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Thomas Bricca, Omar era il vero obiettivo dell'agguato. Ora fugge da Alatri: «Qui vogliono uccidermi»

A 7 giorni dal delitto in città regna la paura: strade deserte e locali vuoti

Thomas Bricca, Omar era il vero obiettivo dell'agguato. Ora fugge da Alatri: «Qui vogliono uccidermi»
Thomas Bricca, Omar era il vero obiettivo dell'agguato. Ora fugge da Alatri: «Qui vogliono uccidermi»
di Pierfederico Pernarella e Andrea Tagliaferri
Articolo riservato agli abbonati
Domenica 5 Febbraio 2023, 21:45 - Ultimo agg. : 7 Febbraio, 06:58
5 Minuti di Lettura

È fuggito lontano da Alatri per paura di essere ucciso Omar, il ventenne di origini marocchine ritenuto il vero bersaglio dell’agguato di lunedì sera che invece è costato la vita all’amico Thomas Bricca. In una diretta su Instagram pubblicata nelle scorse ore, Omar fa chiaramente capire di sentirsi in pericolo. «Sto da solo come un cane e non era la fine che dovevo fare io», dice mostrando le immagini dell’esterno della stanza in cui è rinchiuso, l’incrocio di una grande città: «Ad Alatri mi vogliono uccidere». Quindi c’è solo un’alternativa: fuggire. Per ora Omar è nel Nord Italia, ma appena possibile andrà all’estero. Per lasciarsi alle spalle, il più lontano possibile, le paura e i rischi di Alatri. Nella diretta Instagram delle scorse ore Omar,  rivolgendosi agli altri due partecipanti, con voce rotta dall'emozione e quasi a ritmo di rap, dice che tutto sarebbe nato per razzismo: «Se non moriva Thomas moriva un altro ragazzetto, è nato tutto per una ca... ata,  perché loro sono schifosi di m.... noi non abbiamo mai avuto contatto con quello schifo di gente, mi fanno schifo fin da bambino». Il riferimento è ai fratelli che si sono presentati in caserma a raccontare la loro versione dell'accaduto. 
«Non c'erano motivi seri - ribatte Omar - sabato in 7 persone hanno picchiato un ragazzo egiziano perché ha risposto in arabo. L'hanno pestato davanti a tutti, famiglie e bambini,  io già sabato avevo fatto denuncia, invece la denuncia non la potevo fare, dovete passare lunedì mi hanno detto, è la legge italiana, aspettiamo lunedì, poi domenica si sono presi le botte loro, doveva finire lì con Budella buttato giù, non si doveva arrivare a questo, a tre colpi di pistola» 

APPROFONDIMENTI
Sparatoria ad Alatri, fu scambio di persona? 
L’obiettivo del killer era un marocchino
Un uomo degli Spada ingaggiato per sparare 

Dal profilo Tik Tok del giovane di origini magrebine spunta anche un video che risale a qualche mese fa in cui compaiono, con una canzone rap sulle baby gang a fare da sottofondo, anche una pistola (non si sa se maneggiata da lui) e uno scorcio della scalinata in cui è avvenuto l’agguato. 

I VELENI
Il clima di violenza di cui parla Omar con gli amici su Instagram andava avanti da tempo e forse non era legato solo a moventi razzisti, come il giovane sostiene. Particolari che aumentano terrore e tensione in città. Alatri, nel primo weekend dopo l’omicidio, si è scoperta impaurita e immobilizzata dal dolore. Piazza e strade, solitamente invase da giovani e no, sono ora deserte. A rendere più spettrale l’atmosfera il vento freddo che arriva dalle montagne innevate. Ritornare alle abitudini di sempre è impossibile. Addio, almeno per ora, allo struscio, all’aperitivo. La caccia agli assassini di Thomas è ancora aperta e la loro presenza sinistra, fino a quando non verranno assicurati alla giustizia, aleggia sulla città delle mura ciclopiche. Sono fuggiti lontano o si nascondono qui? Sono persone del posto oppure killer venuti da fuori? Domande che si rincorrono nelle case dove i genitorialmeno per ora preferiscono tenere i propri ragazzi. 

LOCALI VUOTI
«Noi stiamo chiudendo per la prima volta con due ore di anticipo», raccontano i gestori del bar a metà strada tra piazza Santa Maria Maggiore e la scalinata di via Liberio, il luogo dell’agguato. «Non era mai capitato da questa estate ma ce lo aspettavamo - continuano - La città è ripiombata nel terrore e i genitori per ora tengono i propri figli lontani dal centro». Lungo il corso due coppie con figli piccoli appena usciti da una braceria camminano spediti verso le auto parcheggiate fuori dalle mura. «Noi siamo venuti lo stesso, avevamo prenotato e non vediamo motivo per cui dovremmo scappare dalla nostra città», raccontano. «Tanti genitori, anche nostri amici stanno tenendo i figli a casa ma secondo noi è un errore, anche se più che comprensibile. Siamo ancora nel pieno di una vicenda inquietante che non è stata ancora chiarita. Alatri deve vivere – concludono - Solo così può essere controllata e sicura per i nostri figli». 

PATTUGLIE E PERQUISIZIONI
Già, la sicurezza. Se ne discuteva proprio una settimana fa quando in queste strade in cui ora non gira anima viva, davanti a numerosi passanti, sono scoppiate le risse che sarebbero state l’antefatto dell’agguato di lunedì scorso, Era stato sottovalutato il clima di violenza che serpeggiava tra i più giovani? Ora, dopo l’omicidio, l’allerta è altissima come dimostrano le numerose pattuglie in giro per la città non solo dei carabinieri ma anche della Guardia di Finanza. Vengono fermate le auto con a bordo giovani e qualcuna viene portata in caserma per controlli più approfonditi. Ieri la città è stata anche sorvolata da un elicottero militare. Ed è notizia delle ultime ore l’arrivo, da Roma e Napoli, di rinforzi per i carabinieri. 

UNA FERITA APERTA
Pattuglioni e indagini sull’omicidio a parte, non sarà facile tornare alla normalità in una città in cui era ancora aperta la ferita per l’omicidio di Emanuele Morganti. Piazza Regina Margherita solo da un paio di mesi si è rianimata con l’apertura di un locale. “Mirò”, il locale davanti al quale avvenne l’aggressione fatale, alle spalle della scalinata teatro dell’agguato di Thomas, non ha più riaperto e nessuno vuole saperne di farlo nonostante il cartello vendesi. «Ci risiamo ma stavolta la nostra reazione deve essere immediata – dichiara il sindaco Maurizio Cianfrocca - Non possiamo lasciare la città morire nuovamente, soprattutto dopo gli importanti risultati per rivitalizzare il centro storico. Stare vicini ai familiari è nostro dovere - continua Cianfrocca- ma abbiamo anche quello di vivere la città, sia pure con più controlli e più telecamere». Le telecamere già installate ora raccontano di uno scooter T-Max che fugge con a bordo gli assassini di Thomas.

 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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