L’Rt, l’indice di trasmissione del coronavirus, ha superato il livello critico di 1 su base nazionale. La variante inglese rappresenta già il 54 per cento dei nuovi casi e, visto che corre a una velocità superiore del 40 per cento rispetto a quella del ceppo originale, il ritmo di crescita dei contagi è destinato a diventare sempre più pericoloso. Ci sono regioni come la Lombardia che vedono all’orizzonte scenari come quelli dei giorni più bui, tanto che ieri, in un solo giorno, ha fatto segnare oltre 5.000 nuovi casi (non succedeva da novembre) e - segnale perfino più preoccupante - si trova con 5.300 posti letto occupati da pazienti Covid, di cui 532 in terapia intensiva (solo ieri altri 56 ricoveri). In Lombardia l’epidemia è ripartita, il tasso di positività dei tamponi è vicino al 10 per cento, solo la provincia di Milano ha 1.200 nuovi casi in 24 ore. Il presidente Attilio Fontana è corso ai ripari, dichiarando la zona arancione rafforzato, ma nella riunione della cabina di regia di oggi, che stilerà il report settimanale, si lavorerà su dati secondo cui la Lombardia può passare in fascia rossa.
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Lo stesso succederà all’Emilia-Romagna, dove l’epidemia negli ultimi giorni ha avuto un’impennata violenta e dove Bonaccini ha già colorato di rosso o arancione scuro quasi tutte la regione.
In bilico il Piemonte, che da arancione rischia il rosso e che anche ieri ha superato quota 2mila nuovi casi positivi. Vi sono poi alcune regioni che da giallo vanno verso l’arancione: in particolare appare scontato il passaggio per il Veneto, il cui Rt è a 1,12. Lo stesso governatore Luca Zaia ha preannunciato: «I numeri si stanno ingrossando. Ho sentito il ministro Speranza, di certo ci sono regioni più in sofferenza di noi: l’Italia si sta colorando sempre più di arancione e rosso».
Si trova a un soffio dall’arancione ma potrebbe salvarsi anche questa settimana il Lazio: l’Rt è a 0,98, l’indice di riempimento degli ospedali è ancora sotto controllo. Ieri ci sono stati 1.700 casi, il 30 per cento in più della settimana precedente, ma da regolamento del sistema dei colori il Lazio può evitare l’arancione, anche se nei fatti vi è già un’intera provincia, Frosinone, con quella classificazione. Il caso Lazio è particolare: a sud c’è la Campania, che sta avendo un netto incremento dei casi tale da finire in fascia rossa, a est ci sono l’Umbria e l’Abruzzo, che stanno combattendo contro le varianti e a causa di questo hanno gran parte del loro territorio in rosso; a nord la Toscana prosegue con la classificazione in arancione: eppure, nonostante questo assedio, il Lazio non ha maturato pienamente le condizioni per il passaggio in arancione.
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Non solo: secondo l’indagine dell’Istituto superiore di sanità, la variante inglese rappresenta già il 34,2 per cento dei nuovi casi nel Lazio, quella brasiliana il 13,2 (qui si paga la vicinanza con l’Umbria dove questa variante sta galoppando). Serve mantenere la guardia altissima, perché ciò che i numeri ancora non raccontano in pieno (ma anche ieri oltre 1.700 nuovi casi), potrebbe presto essere alimentato dalla diffusione velocissima delle varianti. Abruzzo e Umbria verso la conferma dell’arancione. Anche le Marche hanno questa classificazione ma vedono un costante incremento dei casi (ieri 919) e si ritrovano con due province già in fascia rossa, Ancona e Macerata.