Elezioni, dimmi cosa voti e ti dirò se sei a rischio divorzio: la ricerca che analizza coppie, amore e politica

Lo studio su dati inglesi: quasi il 40% dei genitori che hanno votato "Remain" nel 2016 ha dichiarato che si sarebbe arrabbiato se il proprio figlio avesse sposato un "Leaver"

Elezioni, dimmi cosa voti e ti dirò se sei a rischio divorzio: la ricerca che analizza coppie, amore e politica
Elezioni, dimmi cosa voti e ti dirò se sei a rischio divorzio: la ricerca che analizza coppie, amore e politica
di Stefania Piras
Lunedì 19 Settembre 2022, 21:10 - Ultimo agg. 23 Settembre, 10:52
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Si dorme nello stesso letto ma non si fanno gli stessi sogni. Tocca parafrasare Zhou Enlai per spiegare il monito di questi due ricercatori che hanno appena pubblicato un'indagine sui rapporti di coppia e la variabile politica, la Brexit e le opposte visioni sul referendum del 2016 che ha spaccato la Gran Bretagna. Il titolo della ricerca è suggestivo e promette spunti molto interessanti: "Dormire con il nemico. Atteggiamento politico del partner e rischio di separazione". 


La politica è in conflitto con l'amore? Si chiedono Bruno Arpino e Alessandro Di Nallo, rispettivamente dell'Università di Firenze e Università Bocconi. «Il nostro obiettivo è quello di rispondere a questa domanda», dichiarano spiegando che nella ricerca entrano in gioco variabili come appunto le preferenze politiche «definite come vicinanza auto-riferita, intenzione di votare o voto per un partito specifico».

Citano nelle premesse precedenti studi in cui si sostiene che le differenze tra i partner negli stili di vita, negli atteggiamenti e nelle convinzioni possono aumentare il rischio di separazione. Ma i due ricercatori dicono che un ruolo importante lo gioca anche e soprattutto l'orientamento politico. Conclusione di Arpino e Di Nallo: «Troviamo un effetto positivo dell'eterogamia delle preferenze politiche sulla dissoluzione dell'unione.

Inoltre, la divergenza di opinioni sul referendum sulla Brexit è associata a maggiori probabilità di scioglimento dell'unione». Tradotto: se all'interno della coppia la si pensa e si vota in modo diverso, quella relazione può essere destinata a turbolenze e a una separazione con maggior facilità.

Come si scelgono i partner? 

La lunghezza d'onda per molti può essere l'affinità politica, o la sicurezza di poter condividere lo stesso ambiente sociale ma anche la religione o l'etnia, che sono comunque aspetti correlati alle opinioni politiche. Le opinioni politiche, in una relazione, possono essere influenzate o contaminate da quelle del partner, o dai circoli e le reti sociali che si frequentano che hanno la caratteristica di essere molto spesso politicamente chiuse (c'è una formula giornalistica che sintetizza bene questa concentrazione di opinioni: il partito Ztl).

 
Recenti ricerche, tuttavia, hanno confutato l'idea che i coniugi si limitino a rafforzare reciprocamente le proprie 
le convinzioni. Anzi, è probabile che le persone abbiano visioni politiche diverse e che questo generi tensione nella coppia. Si può scoprire di non avere una visione comune su chi deve fare cosa, quali compiti spettano a chi, le decisioni quotidiane, l'educazione dei figli, per arrivare alle idee sul mondo, gli interessi. «Gli individui politicamente interessati sono più propensi a discutere di politica, perché semplicemente si divertono a farlo anche se questo aumenta la probabilità di disaccordo politico», spiegano gli autori della ricerca. Ecco, ad alcuni quel disaccordo disturba parecchio, soprattutto se si accende all'interno della coppia.  

Dimmi cosa voti e ti dirò quanto sei a rischio separazione

La sociologia e la letteratura in merito abbonda negli Stati Uniti, è lì che Arpino e Di Nallo hanno setacciato ricerche e studi sull' associazione tra le opinioni politiche delle coppie e la qualità della relazione. C'è chi ha documentato una minore felicità relazionale tra le coppie repubblicane-democratiche, una maggiore felicità coniugale tra gli elettori repubblicani, e un'attività sessuale più frequente tra gli elettori di destra rispetto a quelli di sinistra.

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È (sempre) colpa della legge elettorale? 

Nel Regno Unito, i tassi di divorzio hanno raggiunto i livelli più alti all'inizio degli anni '90 e da allora sono lentamente diminuiti. Il rischio di scioglimento del matrimonio dopo cinque anni è di circa l'8% e si avvicina al 20% dopo 10 anni. Le convivenze sono più instabili. Una relazione su tre termina entro 5 anni e circa il 40% si dissolve entro il 10° anno. «Ci chiediamo: qual è il ruolo delle preferenze politiche dei partner nella sopravvivenza della relazione in questo Paese?», s'interrogano i ricercatori. E chiamano in causa la legge elettorale che nel Regno Unito non è soggetta a cambiamenti repentini e frequenti come in Italia. 

È una legge maggioritaria che favorisce la polarizzazione politica, lo scontro secco nei collegi uninominali dove i candidati se la battono in faccia a faccia anche molto accesi. C'è infatti un predominio di due partiti, di due visioni. Ed è così da trent'anni. Certo, negli ultimi anni è cresciuto anche un terzo partito, l'area dei LibDem, ma per il momento la dicotomia Tory-Labour resiste. 

Nel 2016 nel Regno Unito si è votato il referendum Brexit sulla permanenza nell'Unione europea che ha rotto ulteriormente gli schemi tradizionali. Motivo che ha indotto i ricercatori a inserire l'opinione sulla Brexit come marcatore nell'indagine su coppie e divorzi. Un dato sui tanti che è balzato loro all'occhio: quasi il 40% dei genitori che hanno votato "Remain" nel 2016 ha dichiarato che si sarebbe arrabbiato se il proprio figlio avesse sposato un "Leaver". Le percentuali non erano così alte con le stesse domande su eventuali relazioni di conservatori con laburisti e viceversa.

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Risultati della ricerca: le affinità elettive convengono

La ricerca è interessante perché per la prima volta considera una nuova dimensione dell'omogamia di coppia (una relazione tra persone dello stesso ceto che sia professionale o sociale) basata sulle preferenze politiche. Anche se posa la lente d'ingrandimento sui dati inglesi apre scenari interessanti anche sulla nostra realtà domestica (in cui l'ascensore sociale è fermo). Arpino e Di Nallo hanno osservato, e concluso, che le preferenze politiche dei partner hanno un impatto sostanziale sulla stabilità della coppia, indipendentemente dall'effetto di altre dimensioni dell'omogamia di coppia.


«Scopriamo - si legge nel paper - che i partner che condividono opinioni politiche simili hanno meno probabilità di separarsi rispetto ai partner che dichiarano un'affiliazione politica diversa. Inoltre, le coppie in cui uno dei due partner dichiara un'affiliazione politica e l'altro no, sono a rischio di scioglimento più elevato. Scopriamo inoltre che la dissoluzione dell'unione è più bassa per le coppie in cui entrambi i partner sono affiliati allo stesso partito rispetto alle coppie in cui entrambi i partner non sono affiliati ad alcun partito».

L'affinità politica dunque può essere considerata un fattore molto importante nell'omogeneità culturale dei partner. I ricercatori tratteggiano infine conseguenze che vanno al di là dei divorzi o delle discussioni a tavola. Scrivono che le coppie impegnate politicamente sono tendenzialmente più stabili e potrebbero influenzare i risultati politici più fortemente delle coppie non impegnate e dei single alimentando enclavi politiche o sostenendo con maggior forza e organizzazione i propri interessi. Le affinità elettive convegono. 

A proposito, la frase pronunciata da Zhou Enlai, e scritta all'inizio di questo articolo, si riferiva ai primi passi mossi verso un clima di distensione tra USA e URSS. 

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