Sondaggi politici, Meloni verso il 30%. Il M5S supera il Pd e diventa il secondo partito

I dem sempre più in crisi si fermano al 16,7% un punto dietro ai grillini nella corsa alla leadership del centrosinistra

Sondaggi politici, Meloni verso il 30%. Il M5S supera il Pd e diventa il secondo partito
Sondaggi politici, Meloni verso il 30%. Il M5S supera il Pd e diventa il secondo partito
di Fausto Caruso
Lunedì 14 Novembre 2022, 14:56 - Ultimo agg. 15:50
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Se si rivotasse domani come finirebbe? Il vincitore sarebbe ancora chiaro, anzi più chiaro del 25 settembre, visto che Fratelli d'Italia, il partito della Premier Giorgia Meloni, consolida la sua crescita e si attesta al 28,4%, un aumento di oltre due punti rispetto alle elezioni. I dati sono quelli del sondaggio svolti da EMG per Agorà e fotografano l'evoluzione delle intenzioni di voto degli italiani.

Se i numeri confermano il primato incontrastato di FdI, la novità più importante è il cambio al secondo posto. Il rilevamento diffuso oggi, 14 novembre, pone il Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte alle spalle della premier con il 17,7%, in crescita di oltre due punti dal voto. I grillini sì posizionano così un punto pieno sopra a un Partito Democratico in piena crisi e in cui si moltiplicano le voci che vogliono l'anticipo del congresso dalla data prevista del 12 marzo a febbraio o addirittura a fine gennaio, per arrivare con la nuova leadership già formata alle elezioni regionali in Lazio e Lombardia.

Il dato sottolinea uno spostamento deciso dell'elettorato di centrosinistra verso i pentastellati che hanno una visione più chiara su alcuni temi di bandiera come la difesa del reddito di cittadinanza. I dem devono affrettarsi ad avere una reazione chiara se non vogliono trovarsi al perpetuo inseguimento dell'ex premier.

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Grossomodo satabile la situazione negli altri partiti, con la Lega che recupera qualche virgola rispetto alle settimane precedenti e si riattesta sull'8,9 delle elezioni, così come rimane sul 7,7 il Terzo Polo. Lieve calo per Forza Italia, il partito che ha più sofferto la formazione del governo tra polemiche e veti incrociati. La formazione del Cav è data al 6,9%, percentuale comunque più alta di alcuni sondaggi delle scorse settimane.

La nota dolente è che il "primo partito" rimane quello degli astenuti/indecisi, che si attesta a un preoccupante 40%.

 

La fiducia nei Leader

Se FdI continua a salire, la fiducia nella presidente del Consiglio subisce un lieve calo: 48 punti contro i 51 della settimana scorsa. Secondo Fabrizio Masia, Amministratore Delegato di EMG, da un lato questo è il primo segno della fine dell'idillio post elettorale tra paese e vincitore, dall'altro si spiega con il rafforzamento di Meloni su posizioni più spiccatamente di destra. Il dato rimane comunque molto alto se si considera che l'intera coalizione di centrodestra aveva ottenuto il 44% su un 64% di votanti.

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Le posizioni chiare su temi cari alla base leghista, come sicurezza e immigrazione, aiutano anche la crescita dell'alleato Matteo Salvini, che passa dal 26 al 29% in una settimana. A favore del segretario del Carroccio gioca il fatto che, sempre secondo Masia, ben il 64% del campione ritiene il problema dell'immigrazione prioritario per l'agenda di governo. La "preoccupazione" per il Capitano è che il governatore del Veneto, Luca Zaia, lo supera di 13 punti con una fiducia stabile al 42% che potrebbe rappresentare una potenziale insidia alla leadership salviniana.

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A sinistra, lieve calo del gradimento per Giuseppe Conte che scende dal 40 al 38%, rimanendo però nettamente avanti ai rivali del mai nato "campo largo": il segretario dem uscente Enrico Letta recupera 2 punti, ma non va oltre il 22% e anche il governatore dell'Emilia Romagna e favorito per la successione alla segreteria, Stefano Bonaccini, si ferma al 33%.

Nonostante le polemiche e le gaffe, l'immarcesibile Silvio Berlusconi recupera punti e pareggia il 29% dell'alleato leghista.

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