Anna Bellisario morta per un tiramisù. Il fidanzato: «Aveva chiesto ai dipendenti se davvero non contenesse latte»

Milano, la ragazza è morta per choc anafilattico

Anna Bellisario, morta per un tiramisù. Il fidanzato: «Aveva chiesto ai dipendenti se davvero fosse privo di latte»
Anna Bellisario, morta per un tiramisù. Il fidanzato: «Aveva chiesto ai dipendenti se davvero fosse privo di latte»
di Mario Landi
Mercoledì 8 Febbraio 2023, 11:52 - Ultimo agg. 10 Febbraio, 08:47
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Sono bastati due cucchiaini di tiramisù a cui era allergica per uccidere Anna Bellisario, la giovane di 20 anni morta a causa dello choc anafilattico provocato dall'ingestione del prodotto che conteneva tracce di latticini, derivati del latte. La ventenne, prima di ingerire il dolce vegano, consumato in un locale di Milano, ha controllato l'etichetta e chiesto la lista degli allergeni. Un atteggiamento molto scrupoloso, che non è servito a salvarle la vita. Lo riporta Il Giorno.

A raccontare quanto accaduto quella sera del 26 gennaio è il fidanzato, che agli inquirenti ha raccontato tutti i dettagli di quello che Anna ha mangiato. Solo dopo essersi accertata dell'assenza di sostanze per lei pericolose, ha assaggiato per la prima volta il "Tiramisun". Appena due cucchiaini ed immediatamente ha cominciato a tossire, ha provato a vomitare in bagno, ma non riuscendoci ha preso il cortisone e il farmaco anti-asma che portava sempre con sé. Poi è svenuta, e non ha mai più ripreso conoscenza. Dopo dieci giorni di coma è morta all'ospedale San Raffaele.

 

IL PRODOTTO

Il dolce è stato prodotto in un laboratorio di Assago, il cui rappresentante legale della società è stato denunciato per omicidio colposo, frode nell’esercizio del commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine. Oltre al rappresentante legale, è stata denunciata la madre 60enne, che si occupa delle procedure Haccp per la salubrità degli alimenti e due addette alla preparazione delle pietanze, una donna di 31 anni di origine thailandese ed una 27enne peruviana.

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Il medico di turno dell’Ats, la sera dell'incidente è andato nel locale di Corso Garibaldi, dove ha prelevato campioni dal vasetto di tiramisù vegano, mangiato da Anna.

I carabinieri del Nas, che hanno effettuato sopralluoghi sia nel laboratorio di Assago, sia nei punti vendita milanesi, avrebbero scoperto che la produzione di biscotti vegani e di una crema al mascarpone, avveniva sullo stesso bancone. E' possibile, quindi, che sia avvenuta contaminazione tra i due cibi, la cui produzione doveva essere effettuata in due ambienti separati.

Ma c'è dell'altro e riguarda un altro prodotto venduto come vegan, la maionese, in cui sono state trovate tracce di proteine dell’uovo, altro elemento a cui la 20enne era allergica, e che avrebbe mangiato all'interno del panino che aveva ordinato. Quando sul cadavere della giovane sarà eseguita l'autopsia, potrebbero emergere altri elementi per allargare la lista degli indagati dalla procura.

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CHI ERA

«Mia figlia aveva una fortissima allergia al latte e una molto meno grave alle uova», ha spiegato nei verbali la madre della ventenne. La famiglia della giovane è seguita dall'avvocato Alberto De Sanctis. In tanti ora la piangono. Le amiche raccontano di una ragazza semplice e riservata. Stava attenta a ogni cosa che mangiava: i pranzi e le cene in compagnia erano molto rari. 

IL DOLORE DELLA FAMIGLIA - Per loro è un momento «tragico», ma «con forza» vogliono che vengano chiarite «le responsabilità» della morte e hanno la «massima fiducia» nella magistratura. Così da persone vicine viene descritto lo stato d'animo dei genitori di Anna. Da quanto si è saputo, nell'inchiesta condotta dai carabinieri del Nas e dall'Ats (Agenzia tutela salute) e coordinata dall'aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Luca Gaglio, dovrebbero essere iscritti a breve altri nomi nel registro degli indagati, oltre a quelli del titolare, di un responsabile di produzione e di due dipendenti dell'azienda produttrice del Tiramisun, la Glg srl. Ossia anche quelli dei responsabili del fast food (che serve hamburger vegani), anche come forma di garanzia per gli accertamenti necessari. Proprio per inoltrare a tutti le informazioni di garanzia l'autopsia, prevista inizialmente per giovedì prossimo, dovrebbe slittare all'inizio della prossima settimana. I familiari della giovane hanno nominato come legale l'avvocato Alberto De Sanctis. Importante nelle indagini sarà anche valutare la storia clinica della giovane, studentessa all'Istituto Europeo di Design a Milano e che era altamente allergica alle proteine del latte («in modo devastante», è stato riferito) e in modo minore alle uova. Tracce di uovo sarebbero state trovate nella maionese con cui era stato condito un panino che lei ha mangiato in quella cena del 26 gennaio. Gli inquirenti, intanto, stanno sentendo diverse persone come testi e nei prossimi giorni dovrebbero ascoltare il fidanzato che era con lei nel locale e anche i genitori.

Da quanto è stato riferito, la giovane era sempre molto attenta per via di quell'allergia pericolosa di cui soffriva. Mangiava raramente fuori con gli amici e solo in pochi posti, come in quel locale dove era già stata diverse volte. Anche i suoi genitori avevano molta cura e attenzione, non compravano mai prodotti con latte anche per evitare qualsiasi forma di contaminazione in casa. E lei, come è stato spiegato, era tranquilla quando andava in quel fast food, in zona corso Garibaldi a Milano, perché veniva garantito che il cibo era tutto vegano. Ora le indagini dovranno stabilire perché in quel vasetto di tiramisù ci fosse, invece, del latte, malgrado l'etichetta del prodotto ne escludesse la presenza e non indicasse nemmeno un eventuale rischio di contaminazione per la presenza di altro genere di lavorazioni nello stabilimento. La ragazza si è sentita male dopo aver ingerito solo un paio di cucchiaini di dolce. Gli accertamenti autoptici, a cui potranno partecipare anche eventuali consulenti degli indagati e dei familiari della 20enne, saranno complessi: dovrebbero essere eseguiti, infatti, anche accertamenti tossicologici e allergologici specifici e i medici dovranno pure valutare nel dettaglio la storia clinica della ragazza. 

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