Aquarius arrivata a Valencia: «Welcome home»

Aquarius arrivata a Valencia: «Welcome home»
Domenica 17 Giugno 2018, 09:43 - Ultimo agg. 18 Giugno, 11:00
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L'odissea è finita: dopo nove giorni in mare hanno toccato finalmente terra i 629 migranti che da sabato scorso erano a bordo della nave Aquarius. Il primo gruppo di loro, 274 persone, è entrato nel porto di Valencia a bordo di nave Dattilo della Guardia Costiera italiana. Una volta sbarcati questi migranti, è entrata nel porto la nave Aquarius che ha a bordo ancora 106 persone, poi sarà il turno dell'Orione della Marina militare italiana con 249 migranti.
 



Al molo 1 del porto di Valencia sono stati allestiti due grandi tendoni della Croce Rossa dove verrà effettuato il primo screening sanitario per i migranti: chi è in condizioni precarie di salute, le donne incinte e i bambini, verranno portati in ospedale mentre tutti gli altri saranno indirizzati nei diversi centri di accoglienza disposti dalla Generalitat valenciana in tutta la regione. L'ingresso delle navi è scaglionato di tre ore: una scelta fatta per permettere la migliore assistenza possibile a tutti i migranti dopo giorni in mare. Sulla banchina del molo sono presenti circa 700 giornalisti da ogni parte d'Europa e sono tenuti ad una distanza di circa 200 metri dal punto in cui attraccheranno le navi.
 
 


«Sollievo e felicità a bordo della nave #Aquarius appena vediamo le coste spagnole. Ci separano 4 miglia dal porto di #Valencia. La fine di un'Odissea lunga e estenuante è vicina». Lo scrive su twitter Sos Mediterranee, la Ong francese che si sta occupando del trasporto dei 106 migranti a bordo della nave Aquarius, la seconda che attraccherà nel porto di Valencia dopo la Dattilo, l'imbarcazione della Guardia Costiera italiana ormeggiata stamattina alle 6,50 con i primi 274 migranti a bordo.

 Sos Mediterranee ha anche postato un video in cui si vedono i migranti sulle navi della navi ballare ed esultare alla vista delle coste spagnole.

 


L'Italia ci ha respinto, Dio no
«La guardia costiera ci ha salvati. Piangevamo tutti perché eravamo da 20 ore in mare e loro ci hanno tranquillizzato. Mi chiedo perché l'Italia ci ha respinto. Ci deve essere una ragione. Qualsiasi cosa accada, c'è sempre una ragione. Ma Dio ha un piano migliore per noi. L'Italia ci ha respinto ma Dio non lo farà mai». Queste le parole di uno dei migranti a bordo dell' Aquarius rilanciate da Medici senza frontiere.


Medici senza frontiere
In vista della riunione del Consiglio europeo della prossima settimana, Msf chiede ai governi europei di «mettere al primo posto la vita delle persone». Devono «facilitare lo sbarco rapido nei porti sicuri più vicini in Europa», dove le persone soccorse devono poter ricevere cure adeguate, devono «garantire a coloro che necessitano di protezione internazionale di essere in grado di richiedere asilo o altre forme di protezione». I governi europei «non devono ostacolare le operazioni di ricerca e soccorso in mare delle organizzazioni non governative» e devono «istituire un meccanismo proattivo e dedicato di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale».  «Le autorità italiane hanno vergognosamente chiuso i loro porti a 630 persone che sono state lasciate navigare in mare per calcoli politici», afferma Karline Kleijer di MSF. «Anche se l'Italia ha legittime dimostranze nei confronti di altri governi europei che non hanno accettato la loro parte di rifugiati, ciò non può essere una giustificazione per questo trattamento degradante». «I governi europei devono apprezzare l'importanza delle operazioni di ricerca e soccorso in mare. Più di 500 persone sono annegate nel 2018 mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo centrale a bordo di gommoni insicuri. Secondo quanto si apprende dai media, 12 persone sono morte questa settimana perché il gommone sul quale viaggiavano si è capovolto. I 40 sopravvissuti a questo incidente sono stati salvati da una nave Usa», aggiunge Karline Kleije. «La campagna diffamatoria contro le navi delle Ong deve finire. La nostra unica intenzione è salvare vite in mare. È difficile spiegare perché Aquarius sia dovuta partire per un viaggio di quattro giorni verso la Spagna con 630 persone a bordo mentre un giorno dopo questa decisione è stato autorizzato lo sbarco in Italia di 900 persone a bordo della nave Diciotti della guardia costiera italiana», osserva ancora Karline Kleijer. «Valencia è la fine di una terribile disavventura per 630 persone. Ora deve esserci un serio impegno europeo per salvare vite umane in mare e al loro corretto sbarco. Mentre i governi non riescono ad adempiere alle loro responsabilità, le équipe a bordo dell' Aquarius continueranno a condurre operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale».

L'Unhcr, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, elogia la Spagna per il suo intervento che ha permesso oggi di porre fine alla crisi dell'Aquarius.«Siamo grati che questa prova sia finita per tutte le persone coinvolte, ma questo incidente è qualcosa che in primo luogo non sarebbe mai dovuto accadere», ha dichiarato Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. «Il soccorso in mare - continua Grandi - è un principio troppo importante per essere messo a repentaglio, e qualsiasi tentennamento sulle modalità di sbarco comporta un grave pericolo non solo per i rifugiati e i migranti, ma per chiunque sia in difficoltà in mare».
In situazioni di salvataggio in mare, l'Unhcr è a favore di un meccanismo regionale di sbarco sicuro e prevedibile e, in seguito allo sbarco, di un'adeguata condivisione della responsabilità, per evitare situazioni in cui i paesi siano penalizzati dal dover gestire da soli le procedure seguenti allo sbarco. L'Unhcr è pronto a lavorare con gli Stati del Mediterraneo per raggiungere questo obiettivo.

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