Salvini, piano per recuperare consensi: alzare i toni e personalizzare lo scontro

Salvini, piano per recuperare consensi: alzare i toni e personalizzare lo scontro
Salvini, piano per recuperare consensi: alzare i toni e personalizzare lo scontro
di Mario Ajello
Mercoledì 15 Maggio 2019, 07:25 - Ultimo agg. 10:35
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Alza i toni. Riaccende la miccia dello spread. Punta alto sullo sforamento del deficit. Innalza il livello delle promesse elettorali sull'Iva e su tutto il resto. Esagera sapendo di esagerare. Matteo Salvini sembra inquieto assai. Dice sempre che i sondaggi non gli interessano, sa invece che (ma le cifre non si possono dare) sono in altalena e chissà se quota 30 per cento nel voto delle europee del 26 maggio verrà raggiunto, perché nel caso contrario sarebbe un problemaccio. Ecco insomma il leader che pareva avere un vento in poppa sempre più forte, il quale si ritrova a pochi giorni dal voto in una situazione meno facile di quella vissuta in quest'anno di gloria. E deve alzare l'asticella verbale, è costretto a rincorrere e tenere testa alle aspettative che si sono accumulate sulla sua persona e sul suo progetto e non possono sfarinarsi.

E' intervenuto quell'effetto saturazione - previsto da alcuni esperti di comunicazione - che sta incrinando un po' il mito dell'invincibilità di Salvini e magari la connessione sentimentale che finora il leader leghista è riuscito a creare nel Paese, piazza dopo piazza, elezione amministrativa dopo l'altra e si sarebbe dovuto concretizzare nel super-boom del 26 maggio? «Ma quale saturazione!», è la riposta convinta di Matteo ai suoi che gli riportano, senza crederci, questo tipo di discorsi. «Come non mi eccitavo - è il ragionamento di Salvini - di fronte a chi pensava che fossi Superman e ho sempre detto che voglio vedere i voti reali, così non ho ragione di preoccuparmi ora perché qualcuno contesta nelle piazze, e lo hanno sempre fatto in quattro gatti, poverini, e perché Di Maio fa la sua campagna elettorale attaccandoci in continuazione e con ogni pretesto. Vediamo chi sarà il primo alle europee e poi ne riparliamo». La convinzione è che il giorno dopo le europee, il muscolarismo grillino si affloscerà.

SELFIE-POWER
Probabilmente il primo in classifica il 26 maggio sarà proprio il Carroccio. Ma la sequela di incidenti, di scivolate, di piccoli segnali di difficoltà nelle ultime settimane sono innegabili. La foto pasquale con il mitra. Il telefonino tolto alla ragazza nel selfie-imboscata e i vari trucchetti per rovinare al Capitano il selfie-power. Lo striscione «Non sei il benvenuto» rimosso dai pompieri a Brembate e quante polemiche su questa vicenda. Qualche scatto di nervosismo (invece del solito sorriso e ironico lancio di «bacioni» alle «zecche») nei comizi fino al rimbrotto del Capitano al poliziotto che non allontana una tizia che grida. E la nuova baldanza dei suoi avversari - non solo Di Maio - che prima erano depressi e spaesati di fronte al ciclone Matteo e ora hanno ripreso un po' di fiducia. Per non dire del caso Siri: la più plateale sconfitta dell'Invincibile.

FIDELIZZARE
Di fronte a tutto questo - ma anche alla sensazione che Berlusconi non sia finito affatto - Salvini dà l'impressione di non dominare più come una volta il quadro. «Però - spiega Alessandra Ghisleri - ha messo in campo negli ultimissimi giorni una strategia che potrebbe aiutarlo. Quella del referendum personale: scegliete me o gli altri?». Questa strategia però a Renzi portò malissimo nel referendum costituzionale. «Sì, è vero - incalza Ghisleri - ma Renzi era partito troppo presto, nove mesi prima della consultazione. Ed è scattato l'effetto saturazione e l'effetto dispetto». Ancora Ghisleri: «E' alla fine della campagna, come insegna Berlusconi, che bisogna polarizzare sulla propria persona, non prima. Perfino il caso del cardinale che ha riacceso la luce agli abusivi potrebbe rientrare in questo referendum di Salvini su se stesso: siete con me che voglio far pagare le bollette a tutti o per gli altri che parteggiano per gli occupanti illegali? Idem sulle Ong: scegliete me che voglio dare le multe per traffico di clandestini o per chi accoglie tutti indiscriminatamente?».
Antonio Noto (di Noto Sondaggi) vede qualche segno di difficoltà ma «quando si sta sempre sul ring, dopo 10 cazzotti uno lo prendi». Però, «Salvini alza i toni perché il 30 per cento che sa di avere nelle previsioni ha bisogno di fidelizzarlo concretamente. Perciò deve galvanizzare le massime e lo sta facendo sparando sempre più alto».

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