Sciopero benzinai confermato per il 25-26 gennaio. I sindacati dopo l'incontro col governo: «Decreto va migliorato»

Le due sigle sindacali: «Per fare emergere serietà e competenza richiesta c'è tempo fino al minuto prima della chiusura degli impianti»

Sciopero benzinai confermato per il 25-26 giugno. I sindacati dopo l'incontro col governo: «Decreto va migliorato»
Sciopero benzinai confermato per il 25-26 giugno. I sindacati dopo l'incontro col governo: «Decreto va migliorato»
Martedì 17 Gennaio 2023, 17:38 - Ultimo agg. 19 Gennaio, 09:02
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Confermato lo sciopero dei benzinai previsto per il 25 e 26 gennaio. «Stop confermato in attesa delle valutazioni del governo - hanno scritto in una nota congiunta Fegica e Figisc-Anisa dopo l'incontro di oggi -. Per fare emergere serietà e competenza richiesta c'è tempo fino al minuto prima della chiusura degli impianti».

«Ancora oggi il governo non ha saputo o voluto assumere la responsabilità di prendere impegni concreti sulle questioni che direttamente possono incidere anche sui prezzi dei carburanti - spiegano Fegica e Figisc-Anisa - Immaginando evidentemente di poter continuare a ingannare gli automobilisti gettando la croce addosso ai benzinai».

La nota

Le due sigle confermano «il pessimo giudizio sul decreto, pasticciato ed inefficace, a cui sarà necessario mettere mano pesantemente in sede di conversione.

Abbiamo proposto con serietà al governo di assumere alcune iniziative tutte ispirate al recupero della piena legalità nel settore e al ripristino di un sistema regolatorio certo, con l'obiettivo di adeguare efficienza e gli standard di servizio offerti agli automobilisti italiani e ottenere la proposizione di prezzi dei carburanti equi e stabilmente contenuti. Nel medio periodo è necessario l'avvio di un confronto che metta immediatamente in cantiere la riforma del settore volta a chiudere 7.000 impianti, che secondo una stima prudente sono attualmente nelle mani della criminalità più o meno organizzata, recuperare al gettito erariale circa 13 miliardi di euro sottratti ogni anno alle casse dello Stato e quindi ripristinare condizioni di mercato e concorrenza non drogate. Più nell'immediato deve essere urgentemente varata la norma che preveda controlli e sanzioni - attualmente inesistenti - per i titolari degli impianti che non rispettano gli obblighi di legge imposti sui contratti di gestione e gli accordi collettivi, posto che almeno il 60% dei gestori è senza contratto o con contratti illegali e condizioni economiche minime. Inoltre, è necessario che il Mit apra immediatamente il confronto sul Decreto Ministeriale che regola le concessioni delle aree di servizio autostradali, perché finalmente alle società concessionarie venga sottratta la possibilità di sfruttare a proprio esclusivo beneficio economico un bene in concessione pubblica come le autostrade e possano essere adeguati sia la qualità dei servizi che i prezzi attualmente fuori controllo. Il tutto - proseguono le due sigle - deve trovare collocazione all'interno di un accordo sottoscritto in sede di Presidenza del Consiglio, ad indicare la collegialità dell'intero Governo e sottrarre la vertenza in atto a qualsiasi speculazione all'interno della maggioranza».

La giornata

Il tavolo tecnico si è tenuto al ministero delle Imprese e del made in Italy ed è presieduto dal capo di gabinetto Federico Eichberg con il garante dei prezzi Benedetto Mineo (in qualità di segretario generale del Mimit). Per i gestori delle stazioni di servizio c'erano i rappresentanti delle organizzazioni Faib confesercenti, Fegica e Fegisc-Anisa confcommercio. Queste, deluse dal decreto legge sulla trasparenza dei prezzi pubblicato sabato scorso, chiedono modifiche al provvedimento. 

Un'apertura era arrivata dal ministro delle Imprese, Adolfo Urso: «C'è sempre margine per migliorare, non conosco decreti che non siano stati migliorati in Parlamento», ha detto a margine di un'audizione al Senato su eventuali richieste avanzate dai gestori. «Il governo è sempre pronto, se le richieste fossero in linea con gli obiettivi di aumentare la trasparenza, l'efficacia dei controlli e quindi l'argine a ogni speculazione. Poi c'è anche il Parlamento che può intervenire».

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