Regionali, nel Lazio il centrodestra verso Rocca candidato. In lizza anche Rampelli e Procaccini

Nella terna di nomi presentata da Meloni agli alleati, il presidente della Cri è favorito

Regionali Lazio, chi sono i candidati di Meloni: Rocca, Rampelli e Procaccini. In pole il presidente della Croce rossa
Regionali Lazio, chi sono i candidati di Meloni: Rocca, Rampelli e Procaccini. In pole il presidente della Croce rossa
di Francesco Malfetano
Domenica 18 Dicembre 2022, 17:05 - Ultimo agg. 19 Dicembre, 07:23
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Si va verso Francesco Rocca come candidato del centrodestra alla guida della Regione Lazio. Salvo sorprese dell’ultimo minuto, il nome del presidente della Croce Rossa italiana e della Federazione internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (Ifrc), sembra aver superato quello dei due diretti concorrenti inseriti da Giorgia Meloni nella terna sottoposta a Lega e Forza Italia: il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli e l’eurodeputato ed ex sindaco di Terracina Nicola Procaccini. L’ufficialità arriverà solo oggi ma, stando a fonti interne al centrodestra, la questione sarebbe ormai definita. Al punto che la terna presentata ieri è talvolta valutata come poco più di un escamotage. 

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LA LISTA

La consegna di una lista nelle mani di Silvio Berlusconi e Matteo Salvini sarebbe stata funzionale ad evitare polemiche interne alla coalizione e, soprattutto, in Fratelli d’Italia.

Rampelli infatti, forte di una storia politica rispettatissima nella Capitale e di una schiera di eletti a lui vicini, aveva avanzato una candidatura “forte”. La soluzione però non ha convinto né il presidente del Consiglio né sua sorella Arianna, deus ex machina di questa partita. Escludere a priori un esponente storico del partito però, si ragiona in ambienti FdI, non era fattibile. Non senza qualche strascico. E allora ecco che Meloni non solo avanza un candidato “civico” inattaccabile come Rocca, ma gli affianca anche un suo fedelissimo politico, Procaccini, e lascia che l’ultima parola sia pronunciata dagli alleati. «Un’uscita onorevole per tutti» sintetizzano. 

In realtà però, per quanto il premier stesso ieri abbia ributtato la palla nel campo di Lega ed FI («Ne parlo con loro» ha detto ieri ai cronisti), né Carroccio né azzurri sembrano aver avanzato particolari pretese. In primis perché un sondaggio risalente al mese scorso vedrebbe Rocca vincente sull’unico altro candidato certo fino ad oggi con 2,5 punti percentuali. Secondo una rilevazione Winpoll infatti, il 12 e 13 febbraio Alessio D’Amato (nome scelto da Pd e Terzo Polo) si fermerebbe al 38 per cento contro le 40,5 del candidato in pectore del centrodestra. Un distacco non enorme che però, secondo le ricostruzioni che circolano in FdI, vedrebbe Rocca avvantaggiarsi anche della sfida di carattere “sanitario” in cui si trasformerebbe la competizione elettorale. Il profilo internazionale e la competenza riconosciuta al presidente della Cri sarebbe in grado di scardinare le carte vincenti dell’assessore alla Sanità D’Amato, allargando il voto oltre il centrodestra. Tra gli alleati del resto, gli accordi erano chiari. Salvini aveva esaurito le sue possibilità di scelta imponendo la candidatura del governatore Attilio Fontana in Lombardia e si limita a coprire la carta giocata da Giorgia, preoccupato solamente dal fatto che il nome arrivasse subito per evitare una nuova rincorsa, come già capitato con Enrico Michetti in vista del voto per il sindaco di Roma. 

Idem per Berlusconi che, spiegano fonti autorevoli in FI, si è riservato ieri di compiere una valutazione conoscitiva sui tre candidati, avendo proprio il suo gruppo chiesto una “rosa” da cui scegliere. La riserva non è ancora sciolta, tuttavia ad Arcore non sono maturate particolari opposizioni nei confronti di nessuno dei tre. Per quanto Rampelli goda dell’appoggio anche di una fetta degli eletti di FI, lo stesso Rocca vanta buoni uffici tra gli azzurri. Al netto delle parole di Maurizio Gasparri di ieri non particolarmente apprezzate in Fratelli d’Italia («Tutti rispettabili i nomi che circolano, ma resto e resterò convinto che i politici siano i più adatti a svolgere le funzioni tipiche della politica»), l’avvocato romano nella Croce Rossa ha infatti lavorato braccio a braccio con Maria Teresa Letta, sorella del fedelissimo di Berlusconi  Gianni, recentemente mancata. 

IL PROFILO

Escluse sorprese dell’ultimo minuto quindi, a concorrere per via della Pisana sarà il classe 1965 che prima dei ruoli dirigenziali nella Croce Rossa vanta anche anni di carriera forense (finendo a vivere 5 anni sotto scorta per aver difeso alcuni collaboratori anti-mafia) e, soprattutto, tanto volontariato, tra Jesuit Refugee Service, Caritas e Piccola Casa della Divina Provvidenza Cottolengo. Un profilo trasversale peraltro già preso in considerazione sia come sindaco di Roma che per la casella di ministro della Salute. In quest’ultima occasione però, appena pochi mesi fa, Rocca rigettò l’ipotesi: «Lo escludo, sono stato eletto a giugno da 122 paesi, ho ancora quattro anni di mandato alla Federazione internazionale di Croce Rossa». Per poi sentenziare: «Magari tra dieci anni, ora non posso». Per certe sfide però, il tempo corre più veloce. 

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