La scelta del Cda Rai spacca i partiti: scontro nel M5S e guerra Lega-FdI

Rai, il Senato elegge De Biasio e Di Majo membri del Cda
Rai, il Senato elegge De Biasio e Di Majo membri del Cda
di Mario Ajello
Mercoledì 14 Luglio 2021, 20:50 - Ultimo agg. 16 Luglio, 11:03
4 Minuti di Lettura

Esplode l’anarchia 5 stelle sulla Rai. E si conferma l’odio intestino che attraversa il centrodestra, nella lotta spietata tra Lega e Fratelli d’Italia. Il fatto è che ieri le Camere hanno votato i quattro membri del Cda Rai decisi dai partiti, ridotti da Draghi a comparse perfino sulla Rai dove finora dominavano, ed è accaduto di tutto. Ovvero: ha retto l’asse giallorosso, e sono passati Francesca Bria indicata dal Pd e Alessandro Di Majo voluto da Conte, con Italia Viva che si è tenuta le mani libere: «Non ci hanno coinvolto», protesta Anzaldi. Mentre nel centrodestra Giampaolo Rossi, super attivo e potente membro del Cda uscente in quota FdI, è stato impallinato, con il risultato di estromettere l’opposizione dai vertici Rai, nel senso che invece di puntare su di lui Lega e Forza Italia hanno riconfermato Igor De Biasio come era strasicuro (quota Lega) e puntato con successo sulla new entry Simona Agnes, figlia del mitico Biagione che della Rai è stato padre-padrone, con un’operazione Tajani-Gianni Letta che Berlusconi ha festeggiato così: «Bravissimi, è la riprova che Forza Italia ha figure di grande competenza da dare al Paese». Si mastica amarissimo in FdI. Che fino alla fine ha insistito su Rossi ma i berlusconiani erano di altro avviso e ora dicono: «Noi abbiamo proposto figure condivise. E FdI impuntandosi su Rossi è rimasta con niente in mano». Così come la Rai è rimasta senza una persona competente. Ma competition is competition e anche la Lega è felice di aver tolto da Viale Mazzini il rappresentante di un partito rivale, in vista delle elezioni amministrative e poi le politiche in cui il Carroccio ha bisogno anche della Rai (punta al Tg1 con Sangiuliano e ad avere Ciannamea come dg) per non vuole farsi superare dalla Meloni. Qualcuno al Senato così ricostruisce la vicenda: «E’ stata la forzista Ronzulli a guidare l’eliminazione di Rossi. Per fare un favore al Carroccio che ha sempre vissuto con paura il protagonismo di FdI in Rai».

Rai, il blitz di Draghi: Fuortes e Soldi in Cda. Ira Lega: voteremo no

L’anarchia

Ma eccoci all’anarchia 5 stelle, ribadita dal caso Rai. Alla fine Conte è riuscito a piazzare il suo Di Majo (avvocato, professore di diritto societario quasi omonimo dell’altro, Luigi, che però non è suo) ma dopo il voto si è scatenato il putiferio nell’assemblea subito convocata al Senato dai malpancisti stellati. «Avevamo scelto un’altra persona, assurdo che ci impongano Di Majo, che non ha competenze e che tra quelli auditi in Vigilanza abbiamo scartato», dicono alcuni M5S. E ancora: «Avevamo scelto Antonio Palma. Com’è stato possibile ignorare un’indicazione così netta?». E’ stato possibile perché Conte ha voluto il suo collega civilista (esperto in diritti d’autore) e punto. Anche se i grillini se la prendono con il reggente Crimi e contro i capigruppo Licheri e Crippa. «Un assurdo ribaltamento delle decisioni c’è stato», protestano i senatori e anche i deputati: «Di Majo è inadeguato. Se il nuovo corso del movimento inizia così, calpestando la volontà degli eletti, è un brutto inizio». A Conte fischiano le orecchie. I voti per Di Majo, grazie all’accordo con il Pd, ci sono stati ma anche questa vicenda è la riprova che per Conte sarà durissima guidare un partito balcanizzato. 
Ora, mentre Draghi ha scelto ad e presidente in pectore (quest’ultima è Marinella Soldi, l’altro è Carlo Fuortes che dice: «Mi tengo fuori dalle dinamiche politiche, punterò sul prodotto Rai»), la commissione di Vigilanza dovrà votare la presidente.

E lì si annunciano almeno a parole problemi per la Soldi ma il vero obiettivo sarebbe Draghi. Al momento alla Soldi mancano i voti M5S, Lega e FI per passare, in quanto dicono che il premier l’ha imposta senza consultare i partiti e tra lei e Fuortes ha appaltato la Rai alla sinistra. Si annuncia battaglia ma magari non ci sarà perché, come ammette uno dei big in Vigilanza e come pensano più o meno tutti: «Draghi è abituato ad asfaltarci e noi non facciamo altro che avere paura di lui».

© RIPRODUZIONE RISERVATA