Tav, pressing della Ue: «Chiarire il caso dei costi». Tensione Lega-5Stelle

Tav, pressing della Ue: «Chiarire il caso dei costi». Tensione Lega-5Stelle
di Michele Di branco e Alda Vanzan
Giovedì 14 Febbraio 2019, 09:15 - Ultimo agg. 10:58
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ROMA La Tav «è da ritenersi indispensabile in termini di politica dei trasporti dell'Ue» e il progetto «dovrebbe essere attuato nel più breve tempo possibile». La Commissione europea prende una posizione netta sul dossier Torino-Lione, uno dei nodi dello scontro politico interno alla maggioranza giallo-verde che sostiene il governo Conte, e fa sapere che il progetto e i relativi fondi erano già stati autorizzati sulla base del dossier presentato da Italia e Francia nel 2015. La commissaria ai Trasporti di Bruxelles, Violeta Bulc, avverte senza mezzi termini Roma che l'opera deve essere completata. L'analisi costi-benefici è uno dei documenti obbligatori da allegare all'atto di candidatura di progetti come la Tav, ha chiarito ieri Bulc, rispondendo a una interrogazione presentata dagli eurodeputati del Pd, e la decisione relativa alla sovvenzione concessa è stata presa tenendo appunto conto, tra gli altri fattori, dell'esito positivo dell'analisi costi-benefici presentata dall'Italia e dalla Francia quattro anni fa. Come a dire che una nuova analisi relativa a questo progetto non serviva. La Commissione, ricorda Bulc, «è stata comunque informata della decisione del governo italiano di fare una nuova analisi costi-benefici, ma il suo coinvolgimento non è stato chiesto». La Commissione ha confermato di avere sul tavolo il dossier inviato la settimana scorsa dal ministero delle Infrastrutture, ribadendo che «chiederà dei chiarimenti all'Italia». Resta aperta la questione tempi: ovvero quando l'Italia potrà decidere di fermare l'opera o di proseguire senza rischiare di perdere i fondi. La Commissione ha ricordato che riguardo all'eventuale stop dei fondi Ue non c'è una scadenza fissata. Tuttavia, ha avvertito Bruxelles, «più passa il tempo e si accumulano ritardi, più aumentano i rischi». Il primo passaggio importante è previsto per giugno, ovvero dopo le elezioni europee. Per quel mese, infatti, è in programma un check up sullo stato di avanzamento dei programmi finanziati dalla Cef, la Connecting Europe Facility, tra cui la Tav. Se l'Italia non vuole perdere i fondi, deve dare una indicazione prima di quella scadenza. Ma la vera deadline è la fine del 2019, in quanto la redistribuzione dei fondi scatta legalmente a fine anno, a meno che l'Italia non chieda formalmente proroghe o modifiche del Grant agreement, cioè dell'accordo di finanziamento.



LA DIFESA DI CONTE
Intanto ieri, Marco Ponti, il presidente della Commissione cha ha preparato l'analisi costi-benefici sulla Tav ha difeso le conclusioni (l'opera avrebbe un saldo negativo si 7-8 miliardi) del suo gruppo di lavoro ed il metodo stesso di lavoro. «Si tratta di uno strumento imperfetto, anche se l'unico possibile e se qualcuno ne trova uno più diffuso o migliore prende il premio Nobel e ce lo viene a raccontare» ha detto Ponti durante l'audizione in commissione Trasporti alla Camera. Il tecnico ha riconosciuto che l'analisi è manipolabile («ad esempio sui parametri di ingresso») ma ha rivendicato l'indipendenza di giudizio degli esperti della Commissione. Indipendenza che è stata riconosciuta anche da Giuseppe Conte. «Dall'analisi tecnica, che non può essere definita di parte perchè non se ne condividono i risultati ha spiegato il premier il governo muoverà nelle prossime settimane, per giungere a formulare una complessiva decisione politica che non sarà condizionata da posizioni preconcette, ma sarà interamente mirata a realizzare l'interesse generale». Ma intanto, sul fonte politico, la Lega insiste sul progetto. «Non mi risulta che l'Italia abbia detto di no» ha detto il sottosegretario ai Trasporti, Armando Siri. Resta in pista l'ipotesi di una consultazione popolare, organizzata dalle Regioni del Nord. Ieri il presidente del Piemonte Chiamparino, pur escludendo che ci siano già stati contatti in tal senso, ha chiarito che «se il governo dovesse sospendere formalmente la Tav, allora sarei lieto di proporre una giornata di consultazione popolare». E su questa linea è pronto a convergere anche il governatore della Lombardia Fontana.

SISTEMA IN DIFFICOLTÀ
Sul tema delle grandi opere si è espresso, pur se in modo indiretto lo stesso governatore della Banca d'Italia Visco, ricordando che «il crollo degli investimenti privati, al quale si è accompagnato quello non meno grave degli investimenti in infrastrutture e altre opere pubbliche, ha reso manifesta la difficoltà del nostro sistema produttivo».

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