Siri: «Basta polemiche e veleni, io penso solo a tagliare le tasse agli italiani»

Armando Siri
Armando Siri
di Umberto Mancini
Martedì 16 Luglio 2019, 07:53
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«Non voglio fare polemiche. Sono stanco e amareggiato. Parliamo delle proposte, delle cose concrete. Del resto non mi importa». Armando Siri, l'ex sottosegretario leghista alle Infrastrutture e ai Trasporti, costretto alle dimissioni nonostante la una vicenda giudiziaria dalla quale ancora oggi non sono emersi fatti concreti, ha appena finito di parlare al Viminale nel corso dell'incontro sui temi economici organizzato da Matteo Salvini con oltre 40 rappresentanti delle parti sociali. Un vertice in cui ha illustrato, lui padre della Flat tax, il piano d'azione della Lega per ridurre le imposte. Un'operazione monstre che vale 13 miliardi che, dice al Messaggero, «ho spiegato a sindacati e organizzazioni datoriali nei minimi dettagli». Fornendo cifre, esempi, tabella di marcia, costi.

I VELENI
Una presenza, quella di Siri a fianco di Salvini, giudicata inopportuna dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e, sopratutto, dal vice premier Luigi Di Maio che lo ha attaccato frontalmente: «I sindacati trattano con Siri? Agiremo di conseguenza», ha detto il ministro alludendo al fatto che Siri è indagato. Un'osservazione brutale che ha sollevato molte proteste, alla quale Siri preferisce non replicare. «Non voglio alimentare veleni, a me interesse solo illustrare il nostro progetto. Si tratta di una operazione che interessa 20 milioni di famiglie e 40 milioni di persone. E riguarda i redditi familiari fino a 55 mila euro che potranno scegliere di avere una tassa piatta del 15%».

Ai sindacati che lo incalzavano ha spiegato che la Flat tax sarà un sistema opzionale. «Ogni famiglia - dice ancora - dopo essersi fatta i conti deciderà se aderire o no. E se conviene optare per la tassa piatta o mantenere il vecchio sistema». E già perché bisognerà capire, visto che verranno accorpate tutte le deduzioni e detrazioni fiscali attuali, il regime più favorevole. «Potenzialmente verranno coinvolte - sottolinea - il 70% dei single, il 90% delle famiglie mono reddito e il 60% di quelle bireddito. Con un costo complessivo per le casse dello Stato di circa 13 miliardi, a cui vanno aggiunti 2,5 miliardi per l'accorpamento delle ultime due aliquote (quelle del 41 e del 43% verranno portate al 38%)».

Siri vorrebbe continuare a parlare della sua proposta, «perché - dice - le organizzazioni sindacali hanno ben capito il concetto, una impostazione dove nessuno ci perde e in molti ci guadagnano». E se si prova a sollecitare nuovamente un commento sulle frecciate di Conte e Di Maio, finge di non sentire e prosegue: «Sono previsti benefici rilevanti anche per le famiglie con due redditi. A tanti converrà aderire - dice - perché saranno evidenti i vantaggi e si potrà sempre scegliere la strada migliore». Per questo i sindacati hanno chiesto, condividendo l'impostazione di massima, ulteriori chiarimenti sopratutto per quanto riguarda i lavoratori dipendenti. «Spero che si riesca a trovare una sintesi condivisa, dopo un dialogo proficuo. Sono qui per dare un contributo. Del resto - conclude - non mi interessa».
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