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Una situazione che, osserva il sindacato, «non aiuta affatto quanti quotidianamente operano nel suo interno. E proprio di fronte alle difficoltà contingenti, la paura di non poter garantire tranquillità ai propri congiunti ha avuto gioco facile della fragilità del giovane Alessandro». «I motivi del gesto non sono interpretabili e probabilmente frutto di molteplici ragioni», prosegue Fim Cisl. «Tra questi possiamo pensare che vi sia stata anche la pesante situazione che ha dovuto sopportare in questi mesi, a causa delle difficoltà legate al suo posto di lavoro. Mesi con un reddito ridotto e soprattutto la complessità di immaginare una via d'uscita, un futuro, per un uomo come Alessandro di soli 44 anni è impresa assai ardua, forse per chiunque».
Ragion per cui, scrive il sindacato, «ci sentiamo ancora più impegnati, affinché la grave crisi economica e occupazionale che attraversa in nostro Paese e, in particolare che vede il territorio di Taranto da molto tempo stretto nella morsa dell'incertezza, trovi uno sbocco con soluzioni dignitose ai tanti problemi che vi sono, ai bisogni di donne e uomini, al loro diritto a un lavoro che consenta di costruirsi un domani.
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