Alberghi, caritas, studi: il destino
delle case degli orrori in Italia

Alberghi, caritas, studi: il destino delle case degli orrori in Italia
di Valentino Di Giacomo
Venerdì 14 Giugno 2019, 11:48 - Ultimo agg. 16:42
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Le chiamano «case degli orrori», ma per qualcuno possono avere un fascino particolare. Sono le abitazioni dove si sono consumati i più eclatanti delitti italiani. Alcune sono disabitate, altre sono diventate meta di macabri pellegrinaggi, altre ancora sono occupate dai familiari delle vittime. Una di queste case è stata invece venduta con successo diventando persino un bed & breakfast. Ne sa qualcosa Amanda Knox, ieri tornata in Italia con il suo nuovo fidanzato. La ragazza, quando studiava a Perugia, fu accusata e poi assolta, con Raffaele Sollecito, del delitto di Meredith Kercher. Se però Amanda volesse tornare in quella casa in via della Pergola, a due passi dalla sua università, oggi ci troverebbe un albergo per studenti e turisti. Storie di sangue e cemento.

IL B&B.
La stanza dove Meredith Kercher fu sgozzata non è più la stessa. L'intero caseggiato è stato completamente ristrutturato sia all'esterno che all'interno. La struttura, su due livelli, si sviluppa su circa 230 metri quadri e conta tre bagni, quattro camere e un meraviglioso terrazzo panoramico. Una villa immersa nel verde con annesso un giardino di 4 ettari annesso alla proprietà. La villa, da quel 1 novembre 2007, il giorno del delitto di Meredith, ha cambiato già due proprietari. L'ultimo che è riuscito ad aggiudicarsi l'immobile è un professionista di Pescara che ha comprato la casa da un'agenzia immobiliare per 295mila euro. La struttura è diventata un bed & breakfast che possono utilizzare gli studenti o i turisti che vanno a visitare il capoluogo umbro.

ERBA
Sono cambiati i proprietari anche dei due appartamenti della strage di Erba. Nella casa dove vennero ammazzati Raffaella Castagna, suo figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina Valeria Cherubini è diventata ora un immobile a disposizione della Caritas Ambrosiana. Nelle stanze dove nel 2006 c'erano sangue e corpi martoriati, ora vengono ospitati nuclei familiari con difficoltà economiche. Invece l'appartamento di Olindo e Rosa, entrambi all'ergastolo dopo una condanna definitiva, è stato venduto all'asta per appena 69mila euro. Per ben due volte ci aveva provato il tribunale di Como a mettere in vendita la casa, ma solo alla terza l'appartamento ha trovato un'acquirente, una signora di 45 anni sicura di aver fatto un ottimo affare comprando a quel prezzo.

COGNE
Nell'immaginario collettivo, tra i delitti eclatanti, un posto privilegiato lo occupa sicuramente lo chalet di montagna dove fu trovato ucciso il piccolo di 3 anni Samuele Lorenzi. Ad ammazzarlo fu la madre, Annamaria Franzoni, che ha finito di scontare la sua pena pochi mesi fa dopo una condanna definitiva. Eppure, in quello chalet nella frazione di Montroz, nessuno della famiglia è mai voluto tornare. Il bel villino ha un valore di circa 700mila euro, ma non è stato mai più abitato e neppure venduto anche dopo il dissequestro. Chi per anni ha ritenuto di aver diritto a quella casa è l'avvocato Carlo Taormina che ha assistito Annamaria Franzoni nel processo. Il legale reclamava oltre 200mila euro di onorari non pagati e si era detto pronto a impossessarsi come risarcimento dello chalet di Cogne. La villa è stata per anni meta di lugubri tour turistici con decine di avventori che per anni si recavano nei fine settimana per vedere da vicino il luogo del delitto di cui si parlava diffusamente sui giornali e alla tv.

 

GARLASCO
La casa di via Pascoli, a Garlasco, dove nel 2007 veniva consumato il delitto di Chiara Poggi è invece abitata dalla famiglia della vittima dopo che la villa è stata sotto sequestro per 225 giorni. Chi ha messo in vendita la propria casa in via Carducci, lasciando Garlasco, è stata la mamma di Alberto Stasi, condannato per l'omicidio della fidanzata. La villa di circa 150 metri quadri e altrettanti nel seminterrato, ha un'ampia autorimessa e quasi mille metri quadri edificabili all'interno della proprietà. L'immobile fu messo in vendita per 610mila euro. La mamma di Alberto, rimasta vedova, è andata a vivere in provincia di Milano.
NON IN VENDITA
Chi ha deciso invece di non abbandonare la propria abitazione, nonostante fosse stata teatro di tragici delitti, è Francesco De Nardo. Il caso è quello tristemente noto come il «delitto di Novi Ligure» con i minorenni Erika e Omar che ammazzarono prima Susy Cassini, mamma di Erika, poi l'undicenne Gianluca, fratellino della ragazza. Francesco De Nardo che in quella casa ha perso moglie e figlio ha però deciso di continuare ad abitare lì. La stessa decisione che ha preso Michele Misseri: nel suo garage di Avetrana si è consumato l'omicidio della sua nipotina Sarah Scazzi. Se moglie e figlia di Misseri, ritenute responsabili dell'assassinio sono in carcere, «zio Michele» ha preferito restare in quella villetta. Come unico accorgimento, per evitare gli sguardi di curiosi e giornalisti, Misseri ha elevato delle alte reti sul recinto di casa per barricarsi all'interno e ripararsi dal morboso interesse dei passanti. Tra i delitti celebri c'è certamente anche quello irrisolto di via Poma, nel centro di Roma. L'appartamento al terzo piano dove fu ammazzata nel 1990 Simonetta Cesaroni è diventato uno studio notarile.
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