Prestiti alle imprese, scontro 5S-Gualtieri sul controllo Tesoro su Sace. Cdm sospeso, poi sembra arrivare l'intesa

Giuseppe Conte in videoconferenza da palazzo Chigi
Giuseppe Conte in videoconferenza da palazzo Chigi
di Alberto Gentili
Lunedì 6 Aprile 2020, 16:19
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Nella notte il compromesso sembrava raggiunto. Invece continua il braccio di ferro tra il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri e i 5Stelle, guidati da Stefano Patuanelli, sul destino di Sace, la società di Cassa depositi e prestiti (Cdp) dedicata al sostegno delle imprese nell'export, cui verrà affidato il compito di garantire i prestiti alle imprese. Uno scontro che ha innescato uno stallo e costretto il premier Giuseppe Conte a sospendere poco prima di pranzo il Consiglio dei ministri chiamato a varare il "decreto liquidità" per le imprese. 

La giornata si era aperta con una tregua. La prova: una bozza che descriveva il compromesso faticosamente raggiunto domenica, tra Conte, Gualtieri e l'amministratore delecato di Cdp Fabrizio Palermo. Questo: Sace resta nel gruppo Cdp ma risponderà della sua attività direttamente al ministero dell'Economia per la gestione delle maxi garanzie a sostegno delle imprese per rispondere ai danni economici provocati dall'emerge del Covid19. «Sace non è soggetta all'attività di direzione e coordinamento di Cdp», si leggeva nella bozza, ma «consulta» preventivamente il ministero dell'Economia sulle «decisioni aziendali rilevanti per un'efficace attuazione delle misure di sostegno all'internazionalizzazione delle imprese e di rilancio degli investimenti con particolare riferimento alle decisioni sul l'assunzione degli impegni e al recupero dei crediti». 

Sace, veniva aggiunto, «concorda» con Cdp le strategie industriali e commerciali al fine di massimizzare le sinergie di gruppo e aumentare l'efficacia del sistema di sostegno all'esportazione e all'internazionalizzazione delle imprese e di rilancio dell'economia. In considerazione del ruolo strategico di Sace, di aggiungeva,  Cdp «concorda» preventivamente con il Mef l'esercizio dei diritti di voto derivanti dalla partecipazione in Sace, inoltre  Cdp consulterà preventivamente il Tesoro sul resto operazioni di gestione della partecipazione in Sace. 

Però, nella notte, i 5Stelle decidono di alzare nuove barricate.
C'è da difendere il ruolo del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che con Sace spinge l'export italiano. E c'è anche da tutelare Cdp che, da questa operazione, rischia di uscire indebolita. Conte perciò convoca alle 9 del mattino i capi delegazione. Due ore di riunione e nuova fumata nera: 
«Si deciderà in Consiglio dei ministri», fanno sapere da palazzo Chigi. 

Invece anche durante la riunione del governo il nodo non si scioglie. Il ministro grillino allo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, propone come mediazione un presidio rafforzato del Tesoro in Sace in relazione al fondo di garanzia per i prestiti (si parla di 10 miliardi) alle imprese. Ma Gualtieri non ci sta. Così poco prima di pranzo Conte sospende la seduta e rinvia. 

Poco prima della ripresa del Consiglio dei ministri il Tesoro annuncia che è stata trovata un'intesa complessiva sul "pacchetto liquidità" alle imprese, in grado di mobilitare risorse per oltre 750 miliardi di euro, oltre 400 in più rispetto ai 350 miliardi già previsti nel decreto "Cura Italia". Ai 5Stelle, Gualtieri garantisce che verrà rafforzato il ruolo di Sace anche nel campo dell'export e del sostegno alla internazionalizzazione delle imprese. Ciò che chideva Di Maio. In particolare, si mobilitano 200 miliardi di prestiti con garanzie fino al 90% per tutte le imprese, senza limiti di fatturato, e altri 200 miliardi di crediti destinati al sostegno dell'export.
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