Riaperture, slitta a lunedì la cabina di regia: «Ragionevolezza e prudenza»

Riaperture, slitta a lunedì la cabina di regia: «Ragionevolezza e prudenza»
Riaperture, slitta a lunedì la cabina di regia: «Ragionevolezza e prudenza»
Martedì 11 Maggio 2021, 15:21 - Ultimo agg. 12 Maggio, 09:56
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​Riaperture, la linea ribadita dal premier Mario Draghi «ragionevolezza e prudenza» fa slittare alla settimana prossima la cabina di regia che, dunque, non si terrà questa settimana. Si svolgerà, dunque, lunedì 17 maggio, a quanto si apprende da fonti di governo, la cabina di regia tra le forze di maggioranza e il premier Draghi per discutere delle riaperture.

Resta questa la linea di Palazzo Chigi, che conferma la tabella di marcia: in settimana via libera al dl sostegni bis - in Cdm tra giovedì e venerdì - con quaranta miliardi per rimettere in carreggiata i settori più falcidiati dalla crisi innescata dal Covid; poi la settimana prossima - in base a dati 'consolidati' - una cabina di regia su possibili nuove aperture, che verranno dettate dai numeri.

La rotta resta infatti quella ribadita dal premier Mario Draghi a Porto, a margine del summit europeo, ovvero riaperture nel segno della «ragionevolezza e della prudenza», spiegano fonti vicine al presidente del Consiglio. Confermando che, nella riunione di oggi sul dl sostegni bis, la richiesta di un 'tagliando' su eventuali allentamenti delle misure anti-Covid già venerdì è stata sollevata al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, quando Draghi avava già lasciato la riunione.

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I parametri

Già dal monitoraggio della prossima settimana potrebbero cambiare i parametri che definiscono i colori delle regioni, a partire dall'Rt, ma non c'è ancora l'accordo nella maggioranza su coprifuoco e riaperture, con il centrodestra in pressing per accelerare la ripartenza di tutti i settori ancora fermi e cancellare il 'tutti a casa' alle 22 e l'asse LeU-Pd a ribadire la necessità di mantenere una linea di prudenza e gradualità nelle scelte in modo che le riaperture siano irreversibili, come lo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi ha più volte ribadito.

Il risultato è che non è ancora stata fissata la cabina di regia politica per il 'tagliando' alle misure in vigore, annunciato per metà maggio: è possibile che l'incontro ci sia venerdì e che l'unica decisione che verrà presa è il posticipo del coprifuoco alle 23 a partire da lunedì prossimo. Ma intanto gli effetti dello stallo si sono visti nel vertice a palazzo Chigi.

Ad introdurre il tema delle riaperture e del coprifuoco sono stati innanzitutto la ministra degli Affari Regionali Mariastella Gelmini, il collega della Lega Giancarlo Giorgetti e la titolare di Italia Viva Elena Bonetti. Ma il dossier è stato messo sul tavolo quando Draghi aveva già lasciato la riunione ed era rimasto solo il sottosegretario Roberto Garofoli. Una mossa, quella del premier, che ha tagliato sul nascere ogni possibile discussione anticipata rispetto ai tempi immaginati da palazzo Chigi. Del resto, già nelle scorse ore dalla sede del governo filtrava la linea della prudenza. Una linea secondo la quale la cabina di regia per la valutazione dei dati andrebbe fissata solo la settimana prossima. Numeri che, dettaglio non irrilevante, non forniranno ancora una fotografia piena degli effetti delle riaperture decise il 26 aprile. Ma il pressing dei partiti è forte. L'ipotesi che venerdì ci possa essere un confronto sul tema nel governo, non è ancora da escludere. Così come non è da escludere che il dossier possa emergere nel corso del Cdm chiamato a dare il via libera al nuovo decreto sostegni.

Il centrodestra però insiste e per alzare il pressing presenta al Senato una mozione firmata da tutte le forze politiche, Lega, Forza Italia, Udc e Cambiamo: via il coprifuoco, è la richiesta, anticipare le riaperture previste per giugno e luglio, dunque ristoranti al chiuso, palestre, parchi tematici, fiere, convegni e congressi, consentire l'organizzazione di eventi e cerimonie dando il via libera al settore del wedding, aprire gli stadi al pubblico e i centri commerciali nel fine settimana. «Chiudere gli italiani in casa alle 22 è immorale - dice Matteo Salvini - Davanti a questi dati che abbiamo perché continuare a impedire agli italiani di tornare a lavorare con buon senso ed in sicurezza?». Parole alle quali fonti del partito del ministro della Salute Roberto Speranza replicano sottolineando che è proprio la «linea della prudenza» ad aver garantito un miglioramento della situazione e, dunque «non va abbandonata».

Il compromesso, dicono diverse fonti ministeriali, potrebbe essere appunto nel posticipo del coprifuoco alle 23 e nella definizione di una data certa per quei settori che non hanno ripreso le attività: il wedding, che potrebbe ripartire il 15 giugno, i centri commerciali, che potrebbero tornare a lavorare nei fine settimana dal 23 di maggio. Non dovrebbero esserci invece novità per i ristoranti al chiuso, le palestre (il decreto prevede il 1 giugno) e i parchi tematici (1 luglio), oggi scesi in piazza a Roma: «Lo stato si è completamente dimenticato di noi, vogliamo riaprire subito», è la richiesta generale. Sul tavolo del governo c'è poi un'altra partita ed è quella della modifica dei parametri che definiscono i colori delle Regioni.

Se si continua a tenere in considerazione l'Rt già dalla settimana prossima diverse regioni potrebbero finire in arancione, considerando che con le riaperture l'aumento dei contagi è scontato. Se si vuole rendere la ripartenza irreversibile, dunque, è necessario cambiare modo di valutazione.

La proposta su cui si confronteranno nelle prossime ore governo e regioni è di tenere in considerazione l'Rt ospedaliero, cioè la situazione dei malati covid nelle terapie intensive e nei reparti ordinari. In zona ad alto rischio si andrebbe se le prime superano il 20% del totale dei posti disponibili e le seconde il 30% (oggi la soglia critica è rispettivamente del 30 e del 40%). Verrebbero inoltre definite 3 fasce d'incidenza, con la più alta fissata a partire da 150 casi ogni 100mila abitanti

 

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Centri commerciali: «Perdite per 40 miliardi da inizio pandemia»

 

Dall'inizio della pandemia i centri commerciali e gli outlet hanno registrato «oltre 40 miliardi di perdite, 8 miliardi di entrate in meno nelle casse dell'erario». Lo stima Alberto Frausin, presidente di Federdistribuzione, che oggi, insieme alle altre associazioni di categoria, ha incontrato esponenti politici per sensibilizzare il governo a riaprire nel weekend centri commerciali, parchi commercial e outlet. «Il nostro settore, che incide per l'8% del pil a livello nazionale, è l'unico settore senza data di riapertura», spiega Frausin e «ogni weekend di chiusura sono 150 milioni di mancati incassi per lo Stato».

Turismo, FdI presenta al ministro Garavaglia proposte per il rilancio del settore

Questa mattina una delegazione di Fratelli d’Italia guidata dall'onorevole Francesco Lollobrigida, capogruppo FDI alla Camera dei deputati, in un clima di cordialità e proficuo confronto ha incontrato il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, per presentare le proposte per programmare il rilancio del settore turistico. “Le nostre città, la nostra Nazione, hanno bisogno di rilanciare il Turismo. Oggi, con i nostri assessori al Turismo, al presidente delle Marche Acquaroli e ai nostri responsabili del settore, abbiamo incontrato il ministro Garavaglia al quale abbiamo presentato proposte di assoluto buonsenso per tentare di risollevare un comparto senza guardare a posizioni ideologiche, tentando anzi di superarle in nome di un interesse comune che deve fare della nostra Patria un volàno economico grazie a un settore strategico”, ha detto a margine dell’incontro il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida. Gianluca Caramanna, responsabile dipartimento Turismo FDI, ha sottolineato l’importanza “dell’abolizione totale del coprifuoco, perché soltanto così potremmo riprogrammare i flussi turistici e far ripartire i nostri territori”. “Abbiamo avuto modo di illustrare le opportunità di sviluppo della Regione Marche, soprattutto puntando sulla strategia di rilancio di borghi e residenze rurali, per dare un’offerta aggiuntiva rispetto ai circuiti tradizionali per valorizzare il patrimonio ambientale ed enogastronomico della nostra terra”, ha sottolineato il presidente delle Marche, Francesco Acquaroli. “Abbiamo anche rimarcato – ha aggiunto Riccardo Zucconi, deputato e capogruppo FDI Commissione X - i problemi che derivano dall’applicazione della direttiva europea Bolkestein, che in Italia di fatto blocca l’attività di balneari e ambulanti”. Il senatore e membro della Commissione Bilancio al Senato, Nicola Calandrini, ha sottolineato “l’importanza di eliminare i bonus inutili per intervenire sui costi fissi delle aziende”. “Per la Sicilia, parlando anche di Trasporti, un tema che si intreccia strettamente con quello del Turismo, abbiamo chiesto di intervenire anche sui costi degli aerei per calmierare i prezzi dei biglietti, puntando anche su infrastrutture alternative. Importante anche modificare i controlli sulla regolarità contabile e fiscale per erogare con più velocità contributi alle aziende del settore”, ha affermato Manlio Messina, assessore al Turismo della Regione Sicilia. Lara Magoni, assessore al Turismo della Regione Lombardia, ricorda che il turismo internazionale “rappresenta il 60% dell’economia regionale. Per questo è opportuno intervenire sul credito di imposta per le strutture ricettive. Attenzione dovrebbe essere assicurata anche alle città d’arte, che a causa del Covid hanno pagato un prezzo altissimo in termini di mancate presenze di turisti, soprattutto stranieri”. “Per i borghi della Calabria ci faremo promotori di una proposta di legge che viaggi in parallelo con il Recovery plan, puntando a una fiscalità che preveda zero tasse per 5 anni. Solo così potremo ridare fiducia al comparto”, ha sottolineato l’assessore al Turismo della Regione Calabria, Fausto Orsomarso. “In Liguria, per far ripartire il settore turistico, abbiamo bisogno di più mezzi di trasporto. Inoltre è necessario diminuire la distanza prevista sulle spiagge, per poter aumentare le postazioni disponibili nei nostri stabilimenti balneari”, ha spiegato infine l’assessore al Turismo della Regione Liguria, Giovanni Berrino.

 

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