Renzi: «C'è solo un Presidente!». Alla fine Matteo può esultare per la scommessa vinta

Renzi: «C'è solo un Presidente!». Alla fine Matteo può esultare per la scommessa vinta
Renzi: «C'è solo un Presidente!». Alla fine Matteo può esultare per la scommessa vinta
di Mario Ajello
Mercoledì 3 Febbraio 2021, 08:52
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Parla Mattarella, dopo che è venuto tutto giù, e Renzi lo ascolta mentre mangia con un gruppo di amici. Gli suona il telefono e la voce del leader di Italia Viva è esultante mentre segue il discorso Capo dello Stato, al punto che prima di un commento fa un coretto nell'i-phone: «Un Presidente..., c'è solo un Presidente....!!!». Poi si fa serio: «Quelle sul governo istituzionale sono parole sagge e bellissime da parte di Mattarella».

Ha raggiunto lo scopo che voleva Renzi. Ma giura che sul Conte Ter ci ha lavorato fino alla fine, dialogando e non ponendo veti. «Pensate che, per togliere ogni alibi a Pd e M5S, ho anche fatto uscire la Boschi dal novero dei possibili ministri. Sennò quelli s'impuntavano», racconta Matteo. Ma niente: «Si sono impuntati lo stesso». E ancora: «Bellanova al Lavoro mi sembrava una scelta giusta. Ma loro insistevano: la Serracchiani. E non hanno voluto sentire ragioni». E via così: «Noi a proporre e loro a opporsi a tutto. E non a proporre poltrone ma temi. Avevo anche ridotto a un sesto la quota del Mes da richiedere. Risposta? La solita: no!». La verità, parola di Renzi, è che «sono stati arroganti e violenti».

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<h2>La trattativa</h2>

Il capo di Iv viene chiamato da Fico, mentre l'Esploratore a mani vuote sta salendo al Colle. Matteo lo ringrazia: «Hai fatto il possibile». La sua ricostruzione della rottura è questa: «Noi volevamo fare qualcosa di alto e di forte, loro soltanto un rimpastino e un Conte bis bis.

Noi parlavamo delle nuove sfide dell'Italia e loro ci rispondevano: Bonafede non si tocca! Dunque, è saltato tutto. «Ma non è una rottura inspiegabile come dice il Pd», incalza Renzi: «Noi abbiamo posto una serie di contenuti, non abbiamo chiesto poltrone. I colleghi della ex maggioranza hanno detto una sfilza di niet: sull'avvicendamento di Bonafede, sui vaccini, sulla scuola, sull'alta velocità, su Arcuri, sull'Anpal, sul reddito di cittadinanza». E ieri notte parlando con alcuni dei suoi, quelli gli dicono: «Matteo, come si fa a dire che si voleva fare un governo nuovo, quando il Pd e M5S non volevano toccare il presidente del Consiglio, il ministro dell'Economia e quello degli Esteri? Non si può prendere in giro così un Paese che ha bisogno di discontinuità». E ancora: «Noi non abbiamo nulla da rimproverarci», incalza Renzi: «Loro hanno scelto il piccolo cabotaggio e le convenienze spicciole».

Ora ci si avvia a un governo istituzionale, e il modello Ciampi 93, con i partiti che lo sostengono, è quello che piace a Renzi e ai suoi. «I partiti non verranno affatto commissariati - dice uno dei fedelissimi di Renzi - anzi avranno grande spazio e centralità e serviranno poi per dare a Draghi anche i voti per diventare Capo dello Stato».

Il treno

Quanto a Italia Viva, adesso parte il «progetto politico serio», come lo chiamo loro, e coinvolge la Carfagna, Toti e pezzi di Forza Italia. Un'aggregazione di centro, aperta ai berlusconiani e Berlusconi potrebbe essere interessato nel ruolo di padre nobile. Del resto Renzi e il Cavaliere, in questi giorni, si sono sentiti più volte. La paura vera di Zingaretti e dei suoi - si ragiona in Italia Viva - è proprio questa operazione di centro. Non è che difendevano Conte per Conte, ma figuriamoci. Lo difendevano per evitare che partisse questo treno del nuovo centro ma hanno fallito un'altra volta».

 

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