Alberto Bonanni, musicista picchiato e ucciso a Monti per «troppo rumore»: 4 condanne a 14 anni per omicidio volontario

I fatti erano avvenuti nella notte del 26 giugno del 2011, mentre Bonanni si trovava nella movida del quartiere Monti con alcuni suoi amici quando venne violentemente aggredito e pestato a calci e pugni, finendo in coma

Alberto Bonanni, musicista picchiato e ucciso a Monti per «troppo rumore»: 4 condanne a 14 anni per omicidio volontario
Alberto Bonanni, musicista picchiato e ucciso a Monti per «troppo rumore»: 4 condanne a 14 anni per omicidio volontario
Lunedì 7 Novembre 2022, 15:31 - Ultimo agg. 20:58
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Lo massacrarono di botte: calci e pugni solo perché stava suonando una chitarra in strada e quel «rumore» li aveva infastiditi. Per questa vicenda, che risale al giugno del 2011 e costò la vita ad Alberto Bonanni, morto nel 2014 dopo tre anni di coma, il gup di Roma ha condannato oggi quattro persone a 14 anni di carcere. 

Pestato a morte nel 2011

Si tratta degli autori del pestaggio: Carmine D'Alise, Christian Perozzi, Massimiliano Di Perna e Gaetano Brian Bottigliero, tutti accusati di concorso in omicidio volontario.

Il fatto avvenne in una strada del Rione Monti, zona della Capitale nota per i locali e la movida. I quattro erano già stati processati per l'accusa di tentato omicidio ma la morte del musicista ha portato i pm di piazzale Clodio a contestare la fattispecie più grave. Secondo una perizia disposta dal tribunale capitolino, infatti, la morte del giovane è legata alle percosse subite al cranio e al volto che innescarono una «una catena di eventi». 

LA PERIZIA

Secondo quanto scrivono i periti Bonanni, al momento dell'aggressione, era portatore di una neoplasia cerebrale asintomatica di secondo grado e quelle percosse, secondo i periti, «erano idonee e sufficienti, qualitativamente e quantitativamente, a causare l'aumento dell'effetto massa della neoplasia stessa». Per gli esperti «se il trauma avesse agito su un encefalo sano secondo le leggi scientifico-statistiche non avrebbero condotto al coma e alla morte». Bonanni era un appassionato di musica e proprio la sera dell'aggressione aveva suonato in un locale della zona. All'uscita mentre chiacchierava con gli amici un uomo, poi identificato in Di Perna, si è affacciato al balcone del secondo piano, impugnando un bastone e urlando: «La dovete finire, qui non si può più dormire, è un'indecenza». Sceso in strada li inseguì per qualche metro e poi sono sbucarono altri giovani. Il giovane chitarrista venne buttato a terra e pestato e colpito alla testa con un casco.

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