Regionali, la strana alleanza dei socialisti nordici rischia di rovinare il Pd

Regionali, la strana alleanza dei socialisti nordici rischia di rovinare il Pd
Regionali, la strana alleanza dei socialisti nordici rischia di rovinare il Pd
di Mario Ajello
Lunedì 20 Luglio 2020, 14:34 - Ultimo agg. 21 Luglio, 00:14
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A Montecitorio, in queste ore dove tutti gli occhi sono rivolti alle vicende della trattativa tosta e dura di Bruxelles, si parla della nascita di un nuovo partito. A cui è stato trovato questo nomignolo informale e maccheronico: la Lega Europa Nord. Di che cosa si tratta? Non c’entra Salvini. C’entra la battaglia sul Recovery Fund. E’ quella che a livello europeo ha partorito una strana alleanza trasversale, una lega molto nordica tra i Paesi non disposti a varare aiuti economici all’Italia e alle altre nazioni del Sud, come la Spagna, particolarmente colpite dal Covid.

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I Frugali insomma hanno creato una variopinta Lega Europa Nord, con dentro il liberale olandese Rutte, il popolare austriaco Kurz e i tre premier socialisti: lo svedese Lofven, Mette Frederiksen per la Danimarca e Sanna Marin la super-trendy giovane guida del governo della Finlandia, quella che è diventata il mito della sinistra italiana - ah quanto è innovativa, uh quanto è brava, ed è pure bella e progressista doc e «siamo tutti Sanna Marin!» - peccato però che la bella statista abbia tradito però tante italo-speranze in lei e sia schierata con quelli che nel Pd, e anche nei 5 stelle, chiamano «i nemici del Belpaese». E insomma, la nuova Lega Europa Nord turba i sonni quaggiù nello Stivale. 

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Ma i neo-euro (o neuro) leghisti al seguito di Rutte non sono, come Rutte stesso, dei pasdaran tremendi e vogliosi di affossare noi poveri meridionali. Certo, ci sono anche in alcuni di loro - nell’olandese per esempio - dei sottofondi di  pregiudizi di natura antropologico-culturale. Del tipo noi nordici pieni di etica protestante, voi latini e cattolici e papisti gonfi di dissolutezza, tendenti a scialacquare, colpevoli di fare debiti e meritevoli di redenzione (che adesso si chiama «condizionalità», ossia controlli su come spendiamo). E per dire: il Club Med è un nomignolo che dalle parti dei Paesi Bassi e dintorni è stato affibbiato a Italia e Spagna, come se fossimo dei posti capaci al massimo di fare e di ospitare vacanze.

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Però, più concretamente, la Lega Europa Nord nasce trasversalmente sulla base di una comune paura di Rutte e degli altri, compresa la bella Marin:  il terrore che i loro governi, debolucci in verità, vengano spazzati via dall’ondata  ultra-sovranista che sta imperversando in quei Paesi. «Ognuno ha il suo Salvini», dice Conte di Rutte e in effetti il premier olandese deve vedersela con Wilders, il salvinista fiammingo, che alle elezioni del 2021 potrebbe mandarlo a casa. La socialdemocrazia svendese da questo punto di vista non sta messa moto meglio: arranca, non sa gestire la bomba immigrazione con xenofobia crescente e Lofven sembra sovrastato da problemi più grandi di lui. Tutto vero, a sta di fatto che in queste ore nella sinistra italiana la delusione è forte nel vedere i compagni nordici farci i dispetti. Non sono serviti a nulla quattro giorni di trattative per superare lo sbarramento degli Stati “frugali”, perché questi non mollano.
 

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E sta servendo a poco la circostanza tutt’altro che trascurabile per cui chi ha nelle mani o segue da vicino la trattativa da parte italiana è un quintetto tutto di sinistra - Conte e il ministro dem Amendola, il commissario europeo Gentiloni più Sassoli come presidente dell’Europarlamento e Gualtieri come super-titolare del super-dicastero delle Finanze - ma i colleghi e compagni delle altre latitudini non s’inteneriscono neppure di fronte a ciò. E stanno rendendo all’Italia assai più difficile rispetto al previsto la trattativa per i fondi di ricostruzione.

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E al Pd masticano amaro di fronte al rischio che, per colpa dei socialisti del Nord, il partito di Zingaretti (ma anche di Sassoli, Amendola e Gualtieri) finisca per non avere una grande arma propagandistica e di consenso per le prossime elezioni regionali a settembre: ovvero un tesoretto grasso e pingue per la patria, ricevuto da Bruxelles.
Compagni sì, quelli del Nord, ma vatti a fidare! 

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