Strage in discoteca, i gestori nel mirino: venduto il triplo dei biglietti previsti

Strage in discoteca, i gestori nel mirino: venduto il triplo dei biglietti previsti
di Andrea Taffi
Domenica 9 Dicembre 2018, 08:30
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ANCONA - Tre giovani manager locali identificati e sentiti, preludio all'iscrizione nel registro degli indagati. E un minore in posizione molto delicata, che potrebbe essere indagato nelle prossime ore. A neanche 24 ore dalla strage di Madonna del Piano, oltre al sequestro del locale ci sono già dei punti fermi nel lavoro investigativo portato avanti dal procuratore generale Sergio Sottani, insieme al procuratore capo Monica Garulli e al pm Paolo Gubinelli, e dal procuratore dei minori Giovanna Lebboroni. Sono le risultanze dell'attività febbrile dai carabinieri del comando provinciale di Ancona che nel raggio di pochissime ore hanno sentito oltre 100 ragazzi presenti nella folle serata di Corinaldo, un evento diventato tragedia nazionale. Un ragazzino avrebbe nebulizzato lo spray urticante che ha provocato l'onda di panico. Contro di lui ci sono le testimonianze dei minori più vicini: è della provincia di Ancona, ha 16 anni e nelle prossime ore dovrà spiegare che cosa lo abbia spinto a compiere quel gesto. Rischia l'accusa di omicidio preterintenzionale. Mentre per chi non ha rispettato le norme di sicurezza, la contestazione sarà omicidio colposo plurimo.

Tutte aperte le ipotesi: si va dalla triste usanza di presunti fan che, in almeno quattro occasioni, ha marcato i pre-concerti di Sfera Ebbasta, all'esistenza di una banda che punti a creare confusione per rubare, dallo sfregio di un contestatore seriale, alla follia, appunto, di un ragazzo in preda ai fumi dell'alcol o sotto stupefacenti. La bomboletta di spray al peperoncino è stata trovata sul pavimento del locale.
 
Non meno folle è l'altro capo della storia: la presenza alla Lanterna Blu di 1.400 avventori per il concerto, con un locale che aveva capienza per 879 persone. La sala adibita a spettacolo era solo quella centrale, omologata per 469 persone, come ha spiegato il premier Giuseppe Conte. Gli investigatori stanno cercando in Comune a Corinaldo la richiesta di autorizzazione per pubblico evento per vedere cosa fosse stato dichiarato. L'organizzazione faceva capo alla Magic, srl riconducibile a due soci: Quinto Cecchini e Carlantonio Capone, due imprenditori del ramo dell'intrattenimento. Nella compagine sociale figura anche l'amministratore unico, Francesco Bartozzi. I tre sono stati identificati e sentiti ieri pomeriggio e oggi saranno formalmente indagati. Non risulterebbe nelle partecipazioni, a meno di situazioni parallele, un esponente della storica famiglia proprietaria dell'immobile, Micci, molto coinvolto nei social con la Lanterna. E non risulta il dj Marco Cecchini che pure figurava tra i riferimenti dell'organizzazione dell'evento (contattato telefonicamente, smentisce collegamenti).

Quella della Lanterna Azzurra è una storia frastagliata. Ha rinnovato le autorizzazioni nel 2014 adeguandosi per due volte alle prescrizioni per gli impianti elettrici e le dotazioni antincendio. Nel 2016 aveva avuto la sospensione della licenza dal questore per alcune liti. Infine, era stata la volta della Finanza ad affacciarsi a Madonna del Piano per alcuni lavoratori in nero. Nel 2017, il rinnovo delle autorizzazioni con prescrizioni sui maniglioni ottemperate: niente che potesse interessare quelle balaustre arrugginite, guide precarie per l'uscita di sicurezza posteriore, divelte l'altra notte dalla pressione della calca.
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