Aggressioni ai professori, il Governo sarà parte civile nei processi: il piano di Valditara

Chi aggredisce il personale scolastico dovrà risarcire anche il ministero

Aggressioni ai professori, i presidi dovranno segnalare le violenze: il piano di Valditara
Aggressioni ai professori, i presidi dovranno segnalare le violenze: il piano di Valditara
di Lorena Loiacono
Lunedì 3 Aprile 2023, 00:37 - Ultimo agg. 12:46
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L’impressionante escalation di aggressioni ai danni degli insegnanti, da parte di studenti e famiglie, deve essere fermata: è questo l’obiettivo del Governo, che sta mettendo in campo un piano di intervento in difesa del personale scolastico che, ormai, subisce attacchi fisici e verbali quasi all’ordine del giorno. Il ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha annunciato infatti una serie di interventi mirati: innanzitutto si parte da un censimento, praticamente scuola per scuola, con cui verranno raccolti i dati relativi a tutti i casi di aggressione, fisica o verbale, verso il personale all’interno di un istituto o comunque che abbia a che fare con dinamiche scolastiche. Fino ad oggi il ministero di viale Trastevere è stato informato di episodi violenti solo quando i fatti sono diventati di dominio pubblico, ad esempio tramite la stampa. D’ora in poi invece i presidi e gli uffici di segreteria raccoglieranno le segnalazioni e le invieranno agli uffici scolastici regionali di competenza. Qualunque episodio di aggressione, in questo modo, arriverà agli uffici scolastici che, a loro volta, informeranno dell’accaduto il ministero dell’istruzione e del merito. Ed eventualmente, nei casi verificati e più gravi, anche le Procure. In questo modo il ministero di viale Trastevere avrà, mano a mano, il quadro completo di quanto accade nelle scuole italiane. 

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GLI EPISODI

Solo nelle ultime settimane i casi sono stati tanti, solo per fare qualche esempio: il professore di Modena aggredito dai suoi studenti di un istituto tecnico che li aveva rimproverati perché stavano fumando a scuola, la mamma di Castellammare di Stabia che prende a schiaffi la professoressa per un brutto voto in inglese alla figlia e ancora lo zio che colpisce con un pugno il preside di una scuola di Cesena perché non gli lascia prendere la nipote da scuola prima dell’orario di uscita perché non ha l’autorizzazione dei genitori.

Senza contare tutti quei casi che non sono stati denunciati e i tanti docenti offesi e derisi in classe mentre qualcuno li riprende con il telefonino, per poi postare il video sui social e mettere alla berlina il docente. In ogni caso si tratta di un danno fisico e morale, oltre che di immagine. Per questo il ministro Valditara ha annunciato che il personale scolastico che decide di denunciare un’aggressione avrà a disposizione l’Avvocatura dello Stato con la piena disponibilità alla tutela legale. In questo modo, il messaggio che deve passare è che i docenti e lo Stato diventeranno una sola cosa contro il bullismo e contro i casi di violenza tra i banchi di scuola. «Chi colpisce un docente sta colpendo lo Stato - ha ammonito Valditara - saremo sempre dalla parte degli insegnanti». 

LE AZIONI LEGALI

Non solo, il ministero valuterà i presupposti per proporre una costituzione di parte civile, eventualmente lamentando anche un danno d’immagine. Quindi chi decide di aggredire un insegnante deve sapere che si ritroverò contro lo Stato e dovrà risarcire il docente aggredito ma anche il ministero, prevedendo anche un rimborso per danno di immagine. L’idea di valorizzare la figura dei docenti italiani passa anche da qui: la tutela a tutto campo contro le aggressioni va in questa direzione, con l’intenzione di far capire alle famiglie che la scuola è lo Stato e che il patto di corresponsabilità con le famiglie resta fondamentale per il rispetto dovuto agli insegnanti e a tutto il personale scolastico. Sulla stessa strada vanno anche gli interventi del ministro Valditara per gli aumenti medi stipendiali, già approvati per il 2022 e passati da 100 a 124 euro al mese, e il divieto di utilizzo dei cellulari tra i banchi se non per finalità legate alla didattica. Il telefonino, come si legge nella nota informativa diramata da viale Trastevere, se usato a livello personale rappresenta un elemento di distrazione per se stessi e per gli altri oltre che una mancanza di rispetto verso chi sta facendo lezione, vale a dire il docente in cattedra.

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