Politici in fuga da TikTok, «dopo il voto non serve più». Resistono soltanto Salvini e Berlusconi

Novelli (Roma Tre): «Uso strumentale, nessuno sceglie di confrontarsi con la base»

Politici in fuga da TikTok, «dopo il voto non serve più». Resistono soltanto Salvini e Berlusconi
Politici in fuga da TikTok, «dopo il voto non serve più». Resistono soltanto Salvini e Berlusconi
di Fausto Caruso
Domenica 30 Ottobre 2022, 07:12 - Ultimo agg. 12:40
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«Eccomi anch'io su TikTok». Sì, ma solo fino alle elezioni, si erano dimenticati di aggiungere. Durante la campagna elettorale tutti i leader politici sono sbarcati sulla piattaforma preferita dai ragazzi con la speranza di guadagnare consensi. Un paio di mesi e diversi meme dopo, molti l'hanno già abbandonata o quasi.

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IL PD E RENZI SCOMPARSI

Il Pd aveva scelto il volto del paladino dei diritti Alessandro Zan per il suo approdo. Ora scorrendo il profilo dei dem - gli unici ad aver optato per un account di partito e non del leader - salta all'occhio che la pubblicazione dei contenuti si ferma al 23 settembre. Non che avesse mai sfondato, con 36 post in poco meno di un mese per un totale di sole 92mila interazioni e poco più di 7mila follower, stando ai dati raccolti dall'Agenzia di Comunicazione Politica Arcadia. Tra l'altro i video con più visualizzazioni sono una replica a Matteo Salvini (290mila) e uno stralcio del confronto tra Enrico Letta e Giorgia Meloni sul sito del Corriere della Sera (550mila).

L'altro politico che ha di fatto abbandonato TiKTok è Matteo Renzi, che pure aveva avuto uno sbarco molto efficace a suon di «sish», «first reaction shock» e autoironia.

Dopo il voto l'unico post è quello di auguri a nonna Maria. Meno netto il distacco per l'alleato, il leader di Azione, Carlo Calenda, che aveva pubblicato 37 video nel periodo elettorale, scendendo a 10 nel mese successivo.

L'ex premier e presidente del M5S, Giuseppe Conte, era invece tra coloro che avevano iniziato a sfruttare TikTok da prima della campagna elettorale, potenziandone l'uso con l'avvicinarsi delle elezioni: pur con soli 16 post tra l'1 e il 25 settembre aveva generato un totale di 2.4 milioni tra like, commenti e condivisioni, anche grazie al tormentone divenuto virale occhio ragazzi, con il quale apriva i video in cui attaccava le idee dei suoi avversari. Numeri che scendono drasticamente nel mese successivo a 5 post pubblicati, per lo più stralci di interventi, e la miseria di 34mila interazioni. Il video del suo primo discorso alla Camera dei Deputati, pubblicato il 26 ottobre, ha segnato però il ritorno in auge dell'avvocato del popolo, attestandosi da solo sui 187mila like.
«L'abbandono è figlio di un uso puramente strumentale e non strategico», spiega Edoardo Novelli, professore di Comunicazione Politica all'Università di Roma Tre. «I leader hanno utilizzato TikTok solo come un altro megafono per comunicare dall'alto al basso e non, cosa che è la vera forza dei social, per consultare le proprie basi. Puntavano solo al like, che dopo il voto non interessa più».

Chi ha retto botta sono Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Il travolgente sbarco su TikTok del Cavaliere aveva generato in meno di un mese 630mila follower e 4.6 milioni di interazioni, più di tutti gli altri. Dopo il voto è passato dai 30 post pre elettorali agli 11 successivi, con le reazioni che, svanito l'effetto novità, calano a 544mila, trainate tra l'altro da video di contenuto non politico come il siparietto col calciatore Zlatan Ibrahimovi. Il Capitano è invece tra i pionieri dell'uso politico di TikTok e, pur avendo diminuito la frequenza di pubblicazione (solo 20 post nel mese successivo alle elezioni, contro i 45 di settembre), continua a rivolgersi ai suoi 734mila follower utilizzando anche le dirette. Ma «successo non equivale a consenso», come dimostrano i deludenti risultati di Lega e Fi, «perché i leader non ragionano sulla specificità dell'audience», commenta Novelli. «Il Cav è campione di popolarizzazione, ma viene guardato come intrattenimento, Salvini fa l'influencer più che il politico».

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IL CASO MELONI

Nota a parte per Giorgia Meloni. Il nuovo ruolo non si presta alla comunicazione informale della piattaforma di ByteDance, su cui, dopo i 47 video della campagna elettorale, ha preso a postare solo gli impegni istituzionali. Ciononostante rimane la regina nel dopo voto con 450mila nuovi follower e mezzo milione di interazioni con soli 8 video tra il 26 settembre e il 25 ottobre. Sarà il primo premier che potremo seguire scrollando la home di TikTok.

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