Il premier della Polonia, Mateusz Morawieck: «Uniti in Europa, ma la nostra legge merita rispetto»

Il premier della Polonia, Mateusz Morawieck: «Uniti in Europa, ma la nostra legge merita rispetto»
di Mateusz Morawiecki*
Sabato 30 Ottobre 2021, 00:13
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L’Unione europea si trova oggi in una posizione difficile. Siamo ancora alle prese con le nuove ondate della pandemia e solo all’inizio del processo di ricostruzione delle nostre economie dopo la crisi. Non abbiamo ancora iniziato ad attuare definitivamente il Recovery Fund e, all’orizzonte, si profila il rischio di una crisi energetica. Per la prima volta nella storia europea del dopoguerra, le nuove generazioni non possono essere sicure che riceveranno in dono un futuro migliore.


La pressione sull’Europa sta aumentando. La Russia usa il ricatto del gas per perseguire i propri interessi. Al confine orientale dell’Ue, Polonia, Lituania e Lettonia affrontano le provocazioni della Bielorussia e un’ondata di immigrazione illegale. Inoltre, stiamo assistendo a cambiamenti sullo scacchiere globale: gli Stati Uniti stanno rivedendo la loro strategia e altri paesi aspirano a diventare superpotenze e vorranno prendere il loro posto.


Un eccesso di crisi dovrebbe portare alla responsabilizzazione. Eppure l’Unione europea sta prestando più attenzione a problemi immaginari che a quelli reali. Problemi causati più da essa stessa che da sfide esterne.
Dobbiamo essere uniti di fronte alle sfide. Eppure stiamo sprofondando in controversie interne. Ho l’impressione che per molti politici il conflitto con la Polonia sia un comodo alibi per evitare azioni concrete.
È difficile trovare una nazione più attaccata all’idea di libertà, democrazia e all’idea europea dei polacchi. Nel parlamento e nella vita pubblica polacca dominano le forze europeiste. Eppure i media e i politici stanno cercando di innescare uno slogan propagandistico sulla “Polexit”.


La verità è evidente. La Polonia non va da nessuna parte al di fuori dell’Europa. La Polonia è e sarà membro dell’Ue. Siamo parte integrante dell’Unione Europea. Un’Unione che dovrebbe rifiutare il linguaggio del ricatto, di pressione e di punizione di coloro che hanno una propria opinione. Dobbiamo discutere a suon di argomenti e farlo sempre in uno spirito di rispetto e di ricerca dell’unità. Solo così potremo ritrovare la strada giusta.


La Polonia è un membro fedele dell’Ue.

Rispettiamo il diritto europeo come tutti gli Stati membri. Ma il rispetto dei diritti della comunità non significa che siano al di sopra delle costituzioni nazionali. La Polonia non fa eccezione. Pertanto il pluralismo costituzionale deve rimanere la regola che mantiene l’equilibrio tra i diversi sistemi di diritto nazionale ed europeo. I trattati indicano con precisione quali competenze sono state trasferite alla Comunità dagli Stati membri e quali vengono mantenute in via esclusiva. Il principio del primato del diritto dell’Unione significa che esso ha la priorità nei settori di competenza comunitaria. Lo riconosciamo pienamente anche in Polonia.


Tuttavia, gli Stati sono i “padroni dei trattati, e sono le corti costituzionali nazionali che in ultima analisi prendono decisioni in caso di conflitto tra le norme dei trattati e le norme costituzionali”. Pertanto, la recente sentenza della Corte costituzionale polacca, che ha esaminato il rapporto tra diritto dell’Ue e costituzione, non dovrebbe sorprendere. Corti e tribunali in Germania, Danimarca, Francia, Italia, Spagna, Lituania, Repubblica Ceca e altri Paesi dell’Ue hanno già espresso le loro opinioni in modo simile.


“Il principio del primato del diritto comunitario (...) non può, nell’ordinamento giuridico nazionale, ledere il potere supremo della Costituzione” è una sentenza del Consiglio costituzionale francese. «Il Tribunale costituzionale può esaminare la condizione dell’ultra vires (...) cioè stabilire se gli atti delle istituzioni dell’Unione europea violino il principio di concessione, quando le istituzioni, gli organi e gli organismi dell’Unione hanno superato la portata delle loro competenze in un modo che viola questo principio” lo ha stabilito la Corte costituzionale tedesca. Il suo omologo danese ha dichiarato che “la costituzione vieta il conferimento di poteri in una misura che significherebbe che [uno stato membro] non può essere considerato un paese sovrano e democratico”.

Voglio presentare qui una tesi più forte. Il principio del primato delle costituzioni nazionali è, di fatto, il principio del primato della democrazia degli Stati sulle istituzioni dell’Ue. Oggi rispondiamo alla domanda se le nazioni e i cittadini debbano rimanere i sovrani europei, o se questo ruolo spetti alle istituzioni a Bruxelles e Lussemburgo, caratterizzate da un deficit democratico. Il nostro futuro comune dipende da questa risposta.


*Primo ministro della Polonia

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