Alfredino Rampi, via alla rimozione delle svastiche. Gualtieri: «Se non sarà possibile, nuova lapide a spese del Comune»

Alfredino Rampi, via alla rimozione delle svastiche. Gualtieri: «Se non fosse possibile, alla nuova lapide pensiamo noi»
Alfredino Rampi, via alla rimozione delle svastiche. Gualtieri: «Se non fosse possibile, alla nuova lapide pensiamo noi»
di Flaminia Savelli
Martedì 31 Maggio 2022, 12:45 - Ultimo agg. 23 Febbraio, 08:14
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Le squadre dell’Ama sono già impegnate per la rimozione delle svastiche sulla lapide di Alfredino Rampi al Verano. Ma se l’intervento non dovesse riuscire, come ha annunciato al Messaggero il sindaco Roberto Gualtieri: «Il Campidoglio sosterrà il costo della sostituzione della lapide della famiglia Rampi». Intanto proseguono le indagini dei carabinieri di San Lorenzo partite dopo la denuncia della famiglia del bimbo di Vermicino, caduto dentro un pozzo artesiano a Vermicino la notte del 10 giugno 1981 e morto dopo 60 ore di agonia e di tentativi di salvarlo. I militari sono impegnati a ricostruire quanto avvenuto al Verano.

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L’allarme è scattato domenica quando Franca Rampi, la mamma di Alfredino, era andata a portare un fiore sulla tomba dove riposano i due figli. Insieme al bimbo di Vermicino infatti, dal 2015 riposa anche il fratello Riccardo. Dunque la denuncia ai carabinieri di zona che hanno avviato le indagini per risalire ai responsabili. Sono “addolorata certo, ma soprattutto furiosa per Alfredino e per Riccardo: quelle svastiche e quelle scritte sono uno sfregio alla loro memoria e alla nostra famiglia», aveva commentato ancora sotto choc per quanto accaduto. La famiglia insieme ai responsabili del cimitero hanno poi provato a rimuovere le svastiche e le scritte. Ma, dai primi rilievi, sarebbe stata utilizzata della vernice spray. «Già nella giornata di ieri Ama ha provveduto a effettuare un primo intervento sulla lapide di Alfredino», precisa in una nota Sabrina Alfonsi, assessore all’ambiente: «Stamattina presto è stata rimossa la stessa lapide da un marmista per ultimarne il ripristino. Quanto accaduto ha scosso le nostre coscienze e insultato in modo imperdonabile una parte importante della nostra memoria collettiva. Era un nostro dovere istituzionale e morale intervenire immediatamente per porre rimedio a questa ignobile profanazione».

 

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