Meloni e Netanyahu: «Salto quantico nei rapporti Italia-Israele». Dal gas alla guerra, i dossier

L'intesa tra i due leader nell'incontro in una Roma blindatissima

Meloni e Netanyahu: «Salto quantico nei rapporti Italia-Israele». Dal gas alla guerra, i dossier
Meloni e Netanyahu: «Salto quantico nei rapporti Italia-Israele». Dal gas alla guerra, i dossier
di Francesco Bechis
Venerdì 10 Marzo 2023, 18:53 - Ultimo agg. 11 Marzo, 07:16
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In una Roma blindatissima - Polizia, Carabinieri, Mossad - Giorgia Meloni e Benjamin Netanyahu si incontrano per la prima volta. Si studiano e, pare, si intendono.

L'AGENDA

Il premier israeliano entra a Palazzo Chigi al suo secondo giorno di visita a Roma. Ieri, l'incontro con la Comunità ebraica di Roma, stamattina un vis-a-vis con le imprese italiane a Palazzo Piacentini insieme al ministro dell'Industria e il Made in Italy Adolfo Urso. Poi il picchetto d'onore, gli inni nazionali, il primo incontro con un premier occidentale da quando in casa sono scoppiate le proteste di piazza per la riforma della Giustizia che la giustizia, dicono loro, vuole imbavagliare. Rivoli dei guai politici interni sono arrivati nella Capitale italiana. A Piazza Santi Apostoli, mentre il vertice erano in corso, si sono riuniti duecento manifestanti anti-Netanyahu gridando alle dimissioni. 

L'INTESA

Da Meloni, leader e premier conservatrice come Bibi, «sono impressionato dalla sua leadership», dirà lui, arrivano sponde. «Ho portato la solidarietà italiana e la condanna di fronte agli attacchi terroristici che abbiamo visto ultimamente - spiega la presidente del Consiglio uscita dal faccia a faccia - siamo disposti a fare tutto quello che possiamo per facilitare la ripresa di accordi e una de-escalation della violenza, che preoccupa tutti noi, a sostenere ogni iniziativa volta a favorire la ripresa di un processo politico tra Israele e Palestina».

PALESTINA E IRAN

Con l'ombra della guerra che torna a stagliarsi su Gaza e nei territori contesi, l'Italia sceglie la prudenza. Prudente è anzitutto Meloni che non risponde ufficialmente all'appello di Netanyahu - rilanciato in un'intervista a Repubblica - perché Roma riconosca ufficialmente Gerusalemme come capitale israeliana, come hanno fatto gli Stati Uniti.

Per i palestinesi e buona parte del mondo arabo, una miccia dalle conseguenze imprevedibili. Infatti Meloni, che in passato ha mostrato i suoi dubbi a riguardo, non si esprime. Nell'atteso incontro a due, niente riferimenti al vero convitato di pietra: l'Iran, scosso dalle proteste di piazza e riavviato all'escalation nucleare. Dopotutto, l'Italia non fa parte del gruppo di testa europea che negli anni scorsi ha aderito all'accordo contro il nucleare iraniano, ormai un vago ricordo.

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I DOSSIER ECONOMICI

E' allora un'altra la lente per leggere la tappa romana di Netanyahu.  Sicurezza, digitale, salute, energia, risorse idriche, agricoltura. In una parola: economia. «Israele è un partner importante, una nazione amica», dice Meloni al suo ospite mediorientale. Lui ricambia, anzi rilancia. Fra Italia e Israele serve «un salto quantico nei rapporti». Seguono applausi a Meloni leader, di governo e di partito. Bibi si dice «colpito dalla visione e dalla leadeship della premier italiana, la sua decisione di far progredire l’Italia e portare avanti le relazioni con Israele».

Tanti i dossier squadernati. Ad esempio, la crisi siccità e l'emergenza idrica che tiene con il fiato sospeso il governo italiano in vista di un'estate che si preannuncia senza un filo d'acqua. Israele è l'Eldorado dell'agri-tech, ha le migliori start-up al mondo nel settore. Lo riconosce Meloni: «Ha fatto un lavoro straordinario trasformando quella che era una possibile debolezza in un grande punto di forza, e credo che questo sia uno dei tanti settori sui quali la nostra collaborazione può aumentare».

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IL NODO ENERGIA

E ancora: l'energia. Qui a dominare sullo sfondo è il progetto East-Med-Poseidon, il gasdotto nel Mediterraneo orientale che Roma e Tel Aviv vorrebbero costruire e che sconta ritardi e tanti freni, dai dubbi della Turchia alle resistenze nordafricane. Duemila chilometri di condotti che, nei piani, dovrebbero lambire le coste della Puglia, un progetto che vede in campo, entrambe al 50%, l'italiana Edison e la greca Depa. 

«Sul gas già collaboriamo e vogliamo ampliare il settore: valutiamo di aggiungere una struttura per il gas liquefatto per poterlo portare in Europa», ha spiegato il premier israeliano da Palazzo Chigi. L'impegno c'è, le buone intenzioni anche. Italia e Israele si reincontreranno presto, assicura Meloni. «Abbiamo condiviso la necessità di un nuovo incontro intergovernativo, non se ne tiene uno dal 2013, il prossimo dovrebbe svolgersi in Israele e vorremmo organizzarlo quanto prima». 

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