Matteo Salvini, resa dei conti nel centrodestra. Fi e Fdi: «Basta "one man show"»

Matteo Salvini, resa dei conti nel centrodestra. Fi e Fdi: «Basta "one man show"»
Matteo Salvini, resa dei conti nel centrodestra. Fi e Fdi: «Basta "one man show"»
Lunedì 27 Gennaio 2020, 20:12 - Ultimo agg. 28 Gennaio, 00:37
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Ufficialmente tutti uniti ma nel centrodestra Matteo Salvini è finito nel mirino per la sua scelta di trasformare il voto regionale emiliano in un referendum sulla sua persona. Una strategia da 'one man show' che, secondo i suoi alleati, gli avrebbe fatto perdere molti voti, al di là dei suoi demeriti reali. All'indomani della sonora sconfitta di Lucia Borgonzoni in Emilia-Romagna, in chiaro il centrodestra ostenta unità rilanciando la sfida al governo 'Conti duè.

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Ma Silvio Berlusconi vede emergere dal voto in Emilia Romagna un'indicazione di fondo molto chiara: «il centro-destra può vincere solo se esiste un'area di centro liberale, cristiano, garantista adeguatamente forte a fianco della destra democratica». Tra le fila di Fi e Fratelli d'Italia montano più esplicite le critiche sul modo in cui il segretario leghista ha interpretato la sua leadership in queste settimane di febbrile campagna elettorale, in lungo e in largo nella roccaforte rossa. «Non ho niente da recriminare verso nessuno, noi abbiamo fatto la nostra parte, la Lega va oltre il 30%, Salvini ha fatto una campagna pancia a terra, abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare. Non userò il voto in Emilia Romagna per spaccare il centrodestra o creare delle divisioni nel centrodestra» blinda l'alleato Giorgia Meloni. Ma malgrado i due alleati partano da idee molto diverse, oggi nella pancia di Fi e Fdi ci si compatta nel rimbrottare l'iperattivismo salviniano. Matteo - raccontano fonti di FdI - deve capire cosa vuole fare da grande: se intende andare a Palazzo Chigi prima possibile o limitarsi a diventare il 'Le Pen italianò, uno che prende tanti voti per il suo partito ma poi perde le elezioni che contano.

 



È necessario - insistono le stesse fonti - avere più pluralismo e maggiore senso della coalizione. E qualcuno racconta di rapporti freddi, ai minimi storici. Il modello vincente - osservano dentro Fi - è quello di Jole Santelli: una leadership discreta, aperta, capace di includere e coinvolgere in modo ampio diversi settori della società calabrese, come dimostra il clamoroso suo successo. Tuttavia anche il partito azzurro, vincente in Calabria è in crisi in Emilia con cifre debolissime. Per rilanciarsi e fare il punto della situazione, Berlusconi ha riunito i suoi ad Arcore e con Salvini ha avuto una cordiale telefonata. Da via Bellerio si assicura che l'umore di Salvini, malgrado la sconfitta è ottimo: nessuna voglia di polemizzare con gli alleati a cui però si ricorda che il leader della coalizione non si sceglie con strane alchimie ma lo decidono gli elettori.

E, insiste la Lega, il partito verde è passato in Emilia dall'avere 9 consiglieri a 19, in Calabria da zero a quattro. Ma ora bisogna serrare i ranghi in vista delle regionali di primavera: FdI vuole il via libera a due sue candidature a cui tiene moltissimo: «Abbiamo già fatto un accordo - avverte Giorgia Meloni su Rete 4 -. Nell'ambito di queste trattative, Fdi ha Puglia e Marche e abbiamo fatto i nomi di Fitto e Acquaroli. Gli accordi non credo si debbano ridiscutere». Fi, di contro punta i piedi sulla candidatura di Stefano Caldoro in Campania, su cui assicura non intende muoversi di un millimetro, arrivando anche a minacciare di sostenerlo da sola.

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