Meloni-Letta divisi su Pnrr e Europa. «Larghe intese? Mai»

Il leader del Pd: per il nostro Paese è come la Brexit. Ma alla fine prevale il fair play. «È così che si fa nei Paesi civili»

Meloni-Letta, il confronto. Il segretario Pd: «Guerra in Ucraina? Sanzioni a Mosca unica via». La leader di FdI: a testa alta in Europa e nella Nato
Meloni-Letta, il confronto. Il segretario Pd: «Guerra in Ucraina? Sanzioni a Mosca unica via». La leader di FdI: a testa alta in Europa e nella Nato
di Alberto Gentili
Lunedì 12 Settembre 2022, 18:26 - Ultimo agg. 13 Settembre, 15:33
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Un pareggio, uno zero a zero senza un vincitore, senza pathos. E’ questo il risultato dell’unico duello tra Giorgia Meloni ed Enrico Letta da qui al voto del 25 settembre. Per ben 138 minuti i due leader si sono confrontati. Ma, a parte qualche scintilla su Europa, Pnrr, migranti, presidenzialismo e... il bus elettrico che avrebbe lasciato a piedi il segretario del Pd («è una fake news», è esploso Letta), i due si sono confrontati nel solco del fair play. Più attenti a non sbagliare che ad assestare colpi contro l’avversario. E hanno concluso con una sorta di abbraccio anti-inciucio quando il direttore del Corriere, Luciano Fontana, ha chiesto se in caso di “non vittoria” avrebbero tirato assieme su un governo di larghe intese: «Potremmo rispondere all’unisono. Lo escludiamo entrambi». Toni talmente garbati, andati in scesa su Corriere tv, da spingere Letta - che non ha rispolverato l’allarme democratico - a un certo punto ad affermare: «Io sono fair, ossia cortese. Ma è una cortesia dietro a cui non c’è mollezza ma grande fermezza». 

Lei in verde acqua, con orecchini a forma di croce in tinta, coda di cavallo e braccialetto tricolore. Lui in giacca blu, come gli occhiali, e cravatta scura su camicia a righine. Un look abbastanza informale per entrambi. Il primo botta e risposta si accende sul Next Generation Ue, il Pnrr. «Non è vero che Fdi ha sostenuto il Next generation Ue», attacca il segretario del Pd.

E Meloni: «Mi spiace che non si riesce a evitare le fake news neanche in presenza, sono un po’ preoccupata che la sinistra costruisca i suoi racconti e poi li difenda. Saprò io quali sono le posizioni di Fdi su questo tema, non sono abituata a dire un’altra cosa in campagna elettorale, come accade dalle vostre parti».

La leader di FdI poi attacca Letta per non avere condannato le parole di domenica di Michele Emiliano: «Ha detto che dobbiamo sputare sangue e tu lì ad applaudire. E non hai neppure preso le distanze». Ancora: «Non devo fare alcun fioretto per il comizio a Vox, salvo che per il tono che a volte mi esce quando sono stanca. Il livello di aggressività verso di me in questa campagna elettorale è tale che ho dovuto sviluppare un controllo che alla fine, alle brutte, posso fare il monaco tibetano... ». Letta sorride, gli chiede di Draghi. E lei: «Ma poi come è possibile essere presentata contemporaneamente come fascista e draghiana? Qui riusciamo a passare dall’insulto all’inciucio».
Letta non replica sul punto, limitandosi a spiegare che da parte sua «non c’è alcuna demonizzazione» di Meloni. Ma poi alza il livello, parlando ripetutamente dei rapporti tra la presidente di FdI e il leader ungherese Orban e dicendo che la vittoria della destra porterebbe l’Italia «su un’altra strada rispetto ai valori europei». Meloni: «Enrico, hai ripetuto questa frase 4 volte. Hai qualche proposta da fare o parli solo di FdI?». 

NIENTE BLOCCO NAVALE

Letta si prende la rivincita quando la leader di FdI parla di migranti: «Noto che la parola blocco navale non è stata usata... È talmente evidente che è inapplicabile e che il governo di un grande Paese europeo non può dire cose del genere». Poi il segretario del Pd rilancia lo slogan del “bivio” per gli italiani e per il Paese: «Se vincesse la destra, l’Italia prenderebbe un’altra strada. C’è un bivio, una specie di referendum: è come in Gran Bretagna con la Brexit, è una scelta binaria, secca».

 

Scintille sul presidenzialismo. «Serve per dare stabilità. Ma non mi impicco a un modello, il punto è se siete disposti a dialogare o no», incalza Meloni. E Letta: «Volete sfrattare Mattarella, l’ha detto Berlusconi, questo è il modo peggiore per cominciare. E non trovo convincente che tu dica: “Datemi pieni poteri perché il sistema non funziona”. Con Draghi ha funzionato eccome». La leader di FdI non ci sta: «Con Draghi ha funzionato perché ha deciso tutto con i decreti, un presidenzialismo di fatto».
Un altro battibecco è sui diritti, in particolare sulle adozioni di bimbi da parte di coppie omogenitoriali. Contraria Meloni perché «un bambino ha diritto ad avere una mamma e un papà». Letta ribatte: «Quello che conta è l’amore». E Meloni: «Che c’entra l’amore lo Stato non norma l’amore». Controreplica del leader dem: «No, sei tu che così normi cosa è amore e cosa non è. Siamo su posizioni opposte».
E anche questo si sapeva.

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