Quirinale, il fattore "franchi tiratori" nell'elezione del nuovo Presidente: gli scenari

Quirinale, il fattore "franchi tiratori" nell'elezione del nuovo Presidente: gli scenari
di Diodato Pirone
Domenica 26 Dicembre 2021, 16:27 - Ultimo agg. 28 Dicembre, 08:36
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Quanto conteranno i franchi tiratori nelle elezioni del nuovo Capo dello Stato? Moltissimo, secondo l'opinione di tutti gli osservatori. Tutti ricordiamo quanto accadde nella notte fra il 18 e 19 aprile del 2013 quando 101 Grandi Elettori del Pd non seguirono le indicazioni dell'allora segretario dem Pierluigi Bersani e affossariono la candidatura di Romano Prodi.

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Quirinale, il fattore "franchi tiratori" nell'elezione del nuovo Presidente

Naturalmente la storia non si ripete in modo meccanico ma tutto lascia credere che anche questa volta il fenomeno dei franchi tiratori sarà rilevante.

Perché? In parole povere la scarsa capacità di controllo dei parlamentari da parte delle segreterie di partito, che nel 2013 colpì soprattutto il Pd, oggi è una malattia molto più diffusa.

La conta

Per capirlo non occorre avere una laurea in politologia e basta osservare la composizione dei gruppi parlamentari. Intanto né il centro-sinistra con i suoi 460 Grandi Elettori, né il centro-destra con i suoi 450 voti hanno la possibilità di eleggere da soli il nuovo Presidente che dal quarto scrutinio in poi ha bisogno di almeno 504 voti (sui 1.007 totali perchè i presidenti delle Camere per tradizione non votano). Il parlamento poi è sfarinato e molto poco governabile. Alla Camera ad esempio i deputati iscritti al Gruppo Misto sono addirittura 66 (su 630), di questi ben 24 non sono iscritti ad alcuna componente e sono cioè, "cani sciolti". Il rigonfiamento del Misto dipende soprattutto dal parziale disfacimento dei 5Stelle che hanno perso una sessantina di iscritti al gruppo parlamentare. Ma anche i dem e Forza Italia hanno subito scissioni dopo le elezioni. Dal Pd è nato il gruppo renziano di Italia VIva mentre molti berlusconiani hanno dato vita a Coraggio Italia, la formazione guidata dal presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti.

Al primo mandato

Le segreterie dei partiti devono tener conto anche di un altro fenomeno: circa 450 deputati sono al primo mandato. Questo significa che per ottenere la pensione (a 65 anni e con il metodo contributivo) devono essere stati parlamentari per 4 anni e mezzo, cioè fino al prossimo settembre. Detto in termini più brutali: al di là dei processi politici e delle indicazioni dei segretari di partito è interesse della grande maggioranza dei parlamentari favorire una soluzione che non porti a nuove elezioni. Anche perché con le prossime elezioni eleggeremo solo 400 deputati e 200 senatori contro gli attuali 945.

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