Beni confiscati: aziende chiuse e locali inutilizzati

Beni confiscati: aziende chiuse e locali inutilizzati
di Giuseppe Crimaldi
Mercoledì 19 Marzo 2014, 09:36 - Ultimo agg. 09:54
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L'ultimo caso - forse anche il pi eclatante - quello dei supermercati del boss Matteo Messina Denaro. Finita nella rete delle indagini della Direzione investigativa antimafia di Trapani, la catena commerciale del gruppo "6 Gdo Despar" di Castelvetrano da gallina dalle uova d'oro ha finito col trasformarsi in una quercia che produce ormai solo rami secchi.

L'impero gestito dal socio occulto del superlatitante di mafia, l'imprenditore Giuseppe Grigoli, oggi non solo non produce più occupazione ma già intravede all'orizzonte lo spettro del fallimento. Cinquecento lavoratori rischiano il posto. E pensare che Grigoli - stando alle indagini della Procura antimafia trapanese - era a capo di un impero economico stimato in quasi 750 milioni di euro. Un caso isolato? Non esattamente. Perché tra le potenziali aberrazioni prodotte da una legislazione spesso e volentieri dettata sotto l'onda emozionale della "emergenza", in Italia può accadere anche questo: che i beni (giustamente) sottratti alla disponibilità economica della criminalità organizzata da vene aurifere diventino in breve tempo falde d'argilla pronte a sgretolarsi.