È allarme droga gialla: il patto
tra i clan nigeriani e la camorra

È allarme droga gialla: il patto tra i clan nigeriani e la camorra
di Valentino Di Giacomo
Mercoledì 10 Ottobre 2018, 07:30
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La chiamano «droga gialla» ed è l'ultimo potente mix a base di eroina. Il monopolio dello spaccio di questa nuova sostanza letale è nelle mani della mafia nigeriana, il suo consumo ha causato 18 morti nel solo Nord-est a partire dallo scorso anno. L'ultima vittima è stata la giovane Alice, di appena 16 anni, studentessa di Udine. Sull'iniezione fatale che ha portato alla morte la giovane friulana sta indagando la procura di Venezia, si cercano gli spacciatori, ma attraverso le indagini si punta a risalire a tutte le relazioni esistenti della mafia nigeriana sul territorio nazionale. Una pista porta anche al Casertano, lì dove il clan dei Black-Axe nigeriani è quello più potente in Italia.
 
Il costo di una dose della «droga gialla» oscilla tra i 20 e i 50 euro. In pochi mesi l'eroina si è diffusa soprattutto nella provincia di Venezia, secondo gli inquirenti a causa di una guerra tra bande di narcotrafficanti che stanno cercando di conquistare il terreno, fidelizzare il mercato e fornire ai clienti un prodotto sempre più forte e letale. La sostanza prende il nome dal colore delle dosi ed è fino a cento volte più pura di quella che si trovava in strada lo scorso anno. L'eroina viene utilizzata insieme ad altre sostanze, nella maggior parte dei casi è tagliata con un potentissimo analgesico a uso ospedaliero, il Fentanyl, con un'efficacia anche 500 volte superiore alla morfina. I trafficanti nigeriani l'hanno introdotta in Veneto e Friuli per togliere ai tunisini la piazza di spaccio. Nel Nord-est secondo l'ultimo rapporto della Direzione centrale per i servizi antidroga si sono verificate il 67 per cento di morti di overdose in più rispetto ad appena due anni fa.

Nel Casertano non ci sono ancora riscontri che i clan nigeriani abbiano cominciato a loro volta a trattare la «droga gialla» nei loro traffici, la situazione è attentamente monitorata perché fino ad oggi i gruppi dei Black-Axe, presenti soprattutto a Castel Volturno, hanno dimostrato di saper tessere forti relazioni in tutta Italia. In Campania non sono state registrate morti sospette né sequestri di «droga gialla», ma il pericolo che la situazione possa mutare in fretta appare concreto. I nigeriani per incrementare la propria piazza di spaccio secondo gli inquirenti - potrebbero introdurre sul mercato quest'eroina purissima per sbaragliare la concorrenza come avvenuto nelle città del Nord-est. A scoraggiare l'uso di questa sostanza tra gli «zombie» campani sono soprattutto i costi. Le piazze di spaccio campane sono notoriamente riconosciute come le più economiche d'Europa. Nella zona del Casertano, ad esempio, crescono le overdose di chi fa uso di una sorta di coca o eroina riciclata che viene inalata attraverso una bottiglietta. I tossicodipendenti la chiamano «'a butteglia». Bottiglie in plastica con la carta alluminio stretta all'altezza del tappo e una cannuccia infilata nel lato vengono utilizzate per assumere il «cotto». Cocaina o eroina sono infatti «cucinate» su un cucchiaio o in una fiala, con ammoniaca o bicarbonato di sodio e acqua. La cottura serve per eliminare le sostanze da taglio e per far tornare la coca a un stato di purezza. Una volta terminato il procedimento, la sostanza diventa polverosa con pietruzze giallognole e viene fumata con bottiglie di plastica o lattine. Se si tratta di coca il mix è chiamato «free-base», se eroina «cobret», droga inventata proprio a Napoli. Le overdose che avvengono in Campania sono dovute, oltre al consumo diretto, anche e soprattutto perché i tossicodipendenti rivendono ad altri la rimanenza del contenuto nella bottiglietta. Il costo della droga riciclata varia da 1 a 5 euro che chi vende utilizza per comprare altre dosi.

La mafia nigeriana conta in Campania il più ampio gruppo operativo, non solo «Black-Axe», ma i gruppi degli «Eye» e del «Neo Black Movement». Organizzazioni simili a quelle dei Casalesi, di cui fanno parte anche ghanesi e liberiani, e con ci sono forme di taciti accordi. Le forze dell'ordine ora indagano su questi clan per scoprire se ci sono collegamenti con i gruppi veneti e per scongiurare l'arrivo della «droga gialla» anche in Campania.
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