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Rai, Buttafuoco e Osho nel valzer opinionisti. Sale Nunzia De Girolamo, in bilico Lucarelli e la serie di Schiavone​

La tivù di Stato ai tempi del centrodestra: cambio della guardia in molte trasmissioni

Rai, il valzer opinionisti: dentro Buttafuoco e Osho. Sale Nunzia De Girolamo, in bilico Lucarelli e la serie di Schiavone
Rai, il valzer opinionisti: dentro Buttafuoco e Osho. Sale Nunzia De Girolamo, in bilico Lucarelli e la serie di Schiavone
di Mario Ajello
Articolo riservato agli abbonati
Martedì 9 Maggio 2023, 21:32 - Ultimo agg. : 10 Maggio, 11:50
5 Minuti di Lettura

«Noi non vogliamo tagliare, vogliamo aggiungere». Questo il motto con cui la nuova dirigenza Rai è decisa a intraprendere una missione non impossibile ma ad alto rischio politico e d’impresa. Quella di rimettere il servizio pubblico al centro dell’attenzione - già si pensa di organizzare per settembre gli Stati Generali della Rai - ma insieme rendendolo veicolo non più soprattutto di quella che in FdI e nella Lega chiamano «la vulgata di sinistra» ma di una sorta di pluralismo che sappia guardare meglio anche a destra. Per fare questo, è necessario anche un cambiamento di volti e di voci. Ed è quello che nella cucina della Rai in fieri - a guidarla saranno Roberto Sergio e Giampaolo Rossi ma molto conta il ministero della Cultura, per non dire di quello delle Infrastrutture dove Salvini ha occhi spalancati sulla tivvù pubblica - stanno preparando. 

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Tutti a destra si aspettano di vedere, per esempio, un Sanremo - sarà il prossimo direttore del Prime Time a occuparsene direttamente, ovvero Marcello Ciannamea, vicino al Carroccio - che sarà l’opposto rispetto all’ultima edizione: più tradizionalista, con Amadeus “dimezzato” cioè soltanto conduttore e non più direttore artistico (Fiorello già protesta però: «Prendetevelo tutto intero, è un grande come Pippo Baudo») anche perché un direttore artistico il governo ce l’ha in casa ed è Gianmarco Mazzi, attuale sottosegretario alla Cultura, il quale da super-tecnico svariate volte si è occupato in passato della cura del festival dell’Ariston. Non si torna all’antico, nel senso che Mazzi ora fa altro, ma un po’ anche sì: depoliticizzare il festival, e renderlo di nuovo tradizionale e tradizionalista (altro che Rosa Chemical, ci sarà Pino Insegno!), questo è il primo ordine di servizio. 

Ma il Raibaltone, possibilmente senza asprezze e senza dare al Pd l’alibi per dire «golpe», cercherà di riguardare un po’ tutto e tutti. Via Fabio Fazio e al posto del suo show della domenica sera Salvini vuole Giletti. Il Fazio che traslocherà probabilmente al Nove è il segno anche di un’altra trasformazione che sarà tentata: far contare di meno gli agenti esterni che l’hanno fatta da padroni (Fabio come Crozza, già al Nove, è della squadra di Beppe Caschetto). Mentre non avrà bisogno del suo amicissimo Lucio Presta, altro super-big, Matteo Renzi per essere invitato sempre più spesso sugli schermi Rai come direttore del Riformista e come opinionista capace - dal garantismo alle riforme - di essere gradito alla maggioranza pur restando nell’opposizione. E se Renzi sarà un ospite ricercato e frizzante in molte trasmissioni (quello dell’Anti-Travaglio sarà il suo vestito catodico), nel campo della satira si punta a coinvolgere, come ospite o come conduttore (ecco lo Zoro filo-meloniano?) il mitico Osho. Mentre tra i volti nuovi, il grande pubblico potrebbe scoprire un cantante di talento, molto apprezzato nei palazzi di governo, che recita la parte di Febo in Notre Dame de Paris (l’opera di Cocciante) e si chiama Graziano Galatone. 

Il problema è che c’è carenza di donne patriote o sovraniste. E su alcune di queste rarità (Annalisa Bruchi, già con programma Re Start su Rai2 piace soprattutto ai forzisti, la lanciatissima Monica Setta ai salviniani, la direttrice della Nazione, Agnese Pini, è una moderata capace e ben voluta un po’ da tutti) si litiga nel centrodestra: «Laura Tecce è nostra», dicono i leghisti; «macché, è nostra», assicurano i melonisti. In pole anche Nunzia De Girolamo, vista spesso a palazzo Chigi.

 

LE INCOGNITE

Vespa è intoccabile e come Santoro di destra è corteggiatissimo Nicola Porro. Ma anche Paolo Del Debbio piace ai “nuovi” e ciò preoccupa Mediaset: «Vogliono portarci via i migliori». Nel settore intellettuali da scatenare nei palinsesti: oltre al possibile ritorno di Marcello Foa come opinionista (dopo aver presieduto la Rai), Veneziani, Buttafuoco, Giordano Bruno Guerri, l’editore e saggista Francesco Giubilei sono i desiderati top player. I palinsesti sono tutti da fare. Ma nell’intrattenimento, Pierluigi Diaco pare destinato ad essere promosso da Rai2 a Rai1. 

Sport: per la Domenica sportiva - quanto appariranno più di prima nei vari canali Cabrini, Altobelli, Dossena e gli altri campioni invitati alla kermesse milanese di Forza Italia? - si parla della conduzione al bravo Marco Lollobrigida, mentre per la guida di RaiSport il nome è quello di Paolo Petrecca se a RaiNews arriverà il filo-M5S Giuseppe Carboni. A proposito: Conte che sulla Rai con Meloni è in sintonia (la stima e l’amicizia per Chiocci li unisce) sull’informazione spinge molto per il nome del siciliano Roberto Gueli, ex Rai a Palermo e ora vicedirettore della TgR. 

Gravano su tutto ciò una mezza certezza - adieu Concertone del primo maggio in diretta - e due dubbi. Dopo le liti con Alessandra Mussolini e con Enrico Montesano per la t-shirt sulla X Mas, e considerando la poca sintonia con i nuovi governanti, rivederemo Selvaggia Lucarelli nella giuria di Ballando con le stelle? E rivedremo Rocco Schiavone, cioè Giallini il poliziotto non proprio in linea con i dettami della destra benpensante, in versione sesta stagione a cui già (cinque puntate da 100 minuti) si sta lavorando ma chissà? 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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