Sindaco Roma, oggi si decide. Federazione centrodestra: il timone di FI a Salvini, Berlusconi cede ai figli

Sindaco Roma, oggi si decide su Roma. Federazione centrodestra: il timone di FI a Salvini, Berlusconi cede ai figli
Sindaco Roma, oggi si decide su Roma. Federazione centrodestra: il timone di FI a Salvini, Berlusconi cede ai figli
di Marco Conti
Mercoledì 9 Giugno 2021, 10:24 - Ultimo agg. 19 Febbraio, 14:34
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«Alla federazione con la Lega possiamo anche dire di no, ma qual è l'alternativa?». Per fotografare lo stato d'animo che serpeggia in Forza Italia bastano le parole di un senatore azzurro non particolarmente convinto della prospettiva che Matteo Salvini sta perseguendo con una certa tenacia dopo il via libera di Silvio Berlusconi. «Nessuna fusione», ripete il leader del Carroccio che ha anche qualche problema in casa, visto che più di un leghista ha iniziato a farsi i conti dei seggi in meno che potrebbero avere a disposizione gli uscenti. E non solo a seguito del taglio dei parlamentari.


Ma il problema per gli azzurri, come riassume il senatore, non è Salvini, ma il «sì» di Berlusconi attraverso il quale il Cavaliere compie un corposo passo indietro molto vicino al ritiro dalle scene.

Al punto, rivela Salvini a Porta a Porta, che Berlusconi «mi ha proposto il partito unico». Una scelta netta, quella del Cavaliere, in parte dovuta ai più recenti problemi di salute e alla conseguente e crescente pressione dei figli preoccupati per la salute di un padre che ha varcato da tempo gli ottanta e che, dopo essere stato messo al riparo dalle sfuriate di Francesca Pascale, ha bisogno di non essere più assediato ad Arcore da parlamentari e aspiranti successori in cerca di legittimazioni. Per Berlusconi un ruolo da padre nobile nella convinzione - che ad Arcore non a caso si continua a coltivare - che tale scelta possa essere la migliore in vista si una possibile ascesa del Cavaliere al Quirinale.


Aspirazioni a parte, la strada della federazione è ancora lunga e, ovviamente, non è detto che l'attuale FI confluisca tutta nel nuovo soggetto politico che dovrebbe marciare insieme anche in vista delle elezioni politiche del 2023. Spingono per la fusione i senatori Ghedini e Ronzulli. Contrarie le ministre Carfagna e Gelmini il cui fronte si è ingrossato dopo la poco apprezzata scelta del vicepresidente di FI Antonio Tajani e di Maurizio Gasparri di aprire le porte del partito all'ex grillino De Vito. Anche se non tutti arrivano a provare «il ribrezzo» del deputato di FI Andrea Ruggieri, nel partito romano si prevedono altre fughe dopo quelle pesanti di Bordoni e dei fratelli De Lillo. Nel primo pomeriggio i leader del centrodestra, Salvini, Meloni e Tajani, si riuniranno per ufficializzare i nomi dei candidati. A Roma viene data per scontata la discesa in campo di Enrico Michetti, a Bologna Roberto Mugavero, mentre a Milano Oscar di Montigny, genero di Doris, è il primo della lista.


LE CARTE
Non è stata invece ancora convocata la riunione tra Lega e FI per discutere come strutturare la federazione e, soprattutto, se avviare l'iniziativa da subito o attendere le elezioni amministrative come vorrebbe una parte di FI. La virata al centro di Salvini, che dopo aver cambiato il dna della Lega da fedaralista a nazionalista si appresta a mutarlo ancora, ha infatti bisogno di tempo per essere condivisa. Al senatore azzurro Andrea Cangini, che il giorno prima chiedeva alla Lega di dimostrare di essere «un partito liberale» si è unito ieri il presidente del Ppe, il tedesco Manfred Weber: «Salvini si concentri sul lavoro da fare con Draghi, poi si vedrà» quanto «affidabili» e «costruttivi» si saranno rivelati «i partiti». Come dire che c'è ancora tempo per l'ingresso degli europarlamentari leghisti nel Ppe.

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