Open Arms, l'ex grillino pronto a salvare Salvini. Lui rilancia: rifarei tutto `

Open Arms, l'ex grillino pronto a salvare Salvini. Lui rilancia: rifarei tutto `
Open Arms, l'ex grillino pronto a salvare Salvini. Lui rilancia: rifarei tutto `
di Mario Ajello
Martedì 26 Maggio 2020, 08:51 - Ultimo agg. 10:32
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La linea della Lega è quella della prudenza e della speranza: «Non stiamo facendo pressing sull'ex grillino Giarrusso, perché potrebbe essere controproducente. Lui sta meditando e va lasciato in pace nella sua autonoma decisione». Che Salvini e i suoi si augurano che sia un no alla richiesta arrivata dal tribunale dei ministri di Palermo. Pronto a processare l'ex ministro dell'Interno per plurimo sequestro di persona nella vicenda Open Arms. Insomma per 150 migranti lasciati nel mare di Lampedusa, nell'agosto 2019, e non accolti in porto come naufraghi. Come finirà oggi il voto nella Giunta per le Immunità che ieri ha cominciato la discussione?
La Lega ha gli occhi puntati su Giarrusso che per dare un colpo al movimento da cui proviene (che è schieratissimo per il sì contro Salvini annunciato dal ministro D'Incà) e forse per avvicinarsi al Carroccio (come sospettano i grillini) potrebbe votare insieme al centrodestra. «Domani» (cioè oggi, ndr) lo saprete», dice Giarrusso che sfoglia la margherita: lo salvo o non lo salvo a Salvini? E' l'ago della bilancia l'avvocato catanese, un tipo che ama le ribalte, questa non se la vuole perdere e dunque fa la sfinge sicula in una situazione di equilibrio.

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IL PALLOTTOLIERE
La Giunta presieduta da Maurizio Gasparri ha 23 componenti. Voteranno a favore di Salvini i 5 leghisti, i quattro forzisti, l'autonomista Durnwalder. Mentre si opporranno i 5 membri del M5S, la dem Anna Rossomando, i tre renziani, l'ex grillino Gregorio De Falco e Pietro Grasso di Leu. Sarà il voto di Giarrusso, che era solito definirsi «un manettaro», a far propendere la bilancia o da una parte o dall'altra. Ma il centrodestra spera anche, probabilmente a torto, nel renziano Cucca. «E' un garantista doc», dicono i salvinisti. Il cui leader - il cui processo per la vicenda Gregoretti doveva cominciare il 4 luglio e per via del Covid è slittato ad ottobre - dice di sé alla vigilia dello scrutinio
di oggi pomeriggio: «Io sono tranquillo e rifarei quello che ho fatto».

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L'«effetto chat» dei magistrati è quello che fa sperare i leghisti a proposito di Giarrusso, di Cucca e magari di altri. Insomma, come si fa a mettere Salvini nelle mani di una magistratura di cui alcuni esponenti, quelli intercettati nella vicenda Palamara, parlano del capo leghista come di uno che «sui migranti ha ragione» ma va colpito perché «è un pezzo di m....»? E Salvini in queste ore va ripetendo: «I giudici mi odiano. Como possono giudicarmi?». E ancora: «Questo è un processo politico». In ogni caso, anche se il voto di oggi salverà il capo leghista, la decisione finale spetterà comunque all'aula di Palazzo Madama dove è molto probabile che si ripeterà il copione andato in scena tre mesi con il voto sulla Gregoretti, quando Salvini è finito sotto processo. Dice Gasparri: «Ciò che si dovrà valutare saranno i principi giuridici e non altro. C'è nella vicenda Open Arms una lettera di Conte che a un certo punto dice a Salvini di far scendere i minori dalla nave. Salvini li fa scendere, pur dicendo di non essere d'accordo con questa richiesta ma dimostrando che un ordine che arriva dall'alto si rispetta. Se il premier avesse voluto dare ordine di far scendere non solo i minori ma tutti i migranti lo avrebbe fatto. Questo è il punto cruciale della mia relazione».

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Intanto Giarrusso, cacciato dal M5S per le mancate rendicontazioni, non si sbilancia: «Valuterò in Giunta dopo avere sentito le parti». E chissà se ripeterà la scena che lo vide protagonista a palazzo Sant'Ivo alla Sapienza il 19 febbraio 2019 quando la Giunta per l'Immunità non diede il via libera al processo nei confronti di Salvini sul caso Diciotti. Giarrusso affrontò con il petto all'infuori i parlamentari del Pd che gli urlavano «Vergogna, hai salvato Salvini» e mimò il gesto delle manette. Quella volta voto a favore di Salvini dicendo che Conte condivise la scelta, stavolta potrebbe motivare il suo sì nella stessa maniera.
 

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