Vaccino, niente obbligo: ma spunta il patentino per hotel, voli e palestre

Vaccino, niente obbligo: ma spunta il patentino per hotel, voli e palestre
Vaccino, niente obbligo: ma spunta il patentino per hotel, voli e palestre
di Francesco Malfetano
Mercoledì 30 Dicembre 2020, 22:51 - Ultimo agg. 31 Dicembre, 14:23
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Sul vaccino «non ci sarà vincolo di obbligatorietà» ma, al vaglio del governo, ci sono proposte per «una maggiore mobilità» per chi sceglie di immunizzarsi. Un patentino vaccinale in pratica. Così ieri il premier Giuseppe Conte, nel corso della tradizionale conferenza di fine anno organizzata a Villa Madama dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, ha provato a smontare alcune delle polemiche che hanno accompagnato i primi giorni della campagna vaccinale.

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Al di là dei proclami però, sul tema della somministrazione imposta a tutti gli italiani o almeno ad alcune categorie professionali la porta non appare del tutto chiusa. «Lasciamo che parta questo piano vaccinale, vediamo il riscontro che ci sarà» ha detto Conte, non solo ribadendo cautela e fiducia nel senso di responsabilità dei cittadini, ma anche prestando il fianco a chi - dentro e fuori il suo governo - l’obbligatorietà la vorrebbe eccome.

Una schiera a cui si sono iscritti, in maniera più o meno ufficiosa, e talvolta chiedendo l’imposizione solo per alcune categorie (sanitari piuttosto che dipendenti della Pa o forze di Polizia) sia la viceministra alla Salute Sandra Zampa che la ministra dei Trasporti Paola De Micheli («Non lo escludo» ha dichiarato martedì), oltre alle compagini guidate da Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. 

IL PATENTINO
Palazzo Chigi in pratica prende tempo e si apre alle alternative. Sulla patente di immunità «faremo delle valutazioni» ha dichiarato ieri il Premier «ci sono proposte per una valutazione per una maggiore mobilità per chi fa il vaccino, non abbiamo deciso nulla». L’idea è quella di una sorta di patentino digitale dell’immunizzazione. Un certificato da avere sempre con sé che permetterebbe di accedere ad hotel, palestre, piscine, cinema, teatri, voli aerei. Vale a dire a tutte quelle attività ritenute non essenziali che sono state oggetto di chiusura o fortissime limitazioni. Non a caso l’ipotesi è stata caldeggiata da molte associazioni di categoria e da diversi assessori regionali al Turismo. Proprio da questi ultimi infatti, potrebbe arrivare l’input decisivo, scegliendo di portare la pratica sul tavolo della prima conferenza Stato-Regioni del 2021 che si terrà a metà di gennaio. Inevitabilmente però, perché il progetto possa prendere davvero forma, non solo bisognerà aspettare la primavera ma anche sperare che non si accumulino ulteriori ritardi sulla tabella di marcia del piano vaccinale. Questa ipotesi del passaporto infatti, verrebbe contemplata dall’esecutivo solo nel momento in cui le dosi siano state somministrate a una fetta già considerevole della popolazione. Al contrario, si rischierebbe di escludere dal ritorno alla vita sociale chi verrà immunizzato per ultimo perché non appartenente alle fasce prioritarie. 

Nonostante della proposta si stia parlando molto solo ora, quella di un patentino o di un certificato speciale, è un’ipotesi su cui si sta lavorando già da mesi. «Stiamo progettando una piattaforma informatica che consentirà di gestire la verifica della somministrazione per sapere come si chiamano le persone che hanno fatto il vaccino e dove lo hanno fatto» aveva spiegato il commissario per l’Emergenza Domenico Arcuri il 18 novembre scorso alludendo alla piattaforma che - stando alle dichiarazioni dello stesso Arcuri di pochi giorni fa - sarebbe in via di rilascio agli inizi di gennaio. Un sito o una app, ancora non è noto, in cui si spera possano confluire in maniera trasparente e accessibili a tutti i dati sulle vaccinazioni (non i nomi dei vaccinati ovviamente) proprio come già accade, ad esempio in Germania. Informazioni preziose per comprendere l’avanzamento del piano che oggi vengono comunicate senza una cadenza precisa e senza una suddivisione tra le categorie. 

Intanto ieri, come sottolineato dal viceministro Pierpaolo Sileri, la possibilità di vaccinazione anti-Covid nelle farmacie è stata inserita nella legge di Bilancio e approvata dal Senato. «Per l’anno 2021 il vaccino potrà essere somministrato sotto la supervisione di medici, assistiti, se necessario, da infermieri o da personale sanitario formato». 

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