Giorgia Meloni arriva a Montecitorio intorno all’ora di pranzo: giacca rossa e occhiali da sole, concede ai cronisti poche parole prima di infilarsi in un ingresso laterale della Camera dei deputati. «Sarà un’altra giornata di lavoro sui dossier più delicati, per essere pronti il prima possibile». Il piglio è deciso: «Sono molto ottimista». Sul tavolo della leader FdI ci sono ancora tutte le emergenze da affrontare non appena il governo si sarà insediato.
Ma prima va sciolto il nodo della composizione dell’esecutivo, su cui ancora non si è raggiunta la quadra con gli alleati. «Penso proprio che con Salvini e Berlusconi ci dovremo vedere nei prossimi giorni», commenta Meloni a sera, lasciando gli uffici del partito.
Con il Cavaliere, stando a quanto trapela, il faccia a faccia non si dovrebbe fare prima dell’insediamento delle nuove Camere, perché per il momento l’agenda di Berlusconi non contempla trasferte romane prima del 13 ottobre.
TENSIONE
Intanto però è in casa Lega che sulla formazione dell’esecutivo cresce la tensione. Perché Matteo Salvini non ha gradito che alcuni dei suoi stiano trattando in prima persona proprio con la futura premier. Raccontano che due giorni fa la Meloni abbia ricevuto una telefonata da Giorgetti, nella quale quest’ultimo ha chiesto un appuntamento per perorare la sua causa, ovvero la presidenza della Camera. E a palazzo Madama nel centrodestra si riferisce che il vicepresidente del Senato Calderoli stia conducendo una partita in proprio con FdI per puntare alla seconda carica dello Stato, qualora non fosse destinata a La Russa. Quest’ultimo punta a succedere alla Casellati, considerato che per il ‘lodo Meloni’ (ribattezzato così perché nessuno potrà tornare a un dicastero che ha presidiato in passato), non potrà assicurarsi la Difesa. Ma la partita non è chiusa. E le trattative ‘solitarie’ turbano non poco il Capitano di via Bellerio al quale FdI ha proposto il ministero dell’Agricoltura. Il timore nella Lega e in FI è che Meloni voglia provare a dividere le due forze che hanno sostenuto Draghi, anche al proprio interno. «Se ci divide - diceva qualche giorno fa un forzista - sa benissimo che sarà più forte nella plancia di comando».