Rubano in casa dell'amico morto: condannati i compagni-sciacalli

Rubano in casa dell'amico morto: condannati i compagni-sciacalli
di Francesco Campi
Giovedì 24 Maggio 2018, 18:30 - Ultimo agg. 27 Luglio, 10:05
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PORTO TOLLE - Un furto che aveva sollevato un’ondata di indignazione in tutta Porto Tolle. Perché a essere visitata dai ladri era stata la casa di Davide Mercurio, spentosi qualche giorno prima ad appena 33 anni per un’emorragia cerebrale. Ad entrare furtivamente in casa sua erano stati due suoi amici che hanno pensato di poter arraffare qualche oggetto che a lui ormai non serviva più. La loro azione furtiva era stata però notata dai vicini, che avevano subito chiamato i carabinieri. E ieri, Agostino Azzalin, 49 anni, e Jordan Marangon, 27 anni, sono stati condannati dal giudice Raffaele Belvederi rispettivamente a 4 anni e a 2 anni e 4 mesi di reclusione per il furto aggravato commesso la notte del 28 dicembre 2013 ad appena due giorni dalla morte dell’amico.

I tre erano soliti a birichinate insieme, come spiegato nel corso delle arringhe difensive. I due erano anche corsi in aiuto di Mercurio, prestandogli una stufa in un momento di bisogno. Il 33enne, infatti, aveva avuto una vita non facile, fra mille difficoltà, compresa la malattia. In quella casa, a Ca’ Tiepolo, aveva a lungo vissuto con i genitori. Qualche anno prima se ne era andato il padre. Pochi mesi prima, invece, era morta anche la madre. Infine,  si è era spento lui ed era partita anche una gara di solidarietà per aiutare a raccogliere la somma necessaria per le esequie. Una iniziativa approdata su Facebook. In alcuni locali pubblici di Porto Tolle erano state posizionate cassettine per chi avesse voluto contribuire. Poi, prima ancora dell’ultimo saluto, in paese era rimbalzata la notizia del furto a casa sua che aveva acceso le discussioni sui social. Proprio in quei momenti, Angelo Motta, con un passato in consiglio comunale e allora componente del consiglio dell’Ente Parco, aveva scritto lapidario sulla sua pagina Facebook: «Voi che temete tanto marocchini, moldavi e Rom, non vi siete accorti che in realtà sono nati e cresciuti qui da noi, quelli che vanno a rubare in casa di un ragazzo morto, quelli che rubano le vongole e le cozze ai colleghi pescatori, il rame dalle scuole o dalle chiese. Volete indicare la luna ma state guardando il dito».

IL DIBATTIMENTO Ieri, il pm Alessia Pirani, ha ripercorso nella sua arringa quanto accaduto la sera del 28 dicembre, con l’intervento dei carabinieri e la parziale collaborazione dei due, che aveva permesso di recuperare la refurtiva. Le difese hanno cercato di far valere il fatto che si trattasse sostanzialmente di roba di poco valore e che, per esempio, la moto di Mercurio non fosse stata toccata e che il recupero di quanto rubato fosse avvenuto Grazie a due zie che poi però avevano buttato via tutto. La richiesta dell’accusa era stata di una condanna a 3 anni per entrambi, ma il giudice ha valutato diversamente le due posizioni diversificando le pene.
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