Pensioni, si allarga il fronte contrario a Quota 102. Ma Draghi tira dritto
e guarda a Bruxelles

Pensioni, si allarga il fronte contrario a Quota 102. Ma Draghi tira dritto e guarda a Bruxelles
di Marco Conti
Giovedì 21 Ottobre 2021, 11:28
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Male che vada potrebbe non far nulla e lasciare che Quota100 scada a fine anno ripristinando l’uscita dal mondo del lavoro ai meccanismi pensionistici pre-governo giallo verde. 

Male che vada potrebbe sempre ricordare alla composita maggioranza che la misura venne partorita nel pieno della stagione sovran-populista quando c’era chi pensava che si potesse azzerare il debito pubblico con lo stesso argomento usato da Alberto Sordi, nel film il ‘Marchese del Grillo’, con l’ebanista Aronne Piperno.

Ciò che non si può fare è di sostituire Quota100 con un altrettanto costosissima riforma che potrebbe anche servire per addolcire eventuali scaloni, ma che scatenerebbe immediatamente le reazioni di Bruxelles compromettendo anche le future erogazioni del Pnrr.

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Le pensioni sono argomento molto delicato da trattare non solo dal lato dei lavoratori, ma anche per l’impatto strutturale che hanno sulla spesa pubblica. 

L’idea di sostituire la riforma che scade il 31 dicembre con un meccanismo di uscita graduale, Quota102 il prossimo anno e 104 nel 2023, difficilmente potrà essere messa da parte.

La Lega però insiste, supportata dal sindacato e da quella parte del Pd che ogni tanto svela la sua insofferenza nei confronti del governo. 

La settimana prossima sarà quindi dedicata da Palazzo Chigi e Mario Draghi ad incontrare partiti e parti sociali, perché oltre alle pensioni, c’è chi contesta i miliardi destinati al Reddito di cittadinanza e chi vuole un taglio delle tasse più corposo e che non finisca tutto per la riduzione del cuneo fiscale. Alla fine l’intesa si dovrà trovare rinunciando ogni ad un pezzo della propria bandierina.

 

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