Quello di Giovanni Padovani su Alessandra Matteuzzi, uccisa a Bologna il 24 agosto, era un controllo quotidiano senza alcuna sosta (nonostante i tanti chilometri di distanza che li separavano). E la molla che spingeva il 27enne calciatore originario di Senigallia era la gelosia. A raccontare gli eccessi di un rapporto sbagliato è stato l'avvocato
Giampiero Barile, che è stato nominato a rappresentare la sorella di Alessandra Matteuzzi.
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— Il Messaggero (@ilmessaggeroit) August 26, 2022
Alessandra Matteuzzi lasciata sola, l'indagine ferma per ferie: la denuncia parcheggiata in procura
Alessandra Matteuzzi controllata "ossessivamente"
«L'indagato esercitava nei confronti della vittima un controllo ossessivo.
Alessandra colpita anche con una panca in ferro
Giovanni Padovani, il 27enne in carcere per l'omicidio dell'ex compagna Alessandra Matteuzzi, ha continuato a «percuotere la vittima giungendo finanche a prendere una panca in ferro battuto presente sotto l'atrio che scagliava più volte contro» la donna. E quanto emerge dai racconti dei testimoni contenuti nell'ordinanza con la quale il Gip del Tribunale di Bologna ha convalidato l'arresto e disposto il carcere per l'ex compagno della donna, Giovanni Padovani. Un video ogni dieci minuti, da inviare su Whatsapp e dove fosse ben visibile l'orario e il luogo in cui si trovava: è una delle richieste, esposte nella denuncia presentata il 29 luglio ai carabinieri, da Alessandra Matteuzzi, la donna uccisa dal compagno Giovanni Padovani. La richiesta era arrivata perché sospettava dei tradimenti: se Alessandra non rispondeva alle telefonate, raccontò ai carabinieri, o se il video tardava arrivavano scenate.
Alessandra Matteuzzi uccisa mentre parlava al telefono con la sorella. «Lei gridava aiuto»
Convalidato l'arresto dal gip
Il gip del Tribunale di Bologna, Andrea Salvatore Romito, ha convalidato l'arresto e disposto la custodia cautelare in carcere per Giovanni Padovani, il 27enne arrestato per l'omicidio della compagna Alessandra Matteuzzi, colpita a martellate martedì sera a Bologna. L'udienza si era tenuta questa mattina e il gip si era riservato la decisione. Davanti al giudice l'indagato, difeso d'ufficio dall'avvocato Enrico Buono, si era avvalso della facoltà di non rispondere. Padovani, calciatore dilettante, era in tenuta sportiva, maglietta nera e pantaloncini corti verde fosforescenti. È difeso d'ufficio dall'avvocato Enrico Buono. «È molto provato», ha detto il difensore ai giornalisti uscendo dal tribunale. Il pm Domenico Ambrosino ha chiesto convalida e carcere per omicidio aggravato dallo stalking. Fuori dall'aula era presente anche la mamma dell'indagato.
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