Un deposito, scoperto nell'ottobre del 2014, con 40 armi e 10 kg cocaina che custodiva parte dell'arsenale del clan Parisi-Palermiti e della droga che veniva poi spacciata a Bari. Il gup del Tribunale di Bari Anna Perrelli ha condannato 9 imputati e ne ha assolti 4 al termine del processo, celebrato con il rito abbreviato, sul gruppo criminale del quartiere Japigia di Bari che custodiva l'arsenale.
Il processo
Tra gli imputati c'è anche il collaboratore di giustizia Domenico Milella (condannato a 4 anni di reclusione), all'epoca dei fatti contestati ritenuto il braccio destro del capo clan Eugenio Palermiti. L'indagine dei carabinieri, coordinata dai pm della Dda di Bari Ettore Cardinali e Federico Perrone Capano, portò nel dicembre 2019 all'arresto degli odierni imputati.
Gli accertamenti consentirono di attribuire la paternità di armi e droga al gruppo capeggiato da Milella e di ricostruire le rete degli spacciatori. Gli imputati condannati, oltre Milella, sono Nicola Bruno (8 anni e 8 mesi di reclusione), Marco Barone, Edoardo Caizzi e Riccardo Campanale (8 anni), Antonino Palermiti e Pasquale Leonardo Tritta (6 anni e 8 mesi), Giulio Bacani (3 anni e 4 mesi), Salvatore Cassani (8 mesi di reclusione). Il gup ha assolto Alessio Marzulli, Marco Ferrigni, Beniamino Milella, padre del 'pentitò, e Filippo Mineccia. Per Marzulli e Ferrigni, assistiti dagli avvocati Libio Spadaro e Fabio Costa, il giudice ha disposto la scarcerazione dopo quasi due anni di detenzione.