La viceministra Teresa Bellanova: «Più organici per le verifiche. Le riaperture? In sicurezza»

La viceministra Teresa Bellanova: «Più organici per le verifiche. Le riaperture? In sicurezza»
​La viceministra Teresa Bellanova: «Più organici per le verifiche. Le riaperture? In sicurezza»
di Barbara Jerkov
Giovedì 27 Maggio 2021, 02:50 - Ultimo agg. 07:45
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La tragedia di Mottarone frutto di una precisa volontà umana, secondo la procura, per riaprire quanto prima dopo mesi di stop: “Omissione consapevole”. Una svolta che deve preoccuparci ulteriormente viceministra Bellanova, visto che anche altri operatori potrebbero essere tentati di fare lo stesso?
«Comprendo lo sgomento e il timore, chiamiamolo pure paura, che può ingenerarsi nelle persone e, direi, soprattutto nelle famiglie. Timore che mi piacerebbe fugare del tutto perché, a maggior ragione in questo momento così delicato delle riaperture, le persone hanno bisogno di riacquistare il piacere di tornare alla normalità. E il ritorno alla normalità non può assolutamente coincidere con una tragedia enorme, inconcepibile e, se fosse confermata la precisa volontà umana di cui parla la procura, imperdonabile, che rischia di gettare una luce oscura su questo tipo di infrastrutture e non solo. Chiunque sia a gestirle ha una doppia responsabilità: la buona gestione e la reputazione complessiva. E’ una responsabilità a cui nessun operatore deve mai venire meno. E con questo spero di aver risposto anche alla sua domanda».

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In Piemonte ci sono solo tre ingegneri per controllare 217 impianti: una sottovalutazione della delicatezza della questione anche da parte del ministero?
«Nessuna sottovalutazione.

Gli Uffici dedicati svolgono visite periodiche calendarizzate in base alle esigenze. La Commissione ispettiva insediata al Ministero dalla Direzione generale per le investigazioni immediatamente a ridosso della tragedia, composta da esperti qualificati nel settore della sicurezza del trasporto a fune, fornirà un apporto determinante. Affiancandosi a quelle competenti e alle indagini della magistratura, dimostra l’attenzione dovuta e anche la necessità di valutazioni a 360gradi, anche sulla opportunità eventuale di rafforzare gli organici per i controlli. Una cosa è certa: mai più. Lo dobbiamo alle vittime e alle loro famiglie».


Sta di fatto che dopo questa lunga pausa da lockdown, c’è il rischio che anche altri impianti di risalita non siano sicuri. Cosa intende fare il governo?
«Non affrettiamo giudizi. Rivolgo per questo un appello ai gestori: al di là della data di riapertura, ognuno faccia quello che deve. Chi si avvicina agli impianti di risalita non deve avere paura, deve farlo con tutta tranquillità. Non è concepibile che, per guadagnare qualche giorno in più di lavoro, qualcuno abbia scientemente messo in pericolo vite umane fino a causarne la morte. Oltretutto scienza e tecnologia mettono a disposizione tutto quanto serve per garantire sicurezza totale. Il governo farà quello che deve. Come ho già detto altre volte, dobbiamo essere in grado di strutturare in modo efficiente ed efficace i controlli del pubblico, è una sfida a cui non possiamo sottrarci. E’ il tema del controllo che rende plausibile la funzione del privato». 


Il 15 giugno è prevista anche la riapertura dei parchi divertimento: se la sente di rassicurare le famiglie sulla loro messa in sicurezza?
«Intanto parliamo di strutture totalmente differenti. Non commettiamo l’errore di generalizzare. Non è possibile addebitare comportamenti criminali, chiamiamoli con il loro nome, a imprenditori onesti e per bene, che di sicuro hanno a cuore la sicurezza dei loro clienti e delle strutture e il buon nome delle loro imprese. Ne va della vita stessa delle aziende».


E’ ipotizzabile un rinvio di queste riaperture specifiche affinché venga fatto prima un controllo capillare delle strutture?
«E’ una valutazione tecnica. I nostri uffici sono al lavoro con tutta la competenza di cui sono capaci. Per mesi ho sollecitato riaperture in totale sicurezza. La sicurezza viene prima ed è necessario garantirla. Dovunque, comunque».


I fondi del Recovery potrebbero essere destinati in parte anche a una revisione globale di questo tipo di impianti a livello generale?
«Vado per gradi. Intanto parliamo di impianti gestiti da privati, su cui hanno competenza gli Enti locali, le Regioni, il Ministero del Turismo. Al nostro ministero spetta la vigilanza sulla sicurezza, non sul finanziamento, ed è la ragione per cui domenica sono state rese note la data della revisione generale dell’impianto di Mottarone, nell’agosto 2016, e poi quelle dei controlli fino allo scorso dicembre. Poi faccio un ragionamento di elementare obbligatoria accortezza e dovuto buon senso. La sicurezza e le manutenzioni sono un fatto ordinario, non straordinario. L’obiettivo del Recovery è il rilancio del Paese, il suo destino nei prossimi 20 anni. Qui parliamo di strutture, come gli impianti di risalita ma non solo, che non devono certo aspettare un Piano nazionale di ripresa per la manutenzione ordinaria e straordinaria, né tantomeno per garantire le ispezioni e i controlli di sicurezza dovuti dal gestore per legge. Sicurezza e certezza dovuta agli utenti come ai lavoratori sempre, ogni giorno dell’anno».
 

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