Abruzzo, morto l'ex governatore Antonio Falconio

Abruzzo, morto l'ex governatore Antonio Falconio
Abruzzo, morto l'ex governatore Antonio Falconio
di Stefano Dascoli
Giovedì 23 Dicembre 2021, 07:43 - Ultimo agg. 10:16
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«I campanili sono un male esiziale per l'Abruzzo. Ritengo che vada lanciato il cuore e anche la capacità di costruire l'iniziativa politica oltre l'ostacolo dei vecchi moduli del campanilismo. Credo di aver combattuto, come diceva San Paolo, la mia battaglia, che è stata quella di far sì che l'Abruzzo non fosse un apolide tra le regioni europee». Così parlava Antonio Falconio nel 1997, in un'intervista al Messaggero, nel cuore del suo mandato da presidente della Regione, cominciato nel 1995 e terminato nel 2000, quando lasciò lo scranno a Giovanni Pace. Parole che oggi, alla luce della sua scomparsa, suonano quasi come un manifesto e, di certo, hanno il sapore di un'eredità morale e politica. Il presidente della transizione (dell'Abruzzo verso l'Europa, fuori dal sottosviluppo, ma dopo la clamorosa rinuncia ai fondi dell'Obiettivo 1), come si definì una volta, è morto ieri, all'età di 83 anni. Con lui - e insieme a lui la scomparsa di Pace, nel 2018 - si chiude una pagina importante della storia della regione. Nativo di Navelli, nell'Aquilano, è stato giornalista alla Rai e protagonista di primo piano nella vita politica abruzzese e anche nazionale.

Aveva cominciato la sua carriera con la Dc, come capogruppo alla Provincia, in Comune e poi al consiglio regionale. È stato vicesindaco dell'Aquila e poi eletto deputato, nel 1979.

Sempre all'interno della Dc, ha ricoperto il ruolo di responsabile dell'ufficio per i problemi sociali della direzione centrale. Quando la Dc si è sciolta, è passato al Partito popolare, di cui ha ricoperto anche la carica di segretario regionale. Nel 1995, come detto, l'elezione a presidente della Regione con il centrosinistra. Nel 2000, al termine del suo mandato, venne sconfitto da Giovanni Pace, ma rimase comunque in consiglio come primo dei non eletti. Nel 2002 era entrato a far parte dell'Udc.


Uomo schivo, ma benevolo, aveva nel sorriso gentile e nel tono pacato i suoi tratti distintivi. Ha vissuto per un periodo all'Aquila con la moglie Isabella e i tre figli Francesca, Paolo e Benedetta. Come giornalista professionista dal 1966, ha lavorato prima in alcuni quotidiani, poi alla Rai. Per il Giornale radio si è occupato di politica interna, economica e delle tribune politiche. Di estrazione popolare, si è sempre collocato nella sinistra della Dc: il suo riferimento era il fanfaniano Lorenzo Natali. Era riuscito a godere di una certa autorevolezza anche in Europa dove è arrivato ad essere vicepresidente della Conferenza delle regioni mediterranee. Lunghe passeggiate ed archeologia erano le sue passioni al di fuori della politica. A esprimere per primo il cordoglio è stato l'attuale presidente della Regione, Marco Marsilio, che ha detto di aver appreso la notizia con tristezza, ricordando «una persona che ha saputo condurre un'importante attività amministrativa tesa a far crescere a valorizzare la nostra regione».

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