Garlasco, Stasi al lavoro fuori dal carcere. La madre di Chiara Poggi: «Mai ammessa la sua responsabilità»

Svolge mansioni contabili e amministrative con rigide prescrizioni sugli orari di uscita e di rientro in cella

Garlasco, Stasi al lavoro fuori dal carcere. La madre di Chiara Poggi: «Mai ammessa la sua responsabilità»
Garlasco, Stasi al lavoro fuori dal carcere. La madre di Chiara Poggi: «Mai ammessa la sua responsabilità»
Venerdì 26 Maggio 2023, 09:16 - Ultimo agg. 27 Maggio, 07:05
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Sorpresa no, erano consapevoli che prima o poi sarebbe dovuto accadere. Ma l'amarezza resta: «Sapere che chi ha ucciso nostra figlia dopo sette anni già esce dal carcere, pur senza aver mai ammesso la sua responsabilità, spiace. Non sono notizie belle. Ma la legge è così e non possiamo farci niente». Rita Preda, la mamma di Chiara Poggi, l'ha scoperto dai giornali che quattro mesi fa Alberto Stasi ha ottenuto dal tribunale di sorveglianza di Milano l'ammissione al beneficio del lavoro esterno: tutte le mattine esce dal carcere di Bollate e si reca nella sede di una società d'informatica della zona, dove svolge mansioni contabili e amministrative, per poi fare rientro in cella prima di sera. 

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Il risarcimento di 700mila euro

Finora Stasi ha scontato in carcere sette anni e mezzo dei 16 ai quali nel dicembre 2015 è stato condannato definitivamente per aver ucciso la fidanzata il 13 agosto 2007 a Garlasco, nel Pavese, quando Chiara aveva ventisei anni.

Un omicidio compiuto nella villetta dove lei viveva con i genitori che in quei giorni non erano a casa. Un delitto efferato che il ragazzo ha sempre negato, presentando anche diverse istanze di revisione del processo, tutte rigettate. «Ci aspettavamo che un momento o l'altro avrebbe ottenuto il beneficio - ha detto la madre di Chiara - ma non ci ha fatto piacere apprendere la notizia in questo modo. Avremmo voluto saperlo non dal giornale». «L'aspetto più deleterio - ha aggiunto l'avvocato Gianluigi Tizzoni, che ha assistito la famiglia Poggi fin dal primo giorno - è proprio che la parte offesa non è stata avvertita. È vero, la legge non lo impone, ma neppure lo vieta, mentre il 30 giugno entreranno in vigore le nuove norme sulla giustizia riparativa».

 

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Stasi aveva chiesto i benefici nel 2021

La concessione del beneficio del lavoro esterno nelle ore diurne era stata inizialmente negata, quando Stasi ne aveva fatto richiesta nel 2021, ma contro la decisione i suoi avvocati hanno presentato ricorso e lo hanno vinto. «C'è un tema di ammissione di responsabilità. Il primo giudice - ha osservato Tizzoni - aveva rigettato l'istanza perché Stasi non ha mai ammesso nulla. Altri tribunali non concedono il beneficio se non risarcisci e non c'è un pentimento». «Succede solo a Bollate e per i detenuti 'mediaticì» è l'accusa dell'avvocato. Il risarcimento ai genitori di Chiara per ora è stato parziale. Rispetto a una condanna a versare alla famiglia Poggi circa 1,2 milioni di euro tra danni e rimborso delle spese legali, è stata raggiunta una transazione con la parte civile per l'importo di 700 mila euro, di cui finora è stata saldata solo circa la metà.

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Stasi, il nodo risarcimento

Stasi si è impegnato a versare alla famiglia Poggi una quota mensile del suo stipendio con un minimo di 9 mila euro l'anno. Se lo farà, ci vorranno quasi 40 anni. Se non lo farà l'accordo salterà e si tornerà alla cifra di 1,2 milioni indicata dalla sentenza definitiva della Cassazione del 12 dicembre 2015. Ma tutta la vicenda processuale ha avuto un percorso controverso. In prima battuta Stasi era stato assolto sia dal gup di Vigevano, nel 2009, sia dalla Corte d'assise d'appello di Milano, nel 2011. Poi la prima sezione penale della Cassazione nel 2013 aveva annullato tutto e rimandato gli atti a Milano, dove un'altra sezione della Corte d'assise d'appello il 17 dicembre 2014 aveva inflitto 16 anni di reclusione: il massimo possibile, scontando il terzo di pena previsto per il ricorso al rito abbreviato, essendo caduta l'aggravante della crudeltà. Una sentenza confermata dalla Cassazione nel 2015.

 

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