutivo possa essere in carica per il Consiglio Europeo del 20 ottobre, in cui si discuterà del tema dell'approvvigionamento energetico, fondamentale per stabilire una strategia europea comune contro il caro bollette che morde sempre di più sulle famiglie italiane. La mossa di Salvini rischia di paralizzare la politica italiana in un momento in cui tutti, a partire dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, chiedono di non perdere tempo per fronteggiare la crisi economica.

Uscendo dalla riunione anche Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo Economico col governo uscente, ha però rafforzato la linea instranigente del partito davanti alla stampa: «Il Viminale solo per Salvini, mi sembra il candidato naturale».

Al momento di rivolgersi ai giornalisti, il segretario della Lega non ha voluto dare adito alle voci che lo vogliono in contrasto con gli alleati ed è tornato a rilanciare a sua volta il tema energia: «Bloccare l'aumento delle bollette di luce e gas sarà la priorità del prossimo governo», ha ribadito, pur senza evocare quello scostamento di bilancio più volte chiesto in campagna elettorale e a cui Meloni è contraria. Nonostante i nodi da sciogliere e le vedute divergenti all'interno della coalizione, Salvini si è mostrato comunque fiducioso: «Siamo pronti a un esecutivo politico che duri cinque anni senza beghe e litigi, come si augurerebbero a sinistra».

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