Meloni difende la Manovra: «È utile all’Italia». Il premier parla alle imprese: «Stiamo con chi produce»

Mano tesa agli industriali: «Scelte utili all’Italia anche se c’è un costo elettorale»

Meloni difende la Manovra: «È utile all’Italia». Il premier parla alle imprese: «Stiamo con chi produce»
Meloni difende la Manovra: «È utile all’Italia». Il premier parla alle imprese: «Stiamo con chi produce»
di Alberto Gentili
Martedì 29 Novembre 2022, 00:06 - Ultimo agg. 08:28
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Pronta a tutto «per fare quel che è giusto per la nazione», anche a costo di pagare «in termini elettorali». «Abbiamo bisogno delle energie migliori, Confindustria sono certa sarà protagonista». «Le porte del governo sono sempre aperte». «Il dialogo e il rapporto con voi è fondamentale: remiamo verso gli stessi obiettivi». «Non va disturbato chi produce». Giorgia Meloni, dopo le critiche di Carlo Bonomi alla legge di bilancio, manda una grandinata di segnali di pace agli industriali.

Manovra, Meloni: «Corsa contro il tempo. Pronta a fare delle scelte, anche se costeranno in termini elettorali»

Meloni difende la Manovra

Lo fa, quasi a sorpresa, intervenendo in videocollegamento all’assemblea di Confindustria del Veneto Est.

E il capo degli industriali ricambia: «Il tratto distintivo di Giorgia Meloni è l’essere coerente e mantenere la parola. Sono certo quindi che organizzerà a breve un incontro per un confronto approfondito». Non solo, Bonomi benedice l’impostazione data dalla premier alla manovra: «E’ stato positivo mettere tutte le risorse sul caro energia per famiglie e imprese». 

 


«Mi scuso se ho interrotto qualche intervento e mi scuso se non sono lì», è l’esordio della premier. E spiega Meloni, che poco prima su Fb aveva difeso la manovra di bilancio («è coerente con gli impegni presi col popolo italiano»), che avrebbe voluto avere «più tempo per il confronto» con Confindustria. Perché «è massima l’attenzione». Però, rivendica la premier, «a un mese dall’insediamento, il governo ha già aperto un tavolo con le categorie produttive». Un dialogo che «vogliamo portare avanti per tutto il nostro mandato». «Certo, avremmo voluto confrontarci di più, ma è stata una corsa contro il tempo. Abbiamo però scritto questa manovra dando un’indicazione delle priorità della nostra azione».

LE PAROLE DEL PREMIER
Ebbene, rassicura Meloni, «tra queste priorità c’è la crescita economica». E, rivendica, «sono stati fatti anche molti interventi che incarnano una visione sociale che Confindustria condivide». Molte risorse sono state destinate «alle realtà produttive perché vale un principio troppo spesso messo in discussione nel passato: non può esistere welfare, non c’è stato sociale, se a monte non c’è chi genera ricchezza». Non solo. Meloni lancia un vero e proprio appello al dialogo in nome del pragmatismo: «Quando dico che il governo crede fortemente nel confronto, non intendo dire che noi vi presentiamo le proposte e voi ci dite se vi piacciono o meno. Dobbiamo fissare insieme gli obiettivi e insieme dobbiamo cercare le soluzioni per raggiungerli». In sintesi: «La sfida al dialogo non è formale, vorrei davvero che remassimo nella stessa direzione». E questo perché «siamo consapevoli che se l’industria va bene, allora andrà bene anche la nazione».

GLI AIUTI
Poi snocciola, Meloni, gli aiuti alle imprese per il caro-energia. I 9 miliardi per incrementare il credito d’imposta, lo sconto fiscale sulle accise («siamo pronti a intervenire se ce ne fosse necessità»), la proroga dell’Iva al 5% sul gas naturale per l’autotrazione, l’impegno a produrre energia, il rinvio della plastic-tax e della sugar-tax. E la conferma del taglio del cuneo fiscale, per il quale «sono stati destinati 4,2 miliardi: lo stanziamento più significativo della manovra dopo le misure sull’energia». Segue impegno, che va incontro alle richieste di Bonomi: «E’ un primo segnale, non sufficiente. Vogliamo arrivare a una riduzione del cuneo fino a 5 punti. E lo faremo». Già, perché questa legge di bilancio «è solo l’inizio». «Ma dice dove vogliamo andare». E qui Meloni rivendica «l’attenzione per le aziende e per i loro lavoratori», per poi impegnarsi a «garantire alle imprese un contesto differente da quello fin qui trovato nel rapporto con lo Stato e il governo: non disturbare chi produce». Ancora: «Come dice spesso il presidente Bonomi, il lavoro non lo crea la politica per decreto. La ricchezza la creano le aziende con i loro lavoratori. “Non disturbare chi produce” significa che lo Stato accompagna la produzione, dà certezza su investimenti e pianificazione». «La ricchezza prodotta dalle aziende è ricchezza per l’intera nazione».


Insomma, una mano tesa, un impegno a «un dialogo non formale». Dialogo che dovrà portare a delineare «una strategia industriale che da troppo tempo non c’è». E «se l’industria va bene, allora va bene anche la nazione: poi spetta alla politica fare sintesi e assumersi la responsabilità delle scelte. Io intendo assumermele anche se dovesse costare in termini elettorali. Lo dimostra anche la scelta operata sul Reddito di cittadinanza: va ricostruita l’etica e la cultura del lavoro assieme a chi fa impresa e produce».


IL NODO PNRR
Non manca l’impegno a varare il codice degli appalti. E un nuovo allarme sull’attuazione del Pnrr: «Stiamo facendo una ricognizione opera per opera. Le imprese devono sapere cosa verrà fatto per farsi trovare pronte e competitive». Con il «problema del caro materiali»: «Lo stiamo affrontando perché senza affrontare a fondo questo tema, i soldi del Pnrr rischiano di non arrivare a terra». Commento di Christine Lagarde, presidente della Bce: «Il Pnrr è una grande opportunità per dimostrare che, dal punto di vista di bilancio e strutturale, ci può essere una forte determinazione a trainare l’Italia in una situazione economica migliore».
 

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