Salario minimo, Confindustria e sindacati frenano la corsa di Pd, M5S e Leu

Draghi a Palazzo Chigi con i tre leader sindacali
Draghi a Palazzo Chigi con i tre leader sindacali
di Marco Conti
Domenica 26 Settembre 2021, 18:05
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«Stiamo lavorando» alla possibile introduzione di un salario minimo europeo. «È qualcosa che probabilmente sarà proposto durante la presidenza francese dell'Ue. È un tema sul quale lavoriamo, vederemo se saremo pronti». Il Commissario Ue al mercato interno, Thierry Breton, parla ad una radio francese e spezza più di una lancia per l’introduzione del salario minimo. Una misura che in Italia fa discutere divedendo i partiti ma non gli imprenditori dai sindacati che continuano ad avere dubbi sulla misura e, soprattutto, sulla modalità di attuazione. 

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Salario minimo, Confindustria e sindacati frenano

La discussione sul salario minimo «va collocata nel contesto in cui si dà valore ai contratti nazionali, molti già oltre i 9 euro orari, e sostegno legislativo al modello contrattuale». Serve «una legge sulla rappresentanza che dia valore generale ai contratti nazionali firmati dai soggetti maggiormente rappresentativi» contro i contratti pirata. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini pone più di un paletto: «Dare validità generale ai contratti nazionali - continua Landini - vuol dire sancire che i minimi salariali dei Ccnl diventano validi per legge e non possono essere derogati» insieme «a tutti gli altri diritti», come ferie, malattia, orari.

Le posizioni

«Abbiamo la stessa posizione dei sindacati, siamo per rafforzare la contrattazione perché garantisce tutti, e l'esempio ci viene da Ita», sostiene il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che ospite di «Mezz'ora in più», interviene sul salario minimo.

Nei Paesi dove è stato inserito, aggiunge, «la tendenza delle imprese è uscire dalla contrattazione collettiva e questo non è nell'interesse dei lavoratori. Dobbiamo andare a colpire i contratti pirata, che vengono fatti da chi non ha rappresentanza e fanno dumping salariale. Lì dobbiamo lavorare insieme».

Se i sindacati temono di perdere ruolo nella dinamica dei rinnovi contrattuali, per gli imprenditori il salario minimo per legge rischia di diventare nel tempo una sorta di tagliola che potrebbe far aumentare il costo del lavoro. La questione del salario minimo torna periodicamente all’attenzione del dibattito politico. 

 

La discussione

Nel 2018 fu Matteo Renzi ad avanzare la proposta, poi non se ne fece nulla. La competizione elettorale in vista delle amministrative ha rimesso sul tavolo la questione anche perché Pd, M5S e Leu vorrebbero che fosse risolta nel nascente ‘Patto per l’Italia’ che il premier Mario Draghi sta cercando di costruire con imprese e sindacato. 

Domani pomeriggio il presidente del Consiglio incontrerà a Palazzo Chigi i segretari di Cgil, Cisl e Uil proprio per discutere del Patto ma il tema non sembra essere all’ordine del giorno. 

Le implicazioni di una tale disposizione fatta per legge comporta infatti non solo una legge sulla rappresentanza sindacale, ma anche la necessità di stabilire minimo contrattuali per regione. La forte disparità che c’è nel nostro Paese tra regione e regione non consentirebbe infatti una cifra minima unica. Anche i nove euro l’ora proposti dal leader del M5S Giuseppe Conte possono diventare una media, ma sarebbe complicato rendere unico questo salario minimo senza rischiare i provocare effetti sugli attuali livelli di occupazione.

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